Dom
17
Feb
2019
Il mio buco nero
Siamo in un'era dove tutto,e dico tutto viene etichettato
I gusti sessuali,i comportamenti lo stile di vita e pure i pensieri
Da sempre tendiamo ad incasellare tutto,lo facciamo perché ci da sicurezza e ci aiuta a tracciare il nostro percorso,in qualche modo.
Un po' di tempo fa,in un libro sui buchi neri lessi una cosa che riassume quello che vorrei comunicare:
La scoperta dei buchi neri è la dimostrazione dell'imprevidibilitá,va oltre cio che dice Einstein,va oltre il principio di determinismo e se esso cessa di valere noi non possiamo essere sicuri nemmeno della nostra storia passata .
Questo è parte di noi,il cercare di prevedere ,di capire.
È bellissimo,ma forse in certi ambiti,non scientifici,ma umani,dovremmo fare qualche passo indietro .
L'essere umano è bellissimo anche nelle diversità e dovremmo valorizzarlo,non schematizzarlo.
Io stessa mi sono scontrata con questa realtà,e mi sto arricchendo tantissimo dal punto di vista umano.Non è semplice, perché devo scontrarmi,oltre che con la realtà anche con i miei limiti. È non è facile,perchè è dura ammettere che anch'io a volte faccio parte di quel meccanismo che tanto aborro.
Questo post lo lascio aperto,sará il mio flusso di pensieri.
27 commenti
Letterina, sono pensieri interessanti e mi dispiace contraddirti ma nella mia esperienza quello che descrivi, ovvero la tendenza di prevedere, catalogare , schematizzare e paragonare, l'ho visto fare sopratutto a persone che si sentono o credono diverse. E gli ho visto fare anche un altra cosa, sostenere che i meccanismi sopradescritti gli fanno schifo. Guarda, un loop che manco perpetuum mobile.
Interessante,infatti dico che io stessa mi scontro con i miei limiti
Non voglio mica fare la persona diversa...tutti siamo diversi,per fortuna...
"Non voglio mica fare la persona diversa...tutti siamo diversi,per fortuna..."
Spiegami questa frase please...
"L'essere umano è bellissimo anche nelle diversità"
Dipende... Anche i serial killer sono bellissimi? I maniaci? I pedofili?
Non è questione di incasellare o meno. È cercare di capire con chi si ha a che fare. Poi uno si comporta secondo propria coscienza.
Letterina, se fosse una cosa a colori e le persone fuori dagli schemi fossero gialle, mentre coloro che tendono a far parte della massa più facilmente fossero azzurrini, e volessimo fare un discorso costruttivo che racchiude la crescita personale insieme ad un successivo equilibrio maggiore di tutti..in quel caso ti direi che la chiave starebbe non nell'adagiarci su ciò in cui siamo già forti per indole, ma nel rinforzare i nostri punti deboli. Tradotto significa che se una persona che percepisce una qualche propria diversità, oggettiva o meno, rispetto al resto, sarebbe nel suo interesse sforzarsi a trovare un filo per restare collegato con gli altri. Idem per chi segue senza troppi problemi e senza farsi troppe domande. Potrebbe trovare stimolante volersi distinguere qualche volta. Se così fosse, il giallo e l'azzurrino si mischierebbero in infinite sfumature di verde e allora sì che si potrebbe finalmente dire che siamo tutti uguali nella nostra diversità. Ma nella realtà, questi sono eventi tanto belli quanto rari. Le volte in cui capita di vedere qualcuno uscire dalla propria bolla o dalla massa, si contano nell'arco della vita sulle dita di una mano, insieme alle volte in cui ci riusciamo noi stessi.
Voglio dire che non mi sento la persona che Fucktotum dice che per esperienza ha visto.Non le sto dando torto,anzi,vedo anch'io questi loop ,e ci cado anch'io come tutti,del resto .
All'anonimo 12.41.Tu vai a pescare i casi estremi...che c'entra con il mio discorso?Tu parli di buono e cattivo,io di sfumature.
È vero Fucktotum,finiamo tutti nell'ingranaggio alla fine. Nel bisogno di distinguersi si diventa tutti uguali ...
Il mio discorso ovviamente è riduttivo e potrebbe prendere tutte le pieghe che vogliamo,prendetela come spunto di riflessione su cui oggi rifletto io.
Comunque Grazie Fucktotum,per me leggerti è sempre fonte di crescita.
La diversità fra persone è la cosa che ci consente di crescere ed evolvere.
Una delle frasi dei film che piú mi è cara è la lettera di Benjamin Button alla figlia quando le augura di incontrare persone con punti di vista diversi.
La chiave di tutto è il confronto e il rispetto dell'opinione altrui (vedi anche citazione che ho riportato qui sul mio profilo), tranne ovviamente nei casi limite tipo volontà di nuocere al prossimo ecc....
Letterina, ricambio, anche tu mi spingi a riflettere. Famo na squadra de spingitori alla riflessione, ce stai?
Ozy, mi vien da dirti che la diversità tra persone e la diversità di opinioni, so due cose diverse :-D L'una non vale necessariamente l'altra.
È vero Fuck. Il mio commento riguardava solo i punti di vista ma non avevo considerato le diversità innate ( più viscerali), sulle quali secondo me abbiamo meno spazio di manovra.
Condivido il discorso sulla palette giallo azzurra, spesso chi è tanto diverso su un particolare aspetto tende spontaneamente ad isolarsi sempre più calcando ancora su quella sua particolarità, piuttosto che cercare un riavvicinamento alla media.
Una riflessione che mi sorge spontanea però è che i pochi geni della storia (vedi Einstein o Turing ad esempio) hanno lasciato al mondo la loro preziosa eredità proprio grazie al loro perseguire e potenziare quella loro particolare attitudine dove erano tanto unici, a ovvio discapito della loro vita sociale.
Ovviamente non tutti dovrebbero fare come loro, proprio perché il prezzo da pagare è alto, ma i loro nomi a differenza dei nostri non saranno consegnati all'oblio, ma rimarranno a imperitura memoria. Loro alla fine si sono davvero distinti.
Non sono d'accordo sul fatto che un genio non possa raggiungere il suo massimo potenziale se prova a farsi anche una vita sociale e tenta di vivere una vita più equilibrata. Sarebbe un po' come dire che Van Gogh non sarebbe stato Van Gogh senza la sua pazzia. Per quel che ne sappiamo, una maggiore serenità lo avrebbe magari potuto rendere un artista ancor più grande. Secondo me le scarse abilità sociali e i disturbi mentali sono un peso, non un incentivo e di certo non facilitano la scalata verso un traguardo. I grandi geni del passato che erano anche strani o pazzi, erano appunto dei geni che erano per loro sfortuna anche strani o pazzi. Di certo non erano dei geni grazie alle loro mancanze\disturbi, semmai ne sentivano il peso mentre cercavano di raggiungere qualcosa di grande. D'altro canto ci sono purtroppo esempi di gente brillante che ha fatto una brutta fine , proprio a causa di un crescente isolamento. Di recente ho visto il film Gifted che parla di una bambina genio della matematica; direi che racchiude molto bene il concetto del genio che ha tuttavia bisogno di integrarsi e di vivere anche dei momenti normalissimi e spensierati come tutti :-)
Non sono d'accordo sul fatto che un genio non possa raggiungere il suo massimo potenziale se prova a farsi anche una vita sociale
Raggiungere entrambi i traguardi è senz'altro l'optimum e nella vastità della storia c'è anche questo.
Tolto Van Gogh (che effettivamente era pazzo) ci sono sia casi con capacità sociali nella norma o anche superiori ( come Voltaire) che altri afflitti da disturbi di altro tipo più o meno gravi (vedi John Nash o Tesla).
Forse hai ragione nel dire che non è dimostrabile un legame diretto fra genialità e pazzia, l'isolamento sociale in molti casi potrebbe imputarsi alla fortissima passione nelle loro propensioni che li portava a dedicare ad esse quasi tutto loro tempo.
Grazie per il confronto.
Ragazzi che bello tornare a casa e leggere le vostre riflessioni!
Sì,sono d'accordo,la genialità non vuol dire essere pazzi o av ere poche abilità sociali,quelle potrebbero venire a mancare anche a causa di vari rifiuti ricevuti proprio dall'esterno,come avete già detto , forse perché la società dá un modello di comportamento medio base da seguire ,e chi non rientra nei parametri potrebbe avere,ma non sempre, difficoltà d'integrazione .
Vabbè allora apriamo un circolo filosofico🤣
Io vorrei spezzare una lancia a favore delle etichette.
Etichettare le cose è normale, è un modo per poterle definire e conoscere ed è, a parer mio, una cosa necessaria. Un'etichetta è un insieme di informazioni che tutti dovrebbero condividere, che tutti dovrebbero comprendere, in questo modo io posso parlare di qualcosa di molto complesso con chiunque, perché tutti conoscono il significato di quell'etichetta. Io stessa uso una grande etichetta per definirmi con chi non mi conosce e mi trova strana: sono introversa. E dopo averlo, detto, immediatamente la persona (ovviamente una persona educata) cambia atteggiamento. Se non esistesse questa etichetta, dovrei perdere moltissimo tempo ogni volta a spiegare, così invece ci guadagnamo entrambi perché la persona che mi parla si adegua e anche io sono più a mio agio. E' una cosa che va a favore sia dell'etichettante che dell'etichettato, se usata correttamente.
Se noti, tutti coloro che tentano di liberarsi di un'etichetta in queste nuove rivoluzioni sociali non fanno altro che appiopparsene un'altra. La scelgono loro, la sentiranno più personale perché l'hanno scelta, ma pur sempre un'altra etichetta è.
Il vero problema è che, invece che usare le etichette nel modo corretto, vengono usate in modo superficiale, a sproposito o in modo offensivo. L'etichetta dovrebbe servire a catalogare una serie di cose che sono state già conosciute e riscontrate, quindi andrebbe assegnata dopo aver conosciuto la cosa o la persona, invece il problema è che le persone vedono un comportamento che si addice a quell'etichetta, uno solo, e già catalogano senza preoccuparsi di conoscere il resto.
Come dire "Questa cosa è bianca? Allora è un uovo" quando invece l'oggetto è un cubo di legno dipinto di bianco.
In ogni caso, anche se usate correttamente, le etichette hanno delle limitazioni, in quanto ogni persona è diversa. Come dire che una scultura è fatta di legno, argilla, metallo o marmo. Poi ogni scultura è diversa, avrà forme diverse, ma la base è quella.
Per quanto mi riguarda io non mi fido delle etichette. Devo sentire il profumo, devo leggere il linguaggio del tuo corpo, il tono della tua voce. E non si tratta di perfezione ma di quello che mi trasmetti. Pure qui... Quando l'utente scrive.. gli errori che fa, le parole che sceglie.
E di conseguenza non mi do etichette perchè vorrei lo stesso trattamento.
Concordo Lettera.
Il problema delle etichette è nell'uso superficiale e frettoloso con il quale molti le usano.
Hai una bella auto? sei un evasore!
Sei gentile nei confronti di un immigrato straniero? sei un comunista buonista!
Ti incazzi con un immigrato straniero per un suo atteggiamento scorretto? sei un fascista!!
Ammetti che ti cade l'occhio sulle belle ragazze? sei un segaiolo morto di figa!
Eviti di farlo? sei un finocchio!
Molti sono refrattari al ragionamento, perché è faticoso! farsi un'idea completa di una persona richiede tempo e sforzi, perché devi cogliere molte sfumature in molteplici contesti.
Invece etichettarla alla cazzo in base alla prima cosa che dice é molto più semplice e magari pure liberatorio.
Un momento! mi sono sbagliato!
Stavo rispondendo all'anonimo e non a Lettera, me ne sono accorto ora :-D ah ah ah
Vabbè il succo non cambia.
Lettera perdonami è la seconda volta che rispondo ad altri convinto di rispondere a te!
Vedi Ozy... E' bene farsi etichettare.. E' un buon filtro per tutti i refrattari.. Cosi almeno questi te li togli subito fuori dalle balle. O quantomeno è più semplice orientarsi. Il problema è quando ti ritrovi davanti una persona che finge di essere ciò che non è.
Li sono cazzi, e quindi è bene saper guardare oltre. E non sempre ci si riesce.
Verissimo Inno!! mi fai venire in mente sleepers (film) e la mitica scena dove dice "Ti ha prestato 20 dollari e non si è fatto più sentire, ma è tuo amico?" "NO" "Perfetto! ti sei liberato di una persona che non ti piaceva con solo 20 dollari, è un affare".
Il problema come hai già detto è che ben pochi etichettatori ti etichettano davanti alla faccia. La maggior parte di essi lo fa da dietro e con altri, mentre con il diretto interessato sono accondiscendenti e lecchini.
Però alla fine li sgami lo stesso, se li osservi mentre parlano dell'assente di turno.
E sempre di etichette parliamo!!
Ci sono un sacco di etichettati che hanno bisogno dell'approvazione degli etichettatori.
E' un mondo di apparenze Ozy, facciamo una gran fatica a scorgere la sostanza. bisogna sapersi muovere.
In questo post ,parlavo soprattutto dell'uso sbagliato delle etichette, quando vengono farcite di pregiudizio e preconcetti.
Poi qui è nascosto un'altro significato,che non tocca direttamente me,ma è il riflesso di una persona per me preziosa e unica che mi sta facendo conoscere la diversità sotto una nuova luce.. Ma questo mi porta a farmi mille domande.
Lo so,per Voi non avrá molto senso,per me ne ha tantissimo.
@ozy anche il solo potersi confidare fantasie e desideri è tanta roba!!!Io non ho questa intesa e quindi il mio piano B è la fuga🤣
L'essere umano non è un essere statico ,è mobile proprio come una bandiera al vento .Oggi è un cerchio ,domani potrebbe essere una sfera, perché sennò non esisterebbe una crescita interiore ,e chi dice il contrario allora non si mette mai in discussione.Ma qualcosa in noi rimane stabile ,qualcosa di atavico,un retaggio antico che a volte si ripete nelle generazioni in dinamiche familiari.
Ehhh???
Ma che minchiata è?
😂😂
Pensieri sparsi
L'essere umano non è un essere statico ,è mobile proprio come una bandiera al vento .Oggi è un cerchio ,domani potrebbe essere una sfera, perché sennò non esisterebbe una crescita interiore ,e chi dice il contrario allora non si mette mai in discussione.
A me capita continuamente di pensare al mio modo di vedere le cose di un anno prima (o anche 6 mesi prima certe volte) e di dire "mazza quanto ero stupido".
Solo che all'inizio pensavo fosse una crescita continua, poi invece mi sono accorto che è un ciclo continuo di crescita -> regressione -> ritorno al punto di partenza. TRISTEZZAAAAAAA
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Letteracateratta poche elucubrazioni mentali che ormai ti conosciamo. Anche te il buco nero lo hai dove ce l'hanno tutti