Ven
21
Lug
2017
Non so che titolo inventarmi
Sono spaventata, per quanto possa sembrare stupido.
Ma il mio esofago brucia, la gola è in fiamme, la voce mi si spezza ogni giorno. Mi fa male il torace.
Ho la pressione troppo bassa per reggermi in piedi, il cuore salta i battiti. Ed ogni volta che mi alzo vedo nero, la realtà si allontana, e sono in alto e galleggio, galleggio nell'aria con i polmoni che si riempiono e svuotano, tranquilli.
Ho sputato sangue, in tazze di porcellana in innumerevoli bagni innumerevoli volte. Ho smesso di contarle. Mi sento una miserabile. Sono una miserabile, sono miserabile ogni volta che sono costretta a pulire tutto con la carta igienica ed a cercare ogni residuo di succhi gastrici. Che schifo, penso sempre.
Sono una miserabile con i segni dei denti sulle nocche, con l'anulare segnato da due cicatrici da acido, e le unghie corte. Perchè una volta mi sono anche graffiata.
Ed una volta ho sentito il cuore fare silenzio, dopo avere vomitato anche l'anima in un bagno di un ristorante, e ho avuto il terrore di non sentirlo più battere. Per un solo momento ho pensato che forse cadere e non rialzarsi più non sarebbe stato che una conseguenza naturale, solo un movimento conseguente alla catena. Lasciare che le ginocchia cedessero e basta.
Il mio corpo sta lentamente smettendo di funzionare a dovere, il mio peso sta precipitando, nello specchio non ci sono più io, non c'è più la mia sagoma, non ci sono più nemmeno i miei occhi. L'anima l'ho sputata tutta, penso spesso, quando non sono di fretta o di buonumore. Quando non ho da fare, quando sono sola. Di me non c'è che l'ombra, eppure l'ombra imita i miei movimenti. Si incolla a quello che dovrebbe essere il mio riflesso e mi storpia, mi scimmiotta, fissa l'espressione vuota di quando mi studio freddamente.
E penso che non voglio morire. Di notte fisso il buio sopra di me, in silenzio. Non voglio morire.
Sto solo aspettando l'emorragia, l'effetto del presto o tardi che mi costringerà a cessare. Cessare in un modo o nell'altro, dipende. Ma io non voglio morire.
E me lo ripeto migliaia di volte. E ancora, e ancora. E di nuovo. Non voglio morire. Devo fermarmi prima.
E il giorno dopo sono di nuovo lì, che esco da un bagno sorridente e con gli occhi lucidi, una voce allegra ed un sorriso stampato in faccia, che mento spudoratamente. Tutto bene, ho mangiato, sto benone, dovevo solo fare pipì.
I disturbi del comportamento alimentare sono una fabbrica di bugiardi. Io non faccio eccezione.
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A volte qualcosa mi sfugge. Questa volta è passato molto tempo da luglio. Ti si è seccato il sangue?