Lun
28
Dic
2015
Lettera a un ex genitore.
Cara Mamma,
è strano e difficile e anche doloroso,trovarsi qui,a 47 anni,a descrivere a me stesso,per la prima volta in vita mia,lo schifo che sei. Non mi dilungo su ciò che è stato,non servirebbe. Ma su ciò che hai mostrato di te negli ultimi nove mesi,bisogna che ne scriva,per ricordarmelo,e per ricordarmi di ricordartelo,per sempre,finchè avrò vita. Mio padre,che poi è il padre di mia sorella,che poi è anche tuo marito,non è più. Se ne è andato dopo un calvario durato un anno tra chemioterapie e tormenti. E' stato tuo marito per quasi sessant'anni,ti ha sopportato al punto che ad un'altra persona l'ergastolo per omicidio,forse,sarebbe sembrata un'alternativa accettabile e ha fatto l'enorme errore di diventarti anche un po simile,tragedia immane per lui. E per noi due figli. Ma lo schifo vero,quello che io vedevo in te da sempre e che mi ribaltavi addosso dicendo a tutti che ti odiavo,che ero un maniaco depresso,lo hai dimostrato quando il gioco si è fatto serio. Mio padre finisce in ospedale,è cosciente ma i medici che io consulto sono schietti,dietro mia esplicita richiesta. Non ce la farà,se va bene ha un mese di vita. Incasso il responso e medito il da farsi. Mia sorella,coincidentemente,poiché siamo una famiglia che la sfiga va a trovare volentieri,è reduce da un intervento molto serio e non può fisicamente essere di aiuto. Tu,Mamma,fai quello che puoi,data l'età,e va bene così,nessuno ha da ridire. Ci sono le notti da fare in ospedale,ci sono io,mi accollo senza indugio la responsabilità e mi trasferisco a casa vostra,a 200 km da dove vivo,per il tempo che servirà. I primi giorni da soli tra me e te scoppia l'inferno. E' vero,non siamo mai andati d'accordo,su niente. Forse perché ci separa il possesso di un cervello e di un cuore,cosa di cui tu non sei mai stata dotata e questo,stranamente,non ti ha impedito di vivere e continuare a farlo in barba alle leggi della biologia. Peccato. Ma torniamo a noi. Io mi faccio tutte le notti,tranne una gentilmente sostituito da mio cognato,di giorno tento di dormire un po e vado avanti e indietro tra farmacie,supermercati e parenti. No problem,ce la posso fare. Tu a volte fai la vittima a volte mostri i denti,ma per me è storia vecchia,non ti cago e tiro dritto. Viene il giorno in cui mio padre mi dice che vuole tornare a casa,che vuole morire nel suo letto,che di morire parcheggiato in ospedale ne farebbe anche a meno. E' sempre stato lucidissimo,fino all'ultimo. Abbiamo persino irriso un po la Morte,con cautela. Una volta mi ha detto:"Guarda te se a 80 anni devo finire in un letto pieno di morfina come un drogato" Gli risposi che a lui,i cancelli,quando fosse venuto il momento,non glieli avrebbe aperti S.Pietro,ma S.Patrignano. E ridemmo,tra tosse e sgomento,ma ridemmo. Comunque gli dico che mi faccio spiegare tutto dai medici e cercheremo di fare il possibile,se si può fare. Necessariamente ne parlo con te,che hai sempre frignato il tuo grandissimo amore per lui. Mi dici che non sai,che bisogna sentire bene i medici,che potremmo non farcela e ti metti a piangere. Ok,sono solo. Torno da mio padre in ospedale,sono le 9 di un lunedì di Marzo,tre giorni dopo morirà. Mi ha aspettato sveglio,mi guarda fisso. Gli chiedo cosa vuole fare. Mi dice che me lo aveva già detto. Si,in effetti si. Chiamo la dottoressa di turno e gli chiedo se può organizzare il trasporto. Sulle prime recalcitra,dice che sarà un carico pesante da portarsi,che in ospedale potrebbe essere seguito meglio,che potremmo non essere pronti. La porto da mio padre,è sveglio e cosciente,le parla,dieci minuti dopo una dottoressa commossa e con gli occhi lucidi cerca al telefono la prima ambulanza disponibile. Si torna a casa. Tra trovare l'ambulanza,preparare papà,carte da firmare,ascensori,barellerei,arriviamo a casa alle 11 di sera,piove. Ti avevo avvertita per telefono del nostro arrivo,la tua unica risposta è stata "Come,adesso?"
Si,adesso. Hai accolto me e l'ambulanza con la stessa faccia con cui si sarebbe accolto un carico di peste. E ce ne siamo accorti tutti. I barellerei. Io. Tuo marito. Per i tre giorni successivi hai intralciato,bestemmiato e maledetto,facendoti sentire anche da lui,che ti urlava dalla camera,col poco fiato che aveva ancora,che a casa aveva voluto venirci lui. Che quella era anche casa sua e che,se aveva avuto il diritto di pagarla e di viverci,allora aveva anche quello di morirci dentro. Dal mio punto di vista,ineccepibile. Quindi,al colmo della più cieca rabbia,una sera mi hai accusato di dargli troppa morfina in gocce quando aveva le crisi violente,procedura che mi era stata spiegata da medici,infermieri e assistenti domiciliari. E lo hai fatto,guarda caso,davanti a mio nipote,passato da li per salutare il nonno. Come ti sei sentita quando senza dire niente ho preso il telefono e ho chiamato a raccolta la famiglia?
Cosa hai provato quando,davanti a tutti,un vecchio morente ti ha mandato a fare in culo e ti ha detto che dovevi piantarla,dovevi lasciarmi stare,buona a nulla? Come ti sei sentita quando,davanti a tutti,ho estratto di tasca il foglietto su cui,diligentemente,mi ero annotato le istruzioni che mi erano state date e che stavo seguendo alla lettera,e ti ho invitato,se non ti fidavi di me,a fare altrettanto da sola? Cosa provi quando tua figlia,i tuoi nipoti ti guardano con occhi diversi,come ci si sente a essere vista come una madre che ha cercato di accusare il proprio secondogenito di avvelenare,più o meno consapevolmente,il proprio padre devastato dal cancro e in dirittura d'arrivo per i verdi pascoli? Si,ti ho sputtanato. E' stata lunga e dura,e non avrei voluto ci volesse un lutto come perdere il proprio padre per riuscirci. Ma è successo,aggiungendo così tristezza alla tristezza,e ora,finalmente tutti sanno chi sei. Non ti rimane che quello che sei ora,una vecchia zitta e piena di vergogna che non osa più alzare lo sguardo al di sopra del pavimento. Una vecchia stupida donna che aveva bellamente ignorato il barile di merda in cui si stava cacciando,e che adesso ci affoga. Dal canto mio,a Marzo ho seppellito due genitori e sono orfano. Tu sei la madre di mia sorella. Mi spiace per mia sorella,avere una madre così. Ma a lei voglio bene lo stesso. Perché anche con te come madre,è riuscita a essere diversa da te come donna. Goditi la tua casa vuota,guarda pure crescere la muffa sui muri,nota gli sguardi di chi è venuto a conoscenza del tuo comportamento di merda. Chiuditi nella tua vergogna e abbi almeno la decenza di morirci,Mamma. Sopravvivere a tale miseria morale sarebbe davvero di cattivo gusto. Il tuo disaffezzionatissimo,orfano,libero figlio.
12 commenti
mi ha fatto male addentrarmi nel tuo calvario che è stato poi lo stesso che ho vissuto io
avrei un po' di cose da dirti ma voglio prendermi del tempo per farlo
ti anticipo solo una cosa, che poi sta alla base del mio ragionamento
le reazioni, da persona a persona, sono talmente diverse che io in quegli anni dolorosi ho imparato a non analizzare altro che le mie
=Non mi dilungo su ciò che è stato,non servirebbe.=
Quindi anche prima non era meglio?
È davvero doloroso.
GiĆ .
Si,è davvero doloroso.
Si,anche prima non era meglio.
Acerbis,qualunque cosa vorrai scrivermi la leggerò,ma dato l'argomento non credo di poter dire che sarà un piacere. Posso offrirti solo la mia solidarietà da figlio orfano di madre vivente.
I genitori non ce li scegliamo,ma ricorda una cosa:accettandoli come persone,anche se non corrispondono a ciò che tu vorresti come genitore (ed è doloroso) fai un favore solo a te stesso.
Auguri.
disaffezzionato forse... libero mai. hai avuto amore compassione e abnegazione per tuo padre, possibile che l'hai finita tutta? ora é tua madre che ha bisogno... no non ci credo, uno che si é caricato un peso così enorme non può abbandonare sua madre nell'inferno, non lo fare per lei... fallo per te.
non posso dire di aver fatto la stessa esperienza, ma per certi versi simile, almeno nella parte conflittuale madre/figlio... le avevo dichiarato guerra, con un paziente "lavoro di anni é riuscita a farmi odiare papà. ... poi la vita pareggia i conti, e mamma é andata in un ospedale psichiatrico ... un posto orribile dove si seppelliscono vive le persone, "é quello che ti meriti... Sbronza!"hho rischiato di perdere la mia fidanzata (mia moglie oggi) per lei,ssono andato ho casa, ed ho pianto come non lo facevo da anni, ho sentito la sua psichiatra, il suo medico di famiglia, i medici
scusa ho fatto invio prima di terminare.i medici della struttura, e tutti mi dicevano che doveva finire la terapia, io invece l'ho portata via a casa da quel lager infernale. sono passati 5 anni, mia madre sta meglio(da certe patologie non si guarisce) e devo stare sempre sul chi va la per proteggere mia moglie e mio figlio da lei, ho fatto la cosa giusta... fallo anche tu, salvata dal suo inferno.
mi spiace
Non ho molto da dirti....solo coraggio tu hai fatto tutto quello vhe potevi e tuo padre questo la saputo e apprezzato. Ora ti veglierå dal cielo.... un saluto
Salvare cosa?
Di mia madre ormai non si salva niente,Gagenore. Ha dato il peggio di se,il meglio devo ancora vederlo. Perchè non c'è. E ti ricordo che anche S.Luca dice si,porgi l'altra guancia. Ma dopo la seconda,non dice più niente. Io le guance le ho finite.
e perché allora tuo padre si mise con lei?
Non lo so
E ormai non lo saprò mai.
Ma i simili si attirano.
Nemmeno lui in gioventù è stato granchè.
Ma si è rivalutato un bel po negli anni.
Lei no,è solo peggiorata.
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mi spiace per tuo padre
e per la tua infanzia