Dom
17
Feb
2019
Odio i diciottesimi.
Quest’anno in classe mia è l’anno dei diciottesimi, almeno in 20 faranno una festa grandissima con tanta musica, cibo e invitati e io mi vedo già davanti le crisi di panico che avrò prima di ognuno di loro. Il problema è che soffro di ansia sociale, quindi ogni tipo di attività che comporta interazione umana con persone che non conosco/non conosco bene mi mette almeno leggermente a disagio, ma soprattutto ODIO BALLARE! E non c’è niente da fare, ai diciottesimi si fa praticamente solo quello. Ciò che mi da ancora più fastidio e poi la gente che si lamenta se non vengo, se non ballo, se invece di stare lì in piedi ferma davanti a tutti preferisco uscire dalla stanza per trovare altro da fare. Gente che ti trascina in pista, gente che ti balla davanti prendendoti le mani e gente che addirittura si incazza perché “ti sei isolata”. Proprio ieri sono andata ad una festa, e tornata a casa mi sono dovuta sorbire la ramanzina di mio fratello su quanto sia irrispettoso non ballare ad una festa di diciott’anni, il che mi ha fatto proprio girare le scatole. Ora, che io debba mettermi a fare qualcosa che mi fa stare male (perchè, per chi non conosce persone con problemi relazionali, è un qualcosa di letteralmente doloroso) solo perché “è ciò che si fa a un diciottesimo” mi sembra assurdo, e anzi mi sembra irrispettoso da parte di altri pretendere che io faccia necessariamente quello che fanno gli altri, che io debba forzare me stessa per adeguarmi a una situazione che non mi appartiene. Si chiama costrizione sociale, e fa schifo, è una violenza psicologica, non puoi costringere la gente a fare ciò che non vuole e non puoi aspettarti, organizzando una festa, che tutti facciano quello che fai tu. Riguardo all’uscire dalla stanza poi non so se è stata una mancanza di rispetto, ma mi sembrava l’unica soluzione allo stare lì impalata a fissare la gente in pista, e non ci vedo nulla di male, non ero sola, stavo parlando con altri e soprattutto non mi stavo annoiando!!! Ma la gente non lo capisce, continua a rompere il cazzo e dirmi “si però dai fai uno sforzo, sembra che non ti importi delle persone”. Allora, già il fatto di andare ad una festa implica che mi importi qualcosa della festeggiata, ma poi cosa vuol dire “fai uno sforzo”?!! Il mio non è un capriccio infantile, è un serio problema, e saranno cazzi miei se, quando e come voglio risolverlo. E anche la scelta di risolverlo è una scelta personale che non è affatto semplice, perché vuol dire dover rivalutare te stessa e rinunciare alla tua immagine di te, per fare cosa? Per diventare “normale”?! Ma vaffanculo, non mi sembra che la gente dovrebbe permettersi di giudicare le mie decisioni, anche perché non ballando non faccio un torto a nessuno, al massimo a me stessa, ma -appunto- sono cazzi miei.
1 commento
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Capisco molto bene quello che provi, io non ho ansie ma sono da sempre una persona introversa (in più non mi piace l'alcol quindi immagina) e ho sempre odiato questa cultura del "si fa così perché sì" dando per scontanto che siamo tutti uguali.
Fossi in te cercherei qualche scusa per non prensentarti più a queste feste, oppure, se conosci un po' meglio il festeggiato, cerca di spiegargli perché non ti senti di fare certe cose, e che se non le fai non vuole dire che non ti stai divertendo (molti insistono perché, dal loro punto di vista, se non fai come fanno loro non ti diverti, e vogliono che tu invece ti diverta), ma che semplicemente preferisci fare altro. Se invece non hai nessuna confidenza o comunque poca, beh allora ti conviene darti malata oppure andare lì e andare via prima con una qualsiasi scusa.