Mer

30

Mag

2012

E' sempre lo stesso giro di ruota.

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Sono una persona fragile.

Ansioso, paranoico, insicuro.

Negli ultimi anni ho sbagliato tutto.

Nessun ricordo felice.

Ci sono molti modi di affrontare le difficoltà: adattarsi, mostrare i denti, ritirarsi sull'aventino. Io ho optato per dire no alla vita, in ogni sua forma. Mi sono chiuso in una stanza a fare a pugni con i miei errori. Finchè la rabbia mi ha sorretto, ho tenuto botta con coraggio e malsana abnegazione. Laddove potevo, laddove il risultato era rimesso solo ed esclusivamente alla mia forza di volontà, prendevo. Ma era solo questione di tempo: la rabbia prima scalda, poi brucia. Consuma, ti consuma. E quando non ne hai più, non hai più niente.  

Sono entrato in uno stato vegetativo. 

Ho mollato.

Allora ho cercato di guardarmi intorno, di esplorare terreni che avevo scientemente respinto per paura di perdermi ancora. Ho abbandonato il dovere e cercato il piacere, ma non l'ho trovato. Con grande fatica ho lavorato sulle mie insicurezze, mi sono dato una chance. Ho fallito. Sono fragile, ansioso, paranoico: vorrei certezze, vorrei che fossero i fatti a premiare i miei sforzi, ad assicurarmi che sono una persona migliore di quella che credo. Non è facile trasformarsi in cigno, quando tutto intorno a te suggerisce che tu sia un brutto anatroccolo. Finchè non accadrà non avrò mai la tranquillità di vivere certe situazioni con il distacco che meritano, e continuerò ad approcciarmi al sentimento con la rassegnazione del fallito. Un grande senso di vuoto, ed ogni volta che tento di colmarlo il buco si allarga sempre di più.

E poi ci sono le responsabilità. Quelle tue, e quelle che non sono tue ma lo diventano. Lo diventano perchè altrimenti il piatto piange. Anche quelle le ho a lungo schivate, non ne volevo sapere. Prima o poi però bussano alla tua porta, ricordandoti che stai diventando vecchio. 

E' sempre lo stesso giro di ruota.

Aiuto.

3 commenti

Anch' io sono un disadattato. E l'unico consiglio che ti posso dare è quello di non uniformarti al gregge. Se ti sforzerai di essere come gli altri fallirai sicuramente nel tuo scopo, e sarei ancora più solo ed infelice. Meglio rimanere sé stessi che scimmiottare inutilmente le persone felici.

Avatar di EmmenbergerEmmenberger alle 16:33 del 30-05-2012

sono nuova in questo sito,

non mi sono ancora sfogata e mi sembra assurdo cercare di consolare persone che hanno la mia stessa situazione, distribuendo consigli su come cambiarla e nel frattempo essendoci anche dentro.. perciò visto che mi sento nello stesso identico modo tuo, e tutto quello che vorrei è uscirne,

ti propongo un aiuto. parliamo, discutiamo, sosteniamoci a vicenda,

l'unica cosa che mi è rimasta dentro da quando tutto questo schifo mi circonda è la voglia di migliorare.

si, anche se a momenti, anche se nei modi più assurdi, anche se durante il giorno si trovano mille espedienti per evitare di cambiare, io penso che da soli sia difficile uscirne.

Perciò lottiamo in due, almeno.

Pensaci e sappimi dire,

zooey

Avatar di zooeyzooey alle 00:09 del 31-05-2012

sono l'autore della discussione.

grazie del messaggio zooey.

c'è stato un punto della mia vita, 6 anni fa, in cui tutto ha cominciato ad andare male. è stata una cascata di scelte sbagliate ed episodi sfortunati, un turning point negativo che ha eroso la mia felicità prima e la mia voglia di reagire poi, giorno dopo giorno.

dapprima, ho egoisticamente rifiutato di interessarmi di tutti quei (pur grandi) problemi che non mi toccavano direttamente. e devo dire grazie ogni giorno per avere una famiglia che non me l'ha fatto pesare. Avevo tanta rabbia dentro, desideravo solo a fare pugni con il mondo. Sono scappato da tutti quegli aspetti del mio vivere personale che non sapevo come affrontare, mi sono rinchiuso in me stesso e finchè la rabbia non mi ha arso vivo l'ho veicolata nell'unica realtà che potevo modellare, rifiugiandomi nella sicurezza dell'appagamento accademico/professionale. Soddisfazioni effimere, fugaci, ma reali. E' stato il mio tutto per qualche anno.

Poi ti svegli una mattina e puf. Se fai qualcosa perchè non ti resta altro nella vita prima o poi quella cosa ti provocherà la nausea di vivere. Ho tenuto dentro tutto finchè non sono esploso: attacchi di panico e poi sempre più giù.

Ho pensato che forse era il caso di reagire in qualche modo. Fortuntamente non mi sono mai mancati gli amici. I vecchi amici, specifico. I nuovi non ci sono. E' dura fare nuove conoscenze se sei in fuga perpetua.

I vecchi amici mi hanno tirato per la giacchetta. Mi hanno inserito nel loro circolo e mi hanno dato la possibilità di riaprire gli occhi sul mondo. Per un po', pochino, ha funzionato. Il tanto da convincermi che valeva la pena uscire dal guscio.

Ed è tornata l'onda.

In casa gli scricchiolii hanno cominciato ad essere talmente forti da non poter essere più ignorati. Quando vedi tua madre piangere un giorno si e l'altro pure, non puoi restare indifferente. Ci sono cose che non voglio raccontare, sappiate solo che ho dovuto "prendere coscienza", e non è stato, non è, facile.  

Ho comunque cercato di accantonare quanto più potevo e continuare ad aprirmi un pochino. Uno dei tanti aspetti tragici della mia timidezza è sempre stato quello sentimentale. Sono fragile e molto insicuro di carattere, con alle spalle uno storico difficile che ha letteralmente distrutto la mia autostima ed ingigantito ogni mia paura. Sono arrivato al punto tale da non potermi approcciare con una ragazza senza pensare ossessivamente che "non può essere interessata a me e se lo è sta sicuramente cercando di fregarmi". Ogni "no" è amplificato dalla mia acquista tendenza autodistruttiva. Io smuovo anche la montagne quando mi muovo, ma è più facile muovere una montagna che il sottoscritto. Cerco sempre quella giusta, perchè è il mio modo di essere: ho bisogno di stabilità, equilibrio, affetto. Con un tale background caratteriale, ogni rifiuto pesa come un macigno: primo, perchè non è mai un "no" qualunque; secondo, perchè mi porta ad interrogarmi su me stesso, e la conclusione è sempre che un fallito come me non può certo sperare di ottenere dei "si" sinceri. Avevo maturato la convizione che fosse meglio la solitudine della mia buca, piuttosto che mostrare il fianco ad altra sofferenza. Ma non era (e non è) giusto, e così ho cercato di migliorarmi anche in quello. Lo so che sembra banale, ma ho fatto tanta tanta tanta fatica a superare di nuovo la paralisi della paura del rifiuto. 

Peccato che non sia servito a niente.

Sono seguiti solo altri rifiuti, e sono tornato al punto di partenza.

Uno in particolare mi ha distrutto. 

Quest'anno è stato peggio degli altri. In generale, dico. Avevo bisogno della solitudine della mia buchetta per fronteggiare responsabilità da cui dipende il mio intero futuro. Lei mi ci ha tirato fuori a forza, e poi mi ha respinto dentro. Senza cattiveria nè egoismo. Con le sue valide ragioni. Che però non leniscono il dolore.

Mi ero illuso che il vento stesse cambiando. Contemporaneamente all'averla conosciuta si erano verificati altri due piccoli miracoli, uno davvero eccezionale nella sua imprevedibilità. 

Sono religioso e ho pregato tanto che fosse un punto di svolta per me e per la mia famiglia.

Sarò infantile, ma non ci credo più.

E' sempre lo stesso giro di ruota. 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 11:20 del 31-05-2012

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