Gio
30
Giu
2016
Perdere il controllo
Tutto inizia da una cosa importante, ma non catastrofica..quel genere di cose che fanno girare un sacco le scatole, ma che, in un modo o nell'altro, cerchi di sistemare o accettare come sempre. Eppure, in quel preciso momento, non ce la fai; è come se ti trovassi in piedi con un sasso davanti alla punta delle tue scarpe, ma non riuscissi a scavalcarlo. Sai che è solo un sasso, ma lo percepisci come una montagna e ti fai prendere dal panico e l'argine che avevi costruito per tenere ferme tutte le ansie e le angosce che avevi, semplicemente, si rompe.
Perdi il controllo sul tuo corpo, non dormi, piangi, ti affanni per casa in cerca di una soluzione e ti senti morire dentro. Claustrofobico. Nella testa hai ben presente quelle immagini da film con le persone costrette in camicie di forza che urlano e sudano e si dimenano e dentro ti senti esattamente così. Nella tua mente si affollano mille pensieri che urlano e ti annebbiano. Affoghi. È come se il tuo cervello si artigliasse da solo e si facesse a brandelli e dentro la tua testa senti solo gridare, ma fuori ti muovi, piangi e basta. Ti immagini davanti agli altri ad urlargli in faccia tutto ciò che pensi di loro, ti immagini mentre prendi cose e le scagli al suolo, immagini la sensazione di liberazione che un gesto così può farti provare e sai che non lo farai mai. Sai che comunque le persone non capirebbero, che potrebbero vederti accasciata a terra a piangere e a strapparti i capelli e ti direbbero solo di smetterla di fare casino e che, comunque, loro hanno pensieri e dolori molto più importanti dei tuoi. Si arrabbiano, non ti è concesso perdere il controllo, non ti è concesso mostrare il tuo dolore. Ma chi ti credi di essere? Sono io a stare male davvero, non tu! Sei solo una seccatura!
Puoi solo aspettare che passi, che il respiro si calmi e gli occhi si sgonfino. Prima o poi riuscirai di nuovo a riprendere possesso di te stessa e allora sorriderai a quelle persone che ti hanno vista crollare e dirai che non è stato niente. Loro ti crederanno, dimenticheranno e faranno finta di non vedere ciò che proprio non potranno cancellare. La vita scorrerà tranquilla, tutto normale. Riderai e farai finta di essere felice.
Dentro non sei più niente. Sei un vuoto doloroso e inutile, un enorme buco nero. Vorresti davvero stare bene, ma non ne sei in grado. Non vuoi nemmeno morire, solo sparire, dissolverti nell'aria senza fare rumore e senza essere notata. Non essere. Non vedere. Non provare.
Finalmente libera.
7 commenti
Cos'è che ti fa perdere il controllo? Una situazione in particolare?
- Tutto inizia da una cosa importante, ma non catastrofica -
La vita è piena zeppa di momenti come questi. Sassi che sembrano montagne ma poi, una volta che l'hai superati, ti rendi conto che più che sassi erano briciole di pane. Magari stai attraversando un periodo di depressione e per questo ogni cosa ti sembra gigantorme ed enormesca?
Cmq mi sembra che tu scriva molto bene. Se non lo stai già facendo ti consiglio di tenere un diario cartaceo. Per focalizzare meglio i problemi ed affrontarne uno per volta.
@Caso Mai: grazie per il complimento, mi ha fatto piacere. Ho provato a tenere un diario, ma non sono stata molto brava a tenerlo. Sono in uno di quei periodi in cui tutti i problemi si addossano, solo che non mi è concesso parlarne. Anche la psicologa che mi segue è in vacanza e quindi, per ora, devo aspettare.
Perchè dici che non ti è concesso parlare dei tuoi problemi?
@LuaTip: perché ne dovrei parlare per forza con le persone che me li causano e non è che ne siano chissà quanto interessati.
Quello che hai descritto mi ha riportato a quattro anni fa, quando a forza di fingere che tutto andasse bene, sono arrivata al punto di rottura per un episodio banale. Quel giorno riuscii a non esplodere al lavoro, cosa che ovviamente mi avrebbe molto danneggiata, trattenni la rabbia fino a casa e poi... il delirio.
Non ricordo tutto, ma durò ore: io che piango, urlo e strepito prima per l'episodio banale, poi per tutte le volte che avevo finto che tutto andasse bene e infine lo dico, ma solo a me stessa, in bagno, mentre continuo a piangere; mi dico, per la prima volta in tre anni quello che mi fa stare male. Per la prima volta in tre anni mi concedo di guardare il mio dolore.
Alla fine non ho provato una sensazione di liberazione: ero completamente svuotata e stremata, ma è stato quell'episodio che mi ha spinto a chiedere aiuto e oggi so che era necessario perché finalmente riuscissi a guardarmi dentro e provassi ad andare avanti.
Non so se quello che ho scritto potrà aiutarti, ma esplodere ha aiutato me.
@Anonimo delle 22:34: grazie per le tue parole, mi hanno fatta sentire meno sola.
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Se stai cosi vai dallo psicologo che e meglio!!!!