Crybaby

Sfogo di

Anche io ero una piagnona. Avevo vent'anni e mi facevo da tre. Mi addormentavo in qualunque posizione e respiravo come un gattino moribondo. Mi ha fatto così male ricordare sentendo le sue canzoni, perché ero esattamente come lui. Avevo un sentimento di solitudine, mi sentivo come un arto fantasma. Nessuno capiva, nemmeno gli altri tossici. Ero intelligente ma non mi applicavo, ed era la mia vittoria più grande. Scrivevo dei diari che erano bollettini di guerra con molte vittime, giorno dopo giorno, e i miei genitori sistematicamente ignoravano. Utilizzavano con convinzione la psicologia inversa: buttare merda su tutto ciò che facevo per indurmi a fare meglio. Ovvio che io uscissi a bruciare i miei neuroni in tutti i modi possibili per ripagarli delle aspettative. La mia creatività è lì, in quello che non volete vedere. Preferisco non parlare della violenza fisica. Ho bizzeffe di simpatiche avventure da raccontare, certe volte mi vengono in mente mentre parlo con persone normali, e mi compiaccio di ciò che nascondo. Però mi sento anche diversa, e ho paura. Ho paura di non riuscire mai a sentirmi al mio posto. Sempre uno strano ibrido con una branchia e un polmone. Per distrarmi coltivo illusioni sentimentali e ambizioni professionali. Ho paura di avere dei figli e non riuscire a dargli delle buone ragioni per stare al mondo, perché sono la prima a dubitarne. E niente. È come un bel livido di quelli blu, nascosto sotto bei vestiti, che continua a fare male.

8 commenti

Beh citarmi Janis Joplin così, da parte di una ragazza così giovane, non perché l'ha ascoltata per caso dal vinile dei propri genitori ma perché ce l'ha tatuata sull'anima mi destabilizza giusto quei tre lunghi secondi.

Stay with us Spleen 🌹

Coleridge alle 08:36 del 14-10-2018

Grazie. Avevo paura di cosa avreste pensato.

Spleen alle 10:23 del 14-10-2018

Ciao.... lo chiamavano il male di esistere ora credo che sia una routine nella vita quotidiana...tranne la droga che uno può scegliere. ... quello che debbo chiederti è una spiegazione...ma rispondi sinceramente. ..come mai ti compiacci di ciò che nascondi????

veronica0 alle 11:45 del 14-10-2018

Anche io ho passato un periodo tale e quale. Mi sono rivista molto nelle tue parole, e ascoltavo le stesse canzoni. Non ho mai saputo cosa dire a me stessa però, e non so cosa dire a te. Semplicemente leggendo il tuo sfogo mi sono sentita meno sola, anche se mi dispiace.

P.s.

Mi piace come scrivi

Artemis alle 12:04 del 14-10-2018

Artemis grazie ❤ leggere il tuo commento mi ha fatta sentire bene. Davvero. Non c'è molto da dire, ma solo parlarne con qualcuno che capisce e non ha solo fretta di liquidarti con frasi di circostanza è tanto. Un abbraccio.

Veronica0 mi compiaccio per un incomprensibile senso di superiorità. Nascondere le cose è un potere che hai sugli altri.

Spleen alle 12:25 del 14-10-2018

Anch'io ho vissuto esperienze estreme e mi compiacevo di nasconderle, fino a che non mi è venuto voglia di raccontare, allora mi sono messo a scrivere. Più che altro mi compiacevo di averle vissute: le consideravo formative. Anni dopo ho cambiato idea. (Nelle mie) non c'è niente di formativo; è tutta roba traumatizzante.

Spleen, sai che scrivi benissimo?