Gio
05
Nov
2015
L'arte della violenza?
Intendo quelle opere (libri, film, fumetti ecc.) il cui scopo primario è la rappresentazione visiva e/o narrativa della violenza in modo estremo. Non è che io sia contro, non sono perbenista e, a meno che non sia proprio necessaria, disapprovo assolutamente la censura. La violenza di qualsiasi tipo fa, purtroppo, parte della vita: non viviamo certo in un mondo di principi azzurri e unicorni rosa dove tutti sono buoni e puri e blablabla. Però sia gli autori che soprattutto gli appassionati di questo tipo di opere mi perplimono sempre un po'. Non credo certo che siano gente crudele nè tantomeno malata però... Mi viene da pensare che, dietro alla creazione o ricerca continua di immagini "forti" (e spesso disgustose), che mostrano fino a che punto la malvagità e la perversione umana possono spingersi, potrebbe nascondersi una certa superficialità. Esistono, nella vita reale, terribili casi di cronaca nera che sembrano usciti da un film horror, e questo fa inevitabilmente riflettere. Ma per realizzare fino a che punto la fantasia di un qualsiasi assassino può essere morbosa e malata, bisogna per forza "guardare"? E dopo averlo fatto, ripetere l'esperienza ancora e ancora?
11 commenti
Aggiungo Burgess.
In Arancia Meccanica prende spunto da atti di violenza gratuita e inaudita per disegnare una bellissima parabola sul libero arbitrio.
Nel film purtroppo questa tematica è andata un po' persa.
@mmHg. Sono d'accordo con gli esempi che hai citato, ovviamente il marchese De Sade, Chuck Palahniuk e altri loro illustri colleghi non hanno scritto quello che hanno scritto così tanto per fare. In realtà io mi riferivo più che altro alla tendenza di molte persone, aumentata negli ultimi anni grazie ad Internet, di andare alla ricerca di opere (più che altro in ambito filmico, fumettistico e videoludico, ma non solo) che vanno "oltre": pornografia senza tabù, violenza estrema (spesso le due cose si accompagnano), videogiochi il cui unico scopo è violentare ragazze, fumetti in cui i personaggi compiono torture inimmaginabili su altri, filmati di assassinii autentici (il tristemente celebre 3 guys 1 hammer, che era addirittura disponibile su YouTube...), e via dicendo. Naturalmente il motore primario che spinge a cercare è la curiosità, unita alla voglia di trasgredire. Ma esistono veri e propri appassionati di questi generi, che hanno piacere (non in senso "deviato", naturalmente, altrimenti si è pervertiti e basta) nell'usufruirne. In questo senso io sospetto superficialità.
> E dopo averlo fatto, ripetere l'esperienza ancora e ancora?
E' divertente.
Non saprei autrice, per quanto riguarda i videogiochi, non son mai stato attratto dalla violenza fine a sé stessa. Di solito la mettevo io, nel fare il lamer a scapito degli altri, mi rilassava e divertiva. Era una cosa innocente, diciamo che lo scotto che altri pagavano era sloggarsi dal gioco, per altro, non so.
Molte di quelle persone che vanno a vedere filmati del genere poi se la fan sotto e vivono una vita a testa bassa. Ahimé, le teste di cazzo, quelle sono senza tempo
"Ma per realizzare fino a che punto la fantasia di un qualsiasi assassino può essere morbosa e malata, bisogna per forza "guardare"? E dopo averlo fatto, ripetere l'esperienza ancora e ancora?"
l'assassino psicopatico non ragiona con canoni normali, può trovare stimolanti certe immagini e per questo riesce a guardare e ripetere ancora ancora
Personalmente, essendo un estremista del tatto. trovo gia' l'audio della tele del vicino di casa.che trapassa le mura, e giunge alle mie orecchie. lo trovo un atto di violenza e barbaria nei miei confronti
@mmhg. Abbiamo decisamente letto gli stessi libri e tratto le medesime conclusioni.
@sgambetto. Non mi riferivo agli psicopatici, ma a gente normale che è appassionata di queste cose estreme.
@justine
il filo conduttore nella scelta di quei libri porta a conclusioni comuni
Buon lunedí
-potrebbe nascondersi una certa superficialità.
è un tema da capire
-bisogna per forza "guardare"?
intendi anche leggere, per esempio, vero?
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Scriveró solo per la parte attinente alla letteratura.
Non penso che sia nascosta tra lettori di questa "tipologia di contenuti", poiché genere letterario é un´altra cosa, superficialitá. Molti libri, tanti, non vanno letti per quel che mostrano, ma per quanto vogliono dire. A mio parere, 1984, un libro scevro di violenza splatter, macabra é molto piú pesante di opus pistorium di Miller, sboccato, volgare, sessuale, ma innocuo.
De Sade mette in mostra un altro lato umano, arrivando a dimostrare il potere come affermazione della propria sessualitá a scapito di altri, anticipando quanto succederá piú in lá negli anni. Palaniuk offre tramite libri metafora una degenerazione della realtá stessa: prendere ad esempio "Cavie", uno scimmiottamento elegante e perverso dei reality Tv. O, restando su una riga parallela, Welsh, che offre uno spaccato realistico della societá, di una sottosocietá creata dai "paini alti", a questo, leggi "Colla".
Ho usato diversi scrittori, anche lontani nel tempo, per spiegare che chi ha qualcosa da dire, per chi sa ascoltare, non lo dice nel modo piú semplice, perché forse non verrebbe afferrato il concetto, risultando banale e puerile.