Gio
28
Lug
2011
Non so chi sono
Vivo nel costante pensiero di dover soddisfare gli altri, perchè personalmente non mi apprezzo. Agli occhi del mondo sono un personaggio rispettabile, allegro, nessuno sa che dentro di me ho come una calamità naturale che mi distrugge costantemente. Non mi posso permettere uno psicologo, non ho soldi e non ho il coraggio di chiedere aiuto a nessuno perchè mi vergogno. La maschera che porto è l'unica sicurezza che ho, è il punto al quale fanno riferimento le persone che mi stanno attorno e forse a momenti anch'io, mi aggrappo ad essa per non sprofondare ulteriormente. Non riesco a prendermela con nessuno. Non riesco a rispondere male alle persone a cui tengo, ho paura di deluderle e di sembrare scortese anche se gli altri con me questo problema non se lo pongono. Mi piace aiutare gli altri, sapere che ho reso un loro attimo migliore e non mi aspetto niente in cambio però vengo spesso lesa dalla noncuranza altrui. Vorrei sentirmi più all'altezza del mondo, e invece se penso a me mi sento come un fantoccio di carta velina, fragile e disperso. Non riesco a vivere serenamente perchè ho questo fantasma che mi perseguita, il fantasma dell'autocommiserazione. Tante volte mi vengono fatti dei complimenti che accetto ma a cui spesso penso e li sento come non rivolti a me ma alla persona che mostro d'essere. Mi sento una lagna se apro bocca, non mi piace sfogarmi e parlare di me perchè non voglio annoiare nessuno. La gente crede che io non abbia problemi perchè non lascio trasparire niente di tutto ciò, ed è anche difficile farmi arrabbiare. Ho vissuto situazioni brutte, sono stata lo zimbello della classe anche per colpa mia, mi sono sempre arrampicata a dei modelli per piacere agli altri e a me ma con scarso successo, mi è stato sempre imposto tutto. Mi sto impegnando per conoscermi, ma non so veramente chi sono. Sono tormentata dai sensi di colpa, non faccio che riflettere su cosa sia giusto e sbagliato in me perchè non avendo l'aiuto di nessuno cerco di tirarmi fuori da ciò da sola, come auto-analizzandomi. Se ci penso riesco ad arrabbiarmi e rispondere male ad un professore, a mio padre o mia madre, ma non coi miei coetanei. Non riesco a vivere così, sto male davvero. Ora mi sento scema, scrivo di getto e piango, penso a quanto sia patetico il fatto che io stia scrivendo su un sito internet anonimo perchè non ho il coraggio di parlarne con qualcuno. E' il mio grido disperato che non so se qualcuno ascolterà mai.
Non riesco ad accettare me. Non riesco a buttarmi. Non riesco a ribellarmi. Non mi prendo tempo. Sono stata fatta male, sarò nata sbagliata. Vorrei cambiare vita e andare lontano da tutto e tutti ma mi sentirei in colpa nell'abbandonarli. E' che ho bisogno di volermi bene e di sentirmi voluta bene, ed è da un po' che non va così. Spesso mi chiedo quale sia la vera felicità per me; ho notato che mi sento felice davvero soltanto quando sto con qualcuno. Sono consapevole del fatto che non sia lo stare con qualcuno l'unica fonte di felicità nella vita, infatti questa contraddizione mi fa sentire incoerente e superficiale. So di essere superficiale, e mi fa rabbia, il mio è un tipo di superficialità distruttivo, o è un'eccessiva razionalità. Insomma non riesco a trovare una via d'uscita in tutto ciò, parlo penso rifletto, faccio schemi, e dove arrivo? Da nessuna parte, l'indomani rinizia tutto da capo, è così. Non ne posso veramente più.
2 commenti
e ce ci fai prova a pensare di piu a te stessa se ci riesci...
Anonimo alle 21:53 del 22-03-2013
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Non sforzarti inutilmente
di essere quella che non sei. Se trovi qualcuno di cui fidarti va bene, ma lascia perdere. Tanto la maggior parte del genere umano è feccia che va soltanto ignorata.