Gio
07
Set
2017
Capitolo 2
Buon giorno a tutti, come state? Ho deciso che è arrivato il momento di continuare la mia storia, anche se ritengo non cambi nulla, né a me né a voi.
Here we are, my friends!
Sono sempre stata una bambina autosufficiente, nel mangiare, nel dormire, nel fare i compiti, in tutto. Perciò i miei hanno sempre creduto che non necessitassi di aiuto in niente né, tantomeno, di attenzioni: ero autosufficiente, di che avrei potuto aver bisogno? È dall'età di 4/5 anni che non ricevo "coccole" dalla mia famiglia, zero attenzioni, zero dimostrazioni di affetto, come se fossi "troppo avanti per queste cose". Appena chiedevo consiglio o aiuto per qualcosa, anche solo per ricevere un poco di attenzione (che cercavo come fosse aria), mi spronavano ad arrivarci da sola, "ce la puoi fare, impegnati un poco".
Quando avevo 15 anni conobbi un ragazzo che ha subito dimostrato un certo interesse nei miei confronti, mi dava attenzioni, mi faceva complimenti, mi faceva sentire come se esistessi anche io in questo mondo che mi ha sempre messa da parte. Tutto ciò è durato per 6 mesi, dopodiché anche lui ha iniziato a trattarmi malissimo, peggio di tutti gli altri, ma io ero inebriata dalle sue attenzioni e lo lasciavo fare. La storia durò 3 anni, anni in cui mi ha usata per il sesso, per i soldi (che mettevo da parte da anni per il fututo) e per sfoggiarmi ai suoi genitori. Mi insultava ogni giorno, dicendomi quanto inutile fossi per il mondo, quanto schifo facessi, di ringraziarlo perché era l'unico che volesse stare con me, di accontentarlo in tutto per non perderlo. All'inizio della storia con questo ragazzo i miei genitori hanno da subito reagito con divieti e insulti, e più loro agivano in questo modo più io mi spingevo in questa relazione.
Questo ragazzo mi insultava sempre ma io, in fondo, sentivo che aveva ragione, che davvero ero inutile per il mondo, non sono mai stata capace in niente, come potevo dargli torto? E allora i giorni passavano, la consapevolezza di non valere niente si faceva strada dentro di me e vi si stanziava, gli insulti fra ragazzo e famiglia diventavano sempre più frequenti. Mi odiavo. Non riuscivo a guardarmi allo specchio, mi facevo schifo, mi odiavo, volevo farmi male, volevo ferirmi. Iniziai a fumare un pacchetto di sigarette al giorno e smisi di mangiare, arrivai a pesare 38kg (per 1.60 di altezza).
Un giorno aprii gli occhi sulla mia condizione: mollai il mio ragazzo, che mi derubò e quasi mi picchiò (se non fossi scappata sarebbe finita male quel giorno), ricominciai a mangiare e mi sforzavo, anche se vomitavo quasi sempre, il mio stomaco non ce la faceva più. Ricominciai a parlare con i miei genitori che come prima cosa mi dissero "ancora non capiamo come tu abbia fatto a farti usare così, eppure sei intelligente, avresti dovuto capire ed evitarlo".
2 commenti
Buon giorno :)
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Fai tesoro di quello che hai imparato da queste esperienze e vai avanti, non cercare più amore da persone che rispondono solo con la violenza. Sei una ragazza forte e intelligente, supererai anche questa.