Lun
30
Ott
2017
Oggi non sono buona
Stanca del comportamento politicamente corretto che ogni giorno devo mantenere al lavoro, approfitto di questo spazio per togliermi qualche sassolino dalla scarpa.
Cara collega, che usi le agevolazioni che la Legge 104 ti concede per tuo figlio per farti i cavoli tuoi, volevo dirti che: non m’importa se mancherai al lavoro; in questo periodo, per un motivo o per l’altro, ti ho vista talmente poco che un giorno in più o in meno non fa differenza. Però, perlomeno, evita di parlare con i nostri superiori spacciandoti per quella salvatrice della patria che non sei. Un po’ di sana autocritica, ogni tanto, non ti farebbe male.
Cara tizia che ti dai l’importanza di un cardiochirurgo di fama mondiale quando, di fatto, sei una badante: il giorno che smetterai di creare problemi per ogni singola cazzata sarà sempre troppo tardi. Oggi mi hai mandato a dire, per interposta persona, che devo venire a chiamarti per andare insieme in un posto in cui, se dipendesse da me, non ti porterei, nonostante tu conosca perfettamente la strada e sappia a quale ora ci dobbiamo trovare lì. Sempre attraverso la messaggera ti ho risposto dicendo che devi farti trovare nel punto X alla tal ora ma, dato che sono abbastanza sicura che domani dovrò venire a levarti il cappello perché tu ti decida a muovere le chiappe, ti ci mando in anticipo. Dove? Ma a far in cul, ovviamente.
Ah, e giusto per la cronaca: non sono gli altri ad essere poco sensibili, sei tu che sei talmente stracciacazzi che fai passare la voglia a chiunque di stare solo cinque minuti in tua compagnia.
Per concludere, “care colleghe”, per favore: smettete di raccontarci e raccontarvi quanto lavorate e cominciate a farlo!
4 commenti
Ho conosciuto colleghe e cape terribili
la cosa peggiore è che si parla tanto di solidarietà femminile ma non esiste. Io ho sempre avuto un atteggiamento positivo, allegro, anche con l'emicrania per dire, perché la colpa non è di nessuno se non sto bene o c'è qualche problema nella mia vita privata. Sul lavoro ci si dà una stramaledetta mossa, ci si impegna, si è gentili con tutti e si lavora bene. Invece mi ritrovo sempre in compagnia di stronze dell'altro mondo, quelle col muso lungo che ti squadrano se sorridi, se sei gentile con pazienti, clienti o capi pensano che fai la ruffiana, se rispondi bene al telefono e sei professionale le senti brontolare perché schiattano d'invidia. E naturalmente loro lavorano meglio di tutti quanti, senza di loro crolla l'ufficio, senza di loro non va avanti nulla...chiaro... vengono a lavorare anche con la febbre, cosi da attaccare porcherie a tutti, per poi andare a casa prima degli altri recitando la parte della martire. Ma che cazzo vuoi? Un premio, una statua? Io di gente cosi ne ho strapiene le palle. Bisognerebbe litigarci, dire al capo ogni virgola che non va, altro che sorridere essere gentili e farsi mettere sempre i piedi in testa da ste coglione. Perché poi loro fan carriera e quelle brave meritevoli e che renderebbero un ambiente di lavoro piacevole devono andarsene per non fare un esaurimento nervoso. Se tornassi indietro non starei più zitta ma lotterei, perché fanculo, io il lavoro l'ho perso e mi piaceva anche, solo a causa di gente del genere. Arriviste senza empatia, senza capacità da supereroe, eppure fan carriera, non spiegano il loro lavoro a nessuno e quindi restano in posizioni di vantaggio. Bastarde dentro insomma. Le donne, le peggiori in assoluto. Con gli uomini non ho mai avuto simili problemi. E mi spiace molto, perché io non sono cosi, non sono competitiva sul lavoro, mi piace un bell'ambiente. Ma spesso queste ruffiane giocano bene le loro carte, e ci cascano tutti, capi supercapi e colleghi maschi. Le colleghe femmine o sbroccano e se ne vanno, o restano succubi di ste serpi patentate. Che merda totale...
Sicuramente ti sfoghi per un buon motivo e non lo metto in dubbio.
Ma il fatto che la tua collega abbia la 104 per il figlio non credo sia così piacevole, io non la vorrei, preferirei che mio figlio o parente stesse bene.
La 104 non la danno per un raffreddore eh. Che poi lei la usi per i suoi comodi è un altro paio di maniche ma immagino che comunque star dietro ad una persona malata del tempo ci voglia comunque...
Per il resto puoi valutare solo tu, di colleghe di merda sono piena anche io, solidarietà.
Lo sfogo รจ mio
@Anonima, mi dispiace che tu sia stata costretta a lasciare il tuo lavoro. Nel mio caso non c'è una vera lotta per fare carriera: lavoro in un settore in cui questa parola non ha quasi significato, anzi ricevere nuovi incarichi comporta, di fatto, solo un mucchio di grattacapi in più a fronte di un piccolo aumento di stipendio. Le due colleghe, con il loro comportamento, vogliono solo mettersi in mostra, ma non aspirano a qualcosa di concreto.
Riferire ai superiori avrebbe poco senso: pur non sprecandosi, bene o male fanno ciò che devono, inoltre, anche se è brutto scriverlo, chi ha situazioni familiari particolari può contare sulla comprensione, reale o di facciata, di quasi tutti perciò, se mi lamentassi, passerei solo per l'insensibile della situazione.
@Soleluna: sono a conoscenza della patologia del figlio e non mi lamento del fatto che possa usufruire delle agevolazioni di una legge che ritengo sacrosanta; mi girano perché, dopo essersi vantata con i nostri superiori di quanto stia facendo per un determinato progetto (e in tutta sincerità non avevo mai notato che stesse facendo qualcosa in proposito) mi comunica che il giorno dopo non ci sarà per occuparsi di una questione personale che avrebbe potuto risolvere prendendo due ore di permesso. Se avesse fatto così, avrebbe dovuto recuperare queste ore, mentre giocandosi la carta del figlio se n'è stata a casa un'intera giornata senza dover recuperare un bel nulla. Ora, io capisco che se una persona ha la possibilità usufruire di un'agevolazione lo faccia, forse al posto suo lo farei anch'io, ma credo che avrei almeno il buon gusto di non raccontare storie sulla quantità e la qualità del mio lavoro.
Ho letto il tuo sfogo sulla stagista e credo tu possa comprendere il mio punto di vista.
@Soldatojoker: grazie per l'incoraggiamento! Se può interessare, il cardiochirurgo mancato si è fatta trovare dove doveva stare senza bisogno di ulteriori sollecitazioni. Forse, ogni tanto, si rende conto di aver tirato troppo la corda.
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