Gio

24

Nov

2011

Non credevo che sarei arrivata a questo

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

So che può sembrare stupido, che può sembrare moooolto confuso. Specie come l'ho raccontato io. Il succo della storia è questo: Mi piace il mio migliore amico da due anni, è impegnato attualmente, mi vede solo come un'amica, ma ha frainteso tutte le mie "esperienze" (che non sono esperienze, perché non sono mai stata con nessuno) passate di cotte-non cotte. Cosa fare? Spiegare il fraintendimento? Ero solita confidarmi con Lui, ma ora?

Non pensavo, non potevo nemmeno immaginarlo, di arrivare a sfogarmi in un "posto" simile. Sempre avuto, e ho tutt'ora, amiche con cui sfogarmi, con cui parlare. Ma stavolta è troppo. Io sono troppo. Stupida. 

Non farei altri che rompere le scatole a loro, anche se non dovrebbe essere così. Ma io devo mostrarmi, devo essere, forte. Non posso cedere. Non con loro. Non con Lui.

Lui, il mio migliore amico, che c'è sempre, sempre, sempre per me. Che mi dà una casa in cui andare, che mi dà un pasto da consumare, ogni volta che può.

Da due anni a questa parte, i miei sentimenti per Lui sono aumentati. Nemmeno era mio amico, all'inizio. Non lo sopportavo, non lo potevo vedere. E ora è il contrario.

Un capodanno, l'inizio.

Un'estate, me ne sono resa conto.

E da lì ad ora ho cercato, in tutti i modi, di non pensarci, non in quel modo. Perché, dai, "è il mio migliore amico, non può piacermi Lui.

Eh sì, diciamocelo. Tutti dicono "ma non è l'aspetto che conta!" Certo, no. Ma ci sono cose che fanno senso. Che ti fanno proprio ribrezzo. Ad esempio, nel mio caso, non potrebbe mai piacermi uno un po' cicciottello. O almeno lo credevo. Perché nonostante tutto, ha cominciato a piacermi davvero quell'estate, quando non era esattamente magro. E non m'importava, perché era Lui.

Ma appunto, era Lui. Non potevo pensarci. E allora continuavo a spingerlo verso una mia amica, pur trattenendolo per un braccio. Perché volevo allontanarlo, ma volevo anche avvicinarlo, averlo per me.

E allora distraiamoci. Seguiamo un perfetto sconosciuto per mesi, scoprendo la sua identità e vari aspetti della sua vita. Un passatempo per non pensarti.

Ma ora non ce la facevo più a fingere. E Lui era sempre lì ad accogliermi in casa sua.

Dopo una delusione da parte di un altro, ho deciso di partire. Di allontanarmi da tutto e tutti. Per anche solo un giorno. In treno. Ed ho chiamato Lui.

E' stato un bellissimo viaggio, di sfogo personale, per buttare via tutto. 

Tornati, mi rendo conto. Ciò che provavo per lui non era affatto cambiato, non era affatto sparito. Era sempre stato lì, un po' nascosto, che faceva capolino. Che mi spingeva a cedere il posto sul divano ad un altro amico, apparentemente per non farlo stare scomodo sul pavimento. E invece era per stare accanto a Lui, pur stando per terra.

E loro? Le mie amiche? Mi spingevano a dirglielo, "diglielo diglielo!". Perché avrei dovuto dirglielo?  Perché insistevano? Me lo chiedevo spesso. E ogni volta, non riuscivo a dirgli proprio nulla. Ma l'aveva capito. Eccome se l'aveva capito. 

Un giorno sfoglia il fatidico quaderno di greco, su cui l'avevo scritto in inglese giorni prima. E non mi dice niente, non è sicuro che sia vero o uno scherzo. Ma dentro di sé sa che non scherzo su queste cose.

E mi dicono "diglielo! diglielo! non lasciare che lo sappia solo tramite quella piccola frase scritta!" e io non ci riesco mai.

Un giorno passato insieme, dopo avermi ospitato per qualche ora, dopo avermi dato un pranzo che non ho mai. Mi accompagna a casa di una delle nostre amiche.

Siamo un gruppo di sette, amici per la pelle, che non ci separeremo mai.

Arrivati davanti casa, accade ciò che non speravo.

"Senti..." Ecco, si comincia. Ha letto ciò che ho scritto sul quaderno, ci ha riflettuto, ci ha pensato a lungo. Mi vede solo come un'amica. Ma. Ma.

C'è qualcosa che lo sconcerta. "come fai, non è un rimprovero o altro, sono solo curioso. Come fai a passare così, da una cotta ad un'altra? Come te lo spieghi?" e io "non me lo spiego". Mi dice di non restarci male, io "ma no, figurati" con gli occhi completamente asciutti, sono forte, so resistere ad una situazione simile. Mi abbraccia, ci salutiamo. Mi volto verso il portone. 

Non sono affatto forte. Non lo sono, e non so perché insisto a mostrarmi tale. Anzi, sono estremamente debole. Lacrime, lacrime, lacrime. Mi importava, mi importava davvero. Mi importa, davvero.

D'altronde, con chi altro potrei stare? Se non lui? E' Lui. E' solo Lui. Che sa tutto di me. Forse è proprio questo. Sa troppo.

Insomma, come me lo spiego, che passo da una cotta a un'altra così? Non me lo spiego. Perché io SO. Io so come mi sentivo, so cosa realmente era, so come andavano le cose.

Gennaio. Il primo (che chiamerò 1) era il primo amico. Il mio primo amico maschio. E non avendo mai avuto alcun amico maschio, l'avevo scambiata per una cotta. Ma me ne sono resa conto subito. Era solo affetto per un amico. Ero giovane, molto giovane e ingenua.

Giugno. Il secondo (2) beh, mi piaceva sì. Ma, come ho detto prima, non avevo molti amici maschi. Dopo un po' mi sono resa conto, tanto non c'è nulla. 

Febbraio. Il terzo (3) era solo la mia reazione al sentirmi dire di piacere a qualcuno. Tempo tre giorni per capirlo. 

Aprile. Il quarto (4) lo sconosciuto, che io e un'amica seguivamo per... hobby. Sì, lo seguivamo per hobby. Lo trovavamo sempre per caso in giro, e lo seguivamo, ci divertivamo. Era un vero e proprio passatempo.

Settembre. 5. Nuovo compagno di classe, molto simpatico, molto malato. Semplice confusione. Nuovo amico, nuovo fraintendimento. E forse anche un po' di pena e istinto materno. Passa subito, dopotutto non provo nulla per questo.

Riparte il passatempo di seguire lo sconosciuto, distraiamoci da Lui, non può piacermi il mio migliore amico. No.

Febbraio. Torna 3. Perché? Rabbia, frustrazione. Mi sentivo sola come un cane. E non potvo ancora crederci che quello lì, 3, avesse detto che gli piacevo solo perché voleva venire a letto con me. Hahaha, tanto non ci sarebbe riuscito. Non sono una facile.

Giugno. Lui. Lì, mi sono resa conto che era così, che non volevo semplicemente ammetterlo da capodanno, che mi piaceva il mio migliore amico. E ho cercato di seppellire, di reprimere per tutta l'estate quei sentimenti.

Dicembre. 6. Uno che mi ha sempre incuriosita un po'. Oh, lui mi è piaciuto davvero. Tanto che credevo che i miei sentimenti per Lui fossero finalmente spariti. D'altronde, erano solo "momenti", come li chiamavo. Delusione finale a settembre. E qui ricomincia tutto.

In realtà non mi era passata. In realtà i miei sentimenti per Lui non erano cambiati.

Sembra chissà che, tutto ciò che ho raccontato. Tre anni interi. In poche righe. Ma dopotutto, le vere "cotte" se così vogliamo chiamarle, erano 6 e Lui. Lui, che alla fine è durata due anni. Che alla fine dura da due anni. E per quanto cercassi di reprimere tutto, di negarmi il tutto, di fingere che non fosse così, lo era.

Ha frainteso. Ha frainteso tutto. Tutto quanto. Lui che le ha sempre viste dall'esterno, non poteva sapere che cosa pensavo io in realtà. Non sono mai stata con nessuno, mai. Perché? Perché l'unico che mi piaceva non ricambiava e l'ho scoperto per certo questo settembre. Nonostante sapessi da giugno e prima. Lo immaginavo, l'avevo capito da sola sin dall'inizio. E mi ero già preparata mentalmente. Quindi, se proprio vogliamo dirla tutta, mi ero messa il cuore in pace già da prima.

Non passo "da una cotta all'altra così". No. no, affatto. E in questi anni ho imparato a distinguere affetto per un amico da altro. So cosa provo per Lui. Lo so per certo. Dopotutto, solo io so come sto.

E mi fa male ora, non riesco più a comportarmi normalmente. Non riesco più a mostrarmi forte. Non riesco più a nascondere tutto.

Cosa posso fare? Solitamente mi confidavo con Lui. Ma ora che è Lui la causa, cosa posso fare? Vorrei spiegargli il fraintendimento. Fargli capire, che alla fine non c'era nessuno nel mio cuore oltre a Lui. 

Piccolo particolare importante: è impegnato, ma tutti sanno che è una storia che finirà presto. Anche perché sembra già ai minimi termini.

 

1 commento

ma scusa che aspetti allora????

vuoi stare a piangerti addosso come i bambini per tutta la vita?

vai da lui, chiarisci, esterna i tuoi sentimenti. saranno ricambiati? non lo saranno? almeno in cuor tuo saprai di aver fatto la cosa giusta e vivrai piu' serena.

in un modo o nell'altro, lui sapra' e poi stara' a lui decidere il vostro futuro. perdervi, rimanere solo amici o molto di piu'.

ma finche' non provi, starai nel tuo angolino a piangere lacrime amare... sapendo di aver potuto agire

Avatar di rabarbarorabarbaro alle 18:16 del 25-11-2011

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