Gio

27

Apr

2017

Anche gli stronzi possono cambiare

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Ed eccomi, cominciamo dal principio.

Al principio c'ero io che a quella festa proprio non volevo andarci. Gia mi stanno sul cavolo le feste in campagna, stavo truccata di merda, non ero riuscita a cambiarmi, forse non avevo la macchina, per non parlare di quell'amico ingestibile a cui vuoi tanto bene ma - che diamine - gli sfasceresti un vaso in testa quando ti chiede compulsivamente un passaggio in culo alla luna perchè è un anno che non ripara la sua macchina.

E niente, non avevo altro da fare, già i soldi per il regalo li avevo messi e... sì, volevo anch'io la mia sacrosanta parte di vino e porchetta.

Quindi piglia la macchina, piglia l'amico compulsivo che abita sulla collina di casa di cristo, piglia il navigatore che come al solito ti fa fare 10 km in più, guida fino a una strada sterrata più ripida delle scale dell'Empire State Building, rovinati le sospensioni, innervosisciti e smadonna contro la tua amica che sì, poteva farla sulla luna a sto punto la festa... e sei arrivata.

Però il posto è bello, eh. Caspita se è bello. E si mangia pure bene, tutta roba fatta in casa, tutto buffet che è meglio, chi aveva voglia di sedersi a quei pranzi lunghi che non finiscono mai?

E poi ci sono: i tuoi amici, i parenti della festeggiata, gli amici cattocomunisti radical chic della festeggiata, una ventina di coppie ex cattocomuniste radical chic con prole (che sempre dopo che arriva la prole ti rimane giusto la barba da hipster e la gonna firmata a fiori, che mo' sei adulto, hai fatto i marmocchi, basta apericene di 5 ore a dissertare sulla guarra civile di qualche stato perdeuto dell'africa nera: sei grosso, fai il bravo. Oppure semplicemente basta, che ti sei rotto le palle anche tu).

Quindi pigli il tuo vino, i tuoi antipastini, raggiungi gli amici sulla spianata di plaid nell'erba e ti godi la festa. Passa qualche ora, incontri l'amica con figli, ti spupazzi un poco il pargolo di manco due anni (che evidentemente si chiede chi tu sia, ma sta già abbottato di prociutto tagliato a mano e quindi non spiccica un verso), ti fai una passeggiata con l'amico in crisi, parli, bevi, ridi, fai due tiri di pallavolo giusto per passare il tempo, poi ti ristendi sull'erba.  

Finchè cominciano i giochi per la festeggiata, quelli dove ci si riunisce tutti insieme per percularla un po' in allegria, profittando della sua incipiente sbronza.

E lì lo vedi. LO VEDI.

All'inizio non pensi che sia lui, lo guardi di sottecchi due, tre volte. Se è lui è cambiato forte. Ha perso un po' di capelli, ha avuto in cambio un po' di kg. Vabbè, va per i 40, è pure normale, ti dici. Ma è lui? Lo guardi meglio, senza farti notare, rigorosamente con gli occhiali scuri, anche se il sole se ne è già andato e tu cominci a sembrare il vampiro della steppa. Sarà lui? Lo guardi ancora. E improvvisamente, quando lui volta il viso nella tua direzione, hai non il sospetto, ma la certezza matematica che sia lui. Lui, cazzo. E tu che avevi cominciato a sospettare che fosse morto. Ma che ci fa con la maglietta 'Il miglior papà del mondo'?

E ad un tratto, oltre che il vino e la torta margherita, ti comincia a risalire il ricordo. Il ricordo di te, un'adolescente, anzi, appena adolescente (13 forse 14 anni), rotondetta, con l'apparecchio e gli occhiali, carina a tuo modo, non straordinaria. Te, che affrontavi il primo amore, quello lacerante e disperato della prima adolescenza, quello che sembre che dopo non debba esserci nulla, quello dei diari e delle scritte sui muri, quello dove ancora non c'era feisbuk, anzi manco i cellulari c'erano, e bisognava chiamarsi dal fisso. Quel primo amore delirante dove tu pensi a lui ogni momento, dove fai figure di merda ogni momento, dove non c'è autostima che possa aiutarti perchè hai 13 anni, cazzo, e l'autostima sai appena che significato abbia sul vocabolario.

Ecco, all'improvviso ti risale tutto: lui, quanto ti piacesse, quanto piacesse a tutte. Perchè lui era la personificazione assoluta dello STRONZO per antonomasia, quello che tutte vogliono, quello che può avere chiunque, dalla più cessa fino a quella che potrebbe alzare la paghetta da Victoria's Secret; quello che ha talmente poco da perdere da essere assolutamente sicuro di se, perchè la verità è che non gliene frega un accidenti di nessuna, nè della modella, nè tantomeno della cessa, perchè il suo unico obiettivo è fare numero, collezionare trofei di caccia, per potersi vantare con gli amici di aver fatto un'altra conquista, di aver spezzato un ennesimo cuore. 

Ecco, così era lui. Manco bellissimo a dir la verità, ma affascinante. E più calcava la mano, più tutte noi lo vedevamo come affascinante, e non stronzo come era. Perchè tutte noi volevamo un amore che ci facesse vibrare e cedere, che ci facesse perdere; e lui con la sua chitarra in mano, i suoi capelli lunghi e la sfrontatezza dei suoi 17 anni quello prometteva: l'amore tenero e assoluto dell'adolescenza. Quello che tutte volevamo. Quello che anche tu volevi, pure se poi te lo sei dimenticato.

Allora ricordi i batticuori per un anno, quel corso che avevi deciso di seguire non perchè ti piacesse, ma perchè almeno una volta la settimana vedevi lui; quando al compleanno gli regalasti una cosa fatta da te; tutte le voci dei compagni di corso che ridacchiavano a vederti tanto confusa e innamorata, perchè loro, i bastardi, lo sapevano come sarebbe finita.

Ricordi pure il cugino di lui, forse un po' innamorato di te, che ci provò ad avvertirti, ma tu niente, zero totale, sorda cieca e muta come le tre scimmie sagge, in fissa come un picchio che deve scavarsi il nido nell'albero, in fissa come la volpe con l'uva cresciuta i cima al baobab.

E alla fine arrivò pure il tuo turno, certo: lui che ti chiede di venirlo a trovare il spiaggia, tu che muovi montagne per poter esserci, poi il bacio, il primo bacio della tua vita, i baci, lunghi e infiniti, appoggiati a una barca, la sabbia sotto, il mare vicino.

E lì era già finito tutto. Così, mentre tu stavi ancora raccontando alla tua miglior amica che si era avverato il sogno della tua vita, lui guardava già altrove. E velocemente, in caduta libera, arriva anche l'indifferenza, la fuga, il non farsi trovare, le tue lettere senza risposta, e una gita di una settimana, dove lui ti snobba e si fa tutte le ragazze più carine del gruppo.

Sei passata i secondo piano. Sei stata vittima dello stronzo. Cazzi tuoi. Colpa tua. Potevi pensarci prima.

Naturalmente tutto passa. Il resto, pensi, è stato bello. Gli amori dopo, intendi. Belli e brutti, ma lunghi, senza indifferenza, senza fughe. Amori puliti in fondo, poi finiti, ok, ma belli. E per tanto tempo ti chiedi che fine abbia fatto lo stronzo. Allora provi a cercartelo su fb, ma così, per pura curiosità. Non lo trovi. Anzi, non lo trovi da nessuna parte. E' impossibile, ti dici. Tu sei quella che con un pc in mano trova anche l'assassino del maggiordomo. Ma dov'è finito lo stronzo? Così ti convinci che sia emigrato, che abbia cambiato sesso, che si nasconda sotto falso nome, che sia morto.

Ma passano 23 anni e te lo ritrovi lì. A una cazzo di festa alla quale non volevi andare. In un cazzo di prato talmente grande che è difficile che lui ti veda, ma tu vedi lui, e non sai perché ma te lo aspetti scapolone, o con la fidanzatina figa e scema di 15 anni di meno, ancora preso dai suoi trofei e dalle sue avventure.

Ecco, te lo ritrovi lì. meno affascinante, meno interessante, meno capelli, più barba, più kg, più sciatteria, più una bambina talmente piccola che manco sa ancora camminare, più una moglie che è la cosina meno avvenente che tu abbia mai visto nella tua intera esistenza. Anzi, diciamocelo: è proprio bruttigna tua moglie, stronzo, scusa se te lo dico. Tra le modelle di Victoria e il cesso a vento tu hai voluto mettere le mani nel baule dei balocchi, e ti sei accompagnato con pinocchio versione miniaturizzata, che mi sale anche il sospetto che possa sostituire la gamba rotta del mio tavolo da bridge. L'altezza è perfetta.

Ed ora che ho insultato un po' i tuoi affetti (te lo dovevo, stronzo), voglio dirti quello che penso veramente: ti auguro di essere felice. E lo auguro anche alla tua pinocchietta là, quel grumo di ossa e nanismo che tutto sommato ha un bel sorriso; e tu in quel sorriso devi esserci caduto dentro come tante hanno fatto nel tuo. Solo che tu le hai fatte schiantare a terra, lei no. Le ti ha raccolto al volo e sostenuto, quel grumetto, con tutta la forza che i mucchi d'ossa e sorriso si portano dietro. Ti ha raccolto, ti ha amato. Forse, ti ha insegnato ad amare. Forse ci voleva proprio quel pinocchietto, per insegnare l'amore a mangiafuoco. E forse ci voleva proprio quella pupazzetta che manco cammina, per insegnartelo definitivamente, l'amore, il rispetto per i sentimenti altrui. Chissà se tu sarai capace di fare altrettanto con tua figlia.

In definitiva stronzo, non mi hai vista per tutto il tempo. Poi, verso la fine, quando era ora di andare, mi sono avvicinata alla festeggiata e l'ho salutata. E tu eri a due metri da me: hai voltato la testa di scatto, la fronte si è corrugata come a cercare di ricordare. E mi hai riconosciuta. Lo so che mi hai riconosciuta. Una delle tante, ma forse quella che ha fatto più casino per farti capire quanto fossi stato stronzo. Io non ti ho guardato, sono scivolata via come una foglia, sono tornata a casa. Dal mio stronzo. Che mai nella vita, a causa tua forse, l'avrei voluto. Ma è arrivato anche per me, quello che davvero ha fatto lo stronzo con tutte, come te. E poi, forse per me, è cambiato.... ma chi lo sa. Magari ridiventa stronzo. Però tu oggi mi hai dato speranza, stronzo, questo te lo devo. Hai una bellissima famiglia, non fare casini, che la pinocchietta non se lo merita, sono sicura che non se lo merita.

E, tutto sommato, non te lo meriti nemmeno tu. 

2 commenti

Per questo sfogo, che più che sfogo  è racconto, non ho parole ma un numero: 7   

 

Per i mod: non capisco perché questo  sfogo, come altri del resto, sia stato pubblicato solo oggi facendogli passare davanti, nei giorni scorsi, molti altri più recenti. L'ho beccato perché sapendo che ciò succede spesso vado ben oltre le prime pagine a leggere i nuovi sfoghi. Ma questa perla ha veramente rischiato di sfuggirmi. 

 

Avatar di SoldatojokerSoldatojoker alle 17:07 del 02-05-2017

Bellissimo racconto!

Avatar di AnonimoAnonimo alle 13:01 del 03-05-2017

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