Sab
11
Gen
2014
Lettera per tante persone
Questa è una lettera per me stesso, per tutte quelle persone che sono nella mia stessa situazione, per tutti quelli che sono in una situazione migliore, per quelli in una situazione peggiore e infine per una persona che non la leggerà mai. Sono fuori dalla tua vita, e ringraziando il cielo tu sei fuori dalla mia. Non c'è amarezza ne rimpianto, ne un pizzico di nostalgia. Solo una consapevolezza e forse un briciolo di sorriso autentico che non vedevo più da almeno 3 anni in me stesso. L'ho avuto poco fa, inciampando per forza nel risultato della tua attività lavorativa. Ora, io non sono un esperto e quindi non so giudicare se il tuo lavoro sia fatto bene oppure no. Quello che so è che sono stato vagamente felice di quello che fai; ti ho augurato il meglio, ti ho augurato il successo ma soprattutto di essere felice. Io lo sono? no, al momento direi proprio di no... non sono infelice, questo no, ma sto... vivo... forse un giorno o l'altro troverò la mia strada. Vorrei dire a tutti quelli che hanno il cuore spezzato che un tipo, Flaubert, scrisse "tutto finisce, tutto passa, l'acqua scorre e il cuore dimentica". Beh è una scemenza. Muori, perchè muori... questa è l'unica certezza su cui avrebbe dovuto scrivere qualcosa il caro scrittore. Quello che non si sa è che ci sono tanti modi di morire; uno di questi è morire dentro, con la fortuna che a volte riesci a rinascere e quando succede è festa grande. Non dimentichi, è impossibile, se hai amato davvero. Quel sentimento si trasforma nel tempo; amore, rabbia, dolore, rimpianto, nostalgia, e poi "archivio". La metti via, un bel vestito passato ormai di moda, non mi viene paragone più intelligente al momento. Quando apri l'armadio della tua anima lei è sempre li, appesa al gancio, e tu sorridi felice, pensando a come stavi bene con quel vestito. Poi il niente, prendi quel che ti serve e chudi l'armadio, sereno. Ormai sei cresciuto e il vestito ti sta stretto, necessiti di altro. Arrivo così alla parte conclusiva della lettera; la indirizzo a tutti quelli che ancora non hanno mai messo via il vestito: prima o poi l'armadio si chiude per tutti, o almeno questo è quello che vi auguro.
3 commenti
Sì, prima o poi tutti smettiamo quell'abito che tanto ci piaceva. Quello che abbiamo indossato (o cercato di indossare, sebbene fosse due-tre taglie più piccolo e non ne volesse sapere di vestirci su misura, ma così svafillante con i suoi luccicanti lustrini da valere ogni singolo tentativo fallito) per un tempo magari breve, eppure tanto intenso da sembrare eterno. E' vero, non si dimentica. Anche se non si è amato, anche se non si è stati amati. E' l'importanza che attribuiamo nel nostro intimo a certi incontri a fungere da spartiacque fra coloro di cui ci si dimentica e coloro di cui, invece, non ci si scorda mai. Il ricordo, anche una volta sopito, quando riaffiora non è mai neutro ma sempre vibrante, carico - anche stancamente - di una miscela emozionale tra le più eterogenee che l'essere umano possa provare (nostalgia, rancore, rimpianto, rassegnazione, sollievo, ecc..). I doni del tempo sono preziosi. Non cancellano ciò che è stato, ma riavviano la partita. In gergo informatico: non un format, bensì un reboot. Non è il passato ma il nostro approccio ad esso a mutare tra le spire del tempo. E così ciò che ieri non ci faceva dormire la notte oggi è la ninna nanna con cui, prima di chiudere gli occhi, abbozziamo un sorriso.
Che lagna!
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non so perché ma sembri un amico mio,utente del sito, da come scrivi e per quello che hai scritto.comunque da speranza il tuo sfogo,sicuramente non si dimentica mai...ma passare anni e anni a fissare la porta chiusa mentre altre dieci se ne stanno aprendo e noi non le vediamo nemmeno...é sprecare anni preziosi.e la vita é troppo bella.a tutti auguro la serenità del cuore.