Ven
16
Ott
2015
Non mi piace insegnare
sono laureata in lettere ,con diverse specializzazioni in arte e scrittura ,ho lavorato per 10 anni come insegnante ma dopo un'esperienza negativa a scuola ho capito che non é cosa mia. I miei parenti insistono e senza il mio consenso e con tutta la mia titubanza hanno fatto le domande al posto mio per farmi insegnare. Lo trovo scortese e soprattutto mi trattano come una bambina, non mi piAce come mi hanno trattata scavalcando e mettendo di lato la mia volontà! Decidono al posto mio... Che dovrei fare per uscire dal terrore di essere chiamata da un momento all'altro da qualche scuola ad insegnare che mi hanno creato loro??
16 commenti
>Che dovrei fare per uscire dal terrore di essere chiamata da un momento all'altro da qualche scuola ad insegnare che mi hanno creato loro??
Dire ciò che pensi in faccia ai tuoi genitori.
Non hai una pistola puntata contro che ti obbliga a dover dire di si nel caso una scuola ti chiama, puoi sempre dire di no.
Hanno fatto domanda loro per te? A tua insaputa? Ma che???
E se non vuoi insegnare basta dire di no, quando verrai chiamata.
bhe ti laurei in lettere (piu che insegnare cosa potresti fare con questa laurea?), ti accorgi dopo 10 anni che insegnare non fa per te, probabilmente stai a casa senza fare un tubo
ci credo che ti trattano come una bambina
tira fuori le pxxxe sei grande!
Non sei una bambina, decidi per conto tuo!!!
fanculo la scuola e i giovani
Ti capisco perfettamente. A me la scuola ha sempre fatto schifo, fin da adolescente. Anch'io mi sono laureato in lettere e non ho mai voluto insegnare; e infatti non ho mai insegnato: non sono abbastanza masclazone da prendere per il culo i giovani e non sono abbastanza nevrotico da mettermi a combattere contro la loro maleducazione. La scuola è soltanto una grande presa in giro, piena di cazzate, in cui i ragazzi vengono alienati da se stessi: una fabbrica di conformisti insipienti che andranno ad allargare le fila dei poveri disgraziati sfruttati e sottopagati. In più negli ultimi anni i giovani sono diventati ingestibili e ottenere un po' di rispetto in classe è più difficile che scalare l'Hymalaia (una mia conoscente che fa l'insegnante, ormai, passa da un esaurimento nervoso all'altro). Lascia stare la scuola e cerca lavoro in altri settori.
fai anche te domanda per lavorare in un sexy shop...?
Condivido in pieno l'opinione di Anonimo.
Io ho un dottorato di ricerca in letteratura italiana e precedentemente una laurea in lettere con il massimo dei voti. Ho avuto varie esperienze di insegnamento, in primis all'università. Insegno saltuariamente, per periodi più o meno lunghi, specialmente alle medie. Al di là del è la mediocrità dell'ambiente che non sopporto. La scuola italiana, soprattutto media, sono un covo di mediocrità e di conformismo volgare. Parlo soprattutto dei colleghi. Gente che ha dei limiti mentali e delle carenze culturali incolmabili. Il resto è noto ai più: ragazzini insopportabili, sciocchi, maleducati, ignoranti, digitalizzati spalleggiati da genitori ancora più orribili di loro. Ero partita con le migliori intenzioni, ma ben presto mi è venuto il disgusto. Capisco, dunque, chi a scuola ci va malvolentieri. Capita anche a me: lo faccio solo per ragioni di sostentamento. Mai lo farei solo "per punteggio". E mai dovrebbe farlo nessuno, giacché si è già abbastanza sfruttati così. Perché stare a scuola non significa soltanto le tue 18 ore, ma decine e decine di ore sprecate in inutili consigli di classe, d'istituto, scrutini e cazzate varie extra-scolastiche (in orari pomeridiani) a cui sei obbligato a partecipare anche se sei un supplente temporaneo e non te ne frega assolutamente una mazza. Non ne parliamo poi se insegni in una scuola lontana dalla tua abitazione... a me è capitato spessissimo di fare un'ora e mezza/due ore di viaggio all'andata e altrettanto al ritorno per raggiungere la sede della scuola. E posso garantire che farlo tutti i giorni per mesi è devastante per lo stato psico-fisico. Ora sto insegnando in provincia e quando esco alle 14 arrivo a casa alle 16, distrutta. L'indomani devo alzarmi alle 5 per prendere il treno alle 6.30... praticamente non hai la forza per fare nient'altro, se non quella che ti rimane occuparti della casa, della spesa, del pranzo e della tua igiene personale. Salvo la pace di pochi, i colleghi che ho conosciuto erano davvero impraticabili, frustrati, timorosi, depressi, gretti.I/le presidi, in generale, mi hanno sempre apprezzata moltissimo. Non nego di aver passato qualche bel momento nelle classi in cui sono stata, di essermi affezionata ad alcuni alunni "speciali", di averli difesi ed aiutati quando mi accorgevo di discriminazioni, ma mi sento di dire anch'io che la scuola (specie quella media italiana) non fa per me ed io soltanto apparentemente le appartengo. Per trovarti bene in questo lavoro devi essere una persona estremamente mediocre, come gli altri. Ho un'amica che a scuola si trova benissimo, ma perchè? Pur essendo una persona molto colta e molto intelligente ha una vocazione alla mediocrità e non saprebbe neanche immaginare di stare in un contesto diverso. Non ci arriva, ecco. Purtroppo, occorre quella vocazione: se non ce l'hai, insegnare è un incubo. Ho sostituito colleghe che si era messa in aspettativa non retribuita perché impazzita a causa di alunni, genitori, colleghi. Questo per farvi capire che non tutti riescono a sopravvivere.
Non ho alcun tipo di certezza verso l'avvenire, ma se mi guardo in prospettiva, in un domani senza tempo, io so solo una cosa: che io non vorrò mai passare la vita a fare l'insegnante.
Scuola è vocazione... alla mediocrità
Condivido in pieno l'opinione di Anonimo.
Io ho un dottorato di ricerca in letteratura italiana e precedentemente una laurea in lettere con il massimo dei voti. Ho avuto varie esperienze di insegnamento, in primis all'università. Insegno saltuariamente, per periodi più o meno lunghi, specialmente alle medie. Al di là delle problematiche comuni, è la mediocrità dell'ambiente che non sopporto. Le scuole italiane, soprattutto medie, sono un covo di mediocrità e di conformismo volgare. Parlo soprattutto dei colleghi. Gente che ha forti limiti mentali e carenze culturali incolmabili. Il resto è noto ai più: ragazzini insopportabili, sciocchi, maleducati, ignoranti, digitalizzati, spalleggiati da genitori ancora più orribili di loro. Ero partita con le migliori intenzioni, ma ben presto mi è venuto il disgusto. Capisco, dunque, chi a scuola ci va malvolentieri. Capita anche a me: lo faccio solo per ragioni di sostentamento. Mai lo farei solo "per punteggio". E mai dovrebbe farlo nessuno, giacché si è già abbastanza sfruttati così. Perché stare a scuola non significa soltanto le tue 18 ore, ma decine e decine di ore sprecate in inutili consigli di classe, d'istituto, scrutini e cazzate varie extra-scolastiche (in orari pomeridiani) a cui sei obbligato a partecipare anche se sei un supplente temporaneo e non te ne frega assolutamente una mazza. Non ne parliamo poi se insegni in una scuola lontana dalla tua abitazione... a me è capitato spessissimo di fare un'ora e mezza/due ore di viaggio all'andata e altrettanto al ritorno per raggiungere la sede della scuola. E posso garantire che farlo tutti i giorni per mesi è devastante per lo stato psico-fisico. Ora sto insegnando in provincia e quando esco alle 14 arrivo a casa alle 16, distrutta. L'indomani devo alzarmi alle 5 per prendere il treno alle 6.30... praticamente non hai la forza per fare nient'altro, se non quella che ti rimane per occuparti della casa, della spesa, del pranzo, della cena e della tua igiene personale. Salvo la pace di pochi, i colleghi che ho conosciuto erano davvero personaggi impraticabili, frustrati, timorosi, depressi, gretti. I/le presidi, in generale, mi hanno sempre apprezzata moltissimo. Non nego di aver passato qualche bel momento nelle classi in cui sono stata, di essermi affezionata ad alcuni alunni "speciali", di averli difesi ed aiutati quando mi accorgevo di discriminazioni, ma mi sento di dire anch'io che la scuola (specie quella media italiana) non fa per me ed io soltanto apparentemente le appartengo. Per trovarti bene in questo lavoro devi essere una persona estremamente mediocre, come la maggioranza degli insegnanti. Ho un'amica che a scuola si trova benissimo, ma perchè? Pur essendo una persona molto colta e molto intelligente, ha una vocazione alla mediocrità e non saprebbe neanche immaginare di stare in un contesto diverso. Non ci arriva, ecco. Purtroppo, occorre quella vocazione: se non ce l'hai, insegnare è un incubo. Ho sostituito una che si era messa in aspettativa non retribuita perché impazzita a causa delle ostilità che riceveva da alunni, genitori, colleghi, preside. Questo per farvi capire che sei non sei come "loro" o se non riesci a fingere integrazione in quel sistema, non riesci a sopravvivere.
Non ho alcun tipo di certezza verso l'avvenire, ma se mi guardo in prospettiva, in un domani fuori dal tempo e dallo spazio, io so solo una cosa: che io non vorrò mai passare la vita a fare l'insegnante.
Fatti rispettare
E loro rispetteranno a te
Alle scuole medie
Si è quasi adolescenti
tu prova a parlargliene
Alla tua età
ancora fai decidere la tua famiglia epr te?
Sveglia! Via di casa e cerca lavoro.
Possibile soluzione
Anch'io con un dottorato sono finito a insegnare al liceo. Si deve pur mangiare. C'è di peggio. Se sei belloccia (ma non è nemmeno indispensabile), trova un agiato professionista che ti sposi e ti mantenga. Con una laurea e un dottorato, sei la perfetta ragazza da presentare ai genitori, e che farà bella figura in salotto e al circolo. In genere negli ambienti ciellini si trovano ragazzi di alto livello socio-economico. Scusa il consiglio opportunistico e biecamente maschilista. Con un marito agiato, anche la condizione di professoressa si sopporta meglio. C'è la consolazione di tre o quatro vacanze all'anno in begli alberghi.
VIA DALLA SCUOLA PER SEMPRE 🤮
Personalmente mi trovo in una situazione simile alla tua. Sono un insegnante precario da 7 anni e ODIO LA SCUOLA!
Ebbene sì LA ODIO COMPLETAMENTE per tanti motivi:
1) Nel corso degli anni ho subito ingiustizie legate alla valutazione dei titoli culturali e servizio. In poche parole mi sono accorto che, a fronte degli identici titoli presentati nelle domande di aggiornamento delle graduatorie alle segreterie delle scuole pilota, sistematicamente ai titoli da me presentati non veniva riconosciuto alcun punto, mentre in altre segreterie per gli stessi e identici titoli veniva attribuito il punteggio sperato! Naturalmente a questa ingiustizia non puoi fare nulla se le persone "fortunate" non si trovano tra le scuole da te scelte oppure, se anche fossero nella stessa tua graduatoria, in posizione vicina alla tua. IN POCHE PAROLE NON PUOI FARE NULLA E DEVI ANCHE STAR ZITTO!!!
2) Dopo ben 2 lauree con 110/110 e lode ed una media del 30 anche nel percorso di abilitazione, non mi sono abilitato con 100 per un 29 (anziché 30) alla discussione della tesina di abilitazione (una vera presa per il culo della durata max di 10 minuti). Insomma mi sono sentito preso per il culo anche dalla mia stessa Università!
3) Avrei immediatamente mandato a fare in culo tutto se non fosse stato per la salute già precaria dei miei genitori che si sono opposti alla mia volontà di abbandonare.
INSOMMA LA SCUOLA PER ME È DIVENTATA SINONIMO DI FRUSTRAZIONE! 🤢
COME MI PIACEREBBE TROVARE UN ALTRO LAVORO E MANDARE STA M.... A F.C.
È tutto vero ...
Lavoro da 30 anni nelle scuole italiane. Ho fatto di tutto per dare il meglio di me stessa ma nn è servito a niente: i ragazzi vogliono mediocrità nel migliore dei casi è fare ciò che vogliono nei peggiori. Sono stata sbattuta in scuole di tutti i tipi xké anche se di ruolo praticamente da sempre x aver superato brillantemente un concorso, anche se sei la migliore insegnante del mondo quando sei in sovrannumero vieni cacciata in malo modo nelle sedi peggiori dove devi ricominciare tutto da capo per farti accettare da figure ignoranti e prepotenti che abitano le segreterie scolastiche( avete mai conosciuto segretarie,applicate o cose del genere un po' gentili?).
Sono rimasta solo x ragioni economiche e ora vorrei SCAPPARE ma le riforme pensionistiche me lo negano. Dovrei rimanere in questo girone infernale animato da allievi maleducati e docenti insipienti fino a 67 anni!!!! Ma vi rendete conto? Un docente è deriso quando è giovane ma da "maturo" è disprezzato soprattutto se come me,insegna scienze motorie,in palestra, con il corpo non più scattante e aitante. L' unica via che mi resta é la fuga anche se senza reti di salvataggio perché non ho soldi né lavori alternativi. FATE IL TIFO PER ME E NON NEGATE LA SOFFERENZA D ESSERE INSEGNANTI NELLA SCUOLA ITALIANA.
Via tutti dall'Italia. Questo Paese VUOLE che le cose non cambino.
La politica e l'economia funzionano: si è deciso di far andar male le cose e stanno andando male come volevano.
Non hanno di che lamentarsi, anche Berlusconi da un po' ha smesso coi comunisti. È partita vinta per loro e persa per noi. Io direi che la meglio cosa è emigrare.
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Sfrutta la tua laurea e le tue specializzazioni per cercare lavoro in altri campi. Se la tua famiglia ti vede seriamente intenzionata a cambiare settore forse si rassegnera`.
Se ti chiamano per offrirti un contratto di lavoro in una scuola rifiuta: in fin dei conti, spetta soltanto a te accettare o meno.
Pero`, se sei laureata e hai lavorato gia` dieci anni nella scuola , significa che sei intorno ai 35 anni: la tua famiglia prende ancora decisioni al tuo posto?