Dom
31
Mar
2019
So che è lungo ma sarei felice se lo leggeste.
È strano questo periodo, faccio finta di ignorare il motivo del mio malessere e dei miei sbalzi d’umore, pur sapendo esattamente la vera causa, e questo mi fa stare ancora peggio.. è giusto star male per qualcuno che non fa effettivamente parte della tua vita? Per qualcuno che nemmeno ti pensa ed ignora che tu stai davvero male? Che poi “davvero male” è una gran frase, perché i veri motivi per stare male realmente dovrebbero essere altri, ma pur sapendo tutto ciò, continuo a starci male, male da morire.. qual male che viene fuori in qualunque situazione, che ti fa piangere quando vedi una coreografia di ballo piena di emozioni, quando senti una canzone che subito ti fa pensare a lui, e a voi … che poi sei stata tu a creare nella tua testa questa strana concezione di “voi”, perché non c’è mai stato nulla, nulla che possa aver davvero fatto pensare che voi foste una coppia. È anche vero che tra voi c’era una specie di rete elettrica.. un campo che ha strabordato di elettricità fino a poco tempo fa, e tu ancora ti domandi come abbia fatto a finire tutto in così poco tempo, nello stesso lasso di tempo in cui tutto è iniziato, per gioco e senza consapevolezza da parte di entrambi. Lui: uno stronzo pieno di tatuaggi e piercing, che non so se sia peggio la prima impressione che ti fa la prima volta che lo vedi, e poi invece migliora invece con il tempo sciogliendo quella enorme corazza da stronzo e menefreghista, o se al contrario, più il tempo passa e più lui peggiora, ma ti ha già fottuto la mente e quindi è per te impossibile distaccarti da lui.Lei: una ragazza non semplice, piena di insicurezze che tranquillamente maschera con il suo fare da stronza, alla quale non interessa nulla degli estranei ma vuole solo divertirsi e stuzzicare la gente, specialmente lui, cercando un perenne e minimo contatto fisico per sentirsi al sicuro e protetta grazie a quelle braccia disegnate ovunque e cazzute, cazzute davvero tanto. La prima volta lei non lo aveva neanche notato pur essendo solo in 6 fuori da quel locale, non ci aveva proprio fatto caso a quel ragazzo un po’ scazzato e col viso da infame, ma è stata la prima e l’ultima volta in cui l’ha visto vestito in modo normale, con dei semplici jeans, una felpa bordeaux e un paio di vans nere, proprio come le portava lei; è stata una serata tranquilla, lei adorava stare lì in mezzo a loro, era spensierata e non si sentiva giudicata neanche mentre fumava la prima sigaretta in maniera tranquilla, lì davanti ai propri amici.La serata è proseguita in maniera normale, i due hanno parlato poco inizialmente, giusto quei pochi minuti per iniziare la lunga serie di momenti in cui si pizzicano entrambi; c’è stato un momento, dal quale secondo me è iniziata la loro intesa: Lei stava tornando verso i propri compagni dopo essersi allontanata per rispondere ad un messaggio, e vede un accendino per terra, lo riconosce e decide di raccoglierlo e si gira versa la sua amica, a cui apparteneva, e glielo sta per lanciare quando dietro la sua amica, Lui comincia a farle segno di passarglielo, e lei tranquillamente lo fa, ma lui lo lancia nuovamente a terra sorridendo, e lei esclama “ma sei un coglione?”, raccoglie l’accendino ridendo e afferma di non ridarglielo più, ma lui si alza e le va incontro, lei si allontana fino ad uscire da quel vicolo dove erano tutti radunati, e si ferma aspettando che lui le si posizioni davanti, e senza smettere di sorridere e di guardarlo dice “tanto non te lo ridò, io mi sono fidata e tu lo hai lanciato”, ma lui che fino ad allora l’aveva stuzzicata dicendole in continuazione di bersi il succo di frutta, anziché prendersi dei cocktails seri, le dice di non tirarlo più; lei si sposta un po’ e gli comincia a dettare esattamente cosa fare per essere credibile ai suoi occhi “metti la mano sul cuore, e giura di non dirmi più che sono una bevitrice di succhi di frutta” afferma soddisfatta, lui ride e ripete parola per parola ciò che lei aveva appena pronunciato aggiungendo “manco i bimbi oh” e sorride insieme a lei, che gli rende l’accendino non smettendo di guardarlo, lui prende l’accendino, lo guarda, poi sposta nuovamente lo sguardo verso di lei e afferma con non chalance “tanto i succhi di frutta te li bevi lo stesso” e si gira con aria soddisfatta, seguito da lei che gli dà uno schiaffetto sulla spalla fingendo di esserci rimasta male.Non ci sono stati altri dialoghi quella sera, se non quando lei parlando della polaroid appena scattata, afferma di non fidarsi minimamente di lui, senza un motivo “a pelle” aggiunge alla fine. Eppure, pur dicendo di non fidarsi, quella ragazza si stava ficcando in un bel casino, quello che comunemente tra i ragazzi si chiama “Amore”, anche se ancora ad oggi lei non vuole proprio accettare di essere caduta in tutto ciò.Pur essendo avvenute cose per le quali fino a poco tempo prima lei si sarebbe creduta innamorata persa,quella sera non aveva minimamente pensato a lui in quel senso, fino a quando anche una sua amica che era lì con loro, non la avverte del fatto che quando durante quella serata lei si era allontanata senza dirlo a nessuno per andare incontro ad altri 2 loro amici, lui si era girato verso la sua amica esclamando “ci siamo persi un pezzo”, e sinceramente era parso strano a tutti, perché nessuno si era accorto di nulla, data la marea di gente che intanto aveva popolato quel vicolo. Proprio in quel momento allora, decide di non voler vivere di rimpianti, ed inizia a seguirlo su instagram, nulla di che ovviamente, ma un segnale per fargli capire che pur non sapendo il perché, lei in quel momento lo stava pensando. Il tempo è passato, e i due si sono continuati a vedere il sabato sera insieme a tutti gli altri amici, e le cose non cambiavano: lui continuava a stuzzicarla, e lei a cercare un contatto fisico che spesso riceveva; era proprio questo ciò che facevano: si menavano, si rincorrevano, si placcavano a vicenda dopo aver spento le sigarette l’uno addosso all’altra, e attirando l’attenzione dell’altro ciccandogli sopra … non riuscivano a fare un discorso normale, lui si prendeva gioco di lei raccontandole fatti spiacevoli su di lui o sulla sua famiglia, facendola rattristire e iniziando a ridere non appena vedeva la faccia di lei estremamente triste, esclamando “ma ti pare, sto scherzando”; eppure lei che non si fidava di lui, o almeno così dichiarava, non riusciva a non credergli.Il picco c’è stato una sera, quella che mi piace chiamare
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