Le furbone

sono sicure di valere un tesoro, ecco che fanno. è l'autostima, cara mia, l'autovalutazione che ugnuno di noi fà a fare la differenza. non l'altezza, il peso, il colore degli occhi. ma l'autostima. è solo lei che fa la differenza nella vita. se ti stimi una regina avrai un regno. se ti stimi una servetta avrai una cucina da pulire.

queste non sono furbone, sono donne che hanno un obiettivo e lo portano fino in fondo. in altre parole va bene, le puoi anche chiamare furbone. o zoccole. o spiumapolli. ma sono formule dettate dall'invidia, tesoro, lo sappiamo io e te. vorremmo essere come loro. vorremmo stimarci un tesoro sommerso. vorremmo utilizzare la nostra femminilità come un'arma pericolosissima. ma la realtà è che non è che non possiamo: ci manca il coraggio. siamo vili. è triste dirlo, perchè tu dici "beh, non sono una furbona, ma almeno ho queste qualità". ma sono scuse per rendere meno amara la verità. al di là del fatto che tu voglia o meno spiumare ricconi. in realtà vorresti avere quella speciale qualità che hanno queste donne, belle o brutte, alte o besse, magre o grasse: un'invidiabile sicurezza in se stesse. e la consapevolezza di essere il meglio sulla piazza. e se a qualcuno non piace può anche andarsene, loro non si muoveranno di un millimetro. quella sicurezza che ti fa continuare a usare il rossetto rosso fuoco anche se il ragazzo che ti interessa e che hai appena conosciuto ti ha detto che ti sta male. cambialo, e lui si scorderà come ti chiami. tienilo, e lui sbaverà ai tuoi piedi come un cucciolo di boxer. vorresti avere il coraggio di amarti, di dire "voglio questo" e prenderlo. e dopotutto, che ci sarebbe di male? sui ricconi tranquilla, se gli porti via un millesimo di quello che hanno non è certo un dramma. anzi, il riccone potrebbe anche stimare la tua intelligenza per questo (e infatti non è facile fregare un riccone, i ricconi sono scaltri, se no non lo sarebbero diventati). per il resto ci insegnano sin da piccole (sì, specie alle femminucce) che dobbiamo accontentarci del primo morto di fame che ci capita e farcelo bastare per la vita. e che comunque è peccato mortale usare il nostro corpo e la nostra femminilità per ottenere delle cose. poi ci mettono davanti alla tele a sorbirci i culi e le tette di mediaset, e quattro galline che si scannano per un tronista, e tutti questi paradossi naturalmente provocano un cortocircuito. diventiamo desiderose di usare le nostre armi, ma timorose di farlo per la paura di essere giudicate delle "puttane". ew invece queste donne non ci sono cascate: fanno ciò che più aggrada loro senza sensi di colpa. e infatti sono poche quelle che lo fanno fino in fondo.

scusa, ho divagato. ma ora che l'ho fatto mi sento meglio.