Mer
26
Giu
2019
Il mare.
In un primo pomeriggio d'autunno, dove il sole ancora caldo, racconta di belle giornate estive, cammino sulla spiaggia deserta lentamente, solo il rumore del mare e del vento tra le onde. Contro gli scogli l'acqua si fa più bianca, in una schiuma che cancella quel blu così intenso in lontananza.
Il vociare della gente che fino a poco tempo fa occupava questa sabbia si é via via attenuato, fino a disperdersi completamente. Posso percepirlo, assieme ai movimenti delle anime che non esistono più. Tenui immagini di giorni trascorsi, sovrapposte, compongono un mosaico che alimenta la mia nostalgia. Ricordo dov'ero, com'ero. Sono un estraneo, da sempre, in ogni luogo lo divento ed in silenzio mi allontano da ciò che prova ad afferrarmi. Così, in questo giorno di solitudine, sicuro di non essere visto, percorro il molo, fino a sentire alcune gocce d'acqua raggiungermi. Attendo il momento esatto per gettare, in questo mare, un altro messaggio chiuso in una vecchia e consumata bottiglia di vetro azzurro. Verrà anch'essa portata dalla corrente, raccolta dopo essersi adagiata sulla spiaggia in un momento dove non sarò presente. Lascio al mare il mio destino, a lui e a chi troverà il mio scritto il compito di decidere se essere ricordato, la speranza che non sia stato tutto sbagliato, che qualcosa di me, possa aver senso.
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