Mar
22
Apr
2014
Ordinaria Ira
Eravamo ragazzi e ci dicevano: "Studiate, sennò non sarete nessuno nella vita". Studiammo. Dopo aver studiato ci dissero: "Ma non lo sapete che la laurea non serve a niente? Avreste fatto meglio ad imparare un mestiere!". Lo imparammo. Dopo averlo imparato ci dissero: "Che peccato però, tutto quello studio per finire a fare un mestiere?". Ci convinsero e lasciammo perdere. Quando lasciammo perdere, rimanemmo senza un centesimoo. Ricominciammo a sperare, disperati. Prima eravamo troppo giovani e senza esperienza. Dopo pochissimo tempo eravamo già troppo grandi, con troppa esperienza e troppi titoli. Finalmente trovammo un lavoro, a contratto, ferie non pagate, zero malattie, zero tredicesime, zero TFR, zero sindacati, zero diritti. Lottammo per difendere quel lavoro. Non facemmo figli - per senso di responsabilità - e crescemmo. Così ci dissero, dall'alto dei loro lavori trovati facilmente negli anni '60, con uno straccio di diploma o licenza media, quando si vinceva facile davvero: "Siete dei bamboccioni, non volete crescere e mettere su famiglia". E intanto pagavamo le loro pensioni, mentre dicevamo per sempre addio alle nostre. Ci riproducemmo e ci dissero: "Ma come senza una sicurezza nè un lavoro con un contratto sicuro fate figli? Siete degli irresponsabili". A quel punto non potevamo mica ucciderli. Così emigrammo. Andammo altrove, alla ricerca di un angolo sicuro nel mondo, lo trovammo, ci sentimmo bene. Ci sentimmo finalmente a casa. Ma un giorno, quando meno ce lo aspettavamo, il "Sistema Italia" fallì e tutti si ritrovarono col culo per terra. Allora ci dissero: "Ma perchè non avete fatto nulla per impedirlo?". A quel punto non potemmo che rispondere: "Andatevene affanculo!".
11 commenti
Perché dare retta alle parole dell'altro. Ogni cosa che vi dicevano la facevate.
bravissimo
non fa una piega, bravissimo, bisognerebbe farla leggere a tutti i tg tutte le sere prima della fine dei programmi
I boccaloni non se la passano tanto bene.
Che brutto futuro che avremo, ragazzi....
Esattamente quello che saremo in grado di costruire.
io
io me ne andrei ma mi macherebbe la famiglia e ho alcuni problemi di salute... sono un po' disperato...
Axel hai conosciuto Pennywise da piccola?
Ottimo post.
Axel È Pennywise!
Io appartengo alla schiera di coloro che negli anni 80 (non importa andare indietro ai 60) con uno straccio di diploma ha vinto un concorso e ha un lavoro a tempo indeterminato da più di trent'anni. Mi spiace che a volte il fatto di aver avuto la fortuna di vivere in un periodo migliore di oggi diventi quasi una colpa. La situazione che hai descritto, così tragicamente vera, la vivo con angoscia anch'io, se non altro perché ho due figli e non ho la più pallida idea di cosa li aspetta, o meglio ce l'ho ma è meglio che non ci pensi.
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la generazione sandwich si chiama.
Una realtà che in pochi riconoscono e che oramai si accetta come triste destino.