Gio

24

Set

2015

E' una fortuna, dicono.

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

E' una fortuna avere dei parenti che ti assumono, dicono. Si, forse è vero. Ma non conoscono gli attriti che ne conseguono. Litigi. Indifferenziazione del rapporto tra parentale e lavorativo. E tutto ciò finisce inesorabilmente per rompere i rapporti...

Avere un lavoro a che prezzo? Io ci sto male, spesso piango a causa di ciò. Tante volte dico che voglio licenziarmi. Ma dove lo trovo un lavoro, io che non son capace a lavorare? Forse non è il mio ambito, o forse non sono capace davvero. Non lo so.

So solo che sto male. 

29 commenti

Che culo essere nell'azienda di famiglia, eh?

Avatar di CriseideCriseide alle 15:00 del 24-09-2015

Guada, in una situazione in cui nemmeno chi ha esperienza trova un lavoro, non piangere. Ti trovi male? Piangi? Tieni duro, stringi i denti e vai avanti.

Avatar di XyzXyz alle 15:09 del 24-09-2015

Che in una situazione del genere, mi spiace ma nessuno ti difende. Io ancora rimpiango che l'azienduccia di famiglia sia andate a donnine anni or sono, sai che bella parata di culo in questo momento? Mi pioveva dal cielo un bel posto fisso. Sporco e rumoroso masticazzi, ci metterei la firma col sangue.

Avatar di XyzXyz alle 15:14 del 24-09-2015

In parte mi sento di quotare Xyz, insomma lo dici tu stessa che non sai lavorare, ma credo che la tua sia semplicemente poca autostima, se davvero eri incapace e facevi danni non c'erano madri, zii e santi in paradiso.

In merito alla indifferenziazione tra parentale e lavorativo quello è un "marchio di fabbrica". Io ho lavorato in un'azienda dove i titolari erano tre fratelli e son di cosa parli. Loro sono una famiglia e tu non ne fai parte. Ma a loro volta: quello è il cugino, l'altro è il fratello, senza contare che si trascinavano in azienda i rancori che si creavano tra le mura domestiche.

Quindi, forza coraggio ed impegnati e nel caso fai dei corsi relativi alle tue funzioni, una cosa potrà non piacerti ma puoi comunque imparare a farla.

 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 15:40 del 24-09-2015

che ti frega di perdere il rapporto coi parenti?

Prendi il tuo lavoro e va avanti, la famiglia la costruisci tu, anche lavorando.

Ti dice bene visto che forse, se non é bassa autostima, sei pure non qualificata, e usurpi per "raccomandazione familiare" il lavoro di altri meglio qualificati.

Avatar di mmHgmmHg alle 16:07 del 24-09-2015

Sono l'autrice.

Certo, chi se ne frega se poi dopo non ti rivolge più la parola coloro che ti hanno messo al mondo, no? Chi se ne frega. Se voi riuscite a farlo senza preoccuparvi, vi faccio i miei complimenti.

Avatar di AnonimoAnonimo alle 16:53 del 24-09-2015

Solidarietà all'autrice... altroché!!!

Avatar di EvelynEvelyn alle 16:54 del 24-09-2015

Quì non si manca di solidarietà, anzi, comprendiamo ma almeno si ha un lavoro, un lavoro che comunque va imparato o che quanto meno ci deve essere insegnato. Forse, in questo caso la professionalità andrebbe insegnata anche a tutto il resto della famiglia. Se accade qualcosa al lavoro, quella cosa deve rimanere tra le mura dell'azienda e non arrivare dentro casa e vice versa.

E poi, apprezza, giorni fa una tizia si è sfogata (e anche a ragione) perchè nonostante molti anni di esperienza era disoccupata da due anni e faceva solo lavoretti saltuari e se la sono mangiata, le hanno detto di tutto, compreso che doveva muovere il culo e tante altre belle cose, sinceramente in quel frangente non ho commentato e mi sono limitata a leggere i post degli altri.

Ma a te dico, solidarietà ok, ma lavora e migliorati. Torni a casa e tua madre non ti guarda in faccia? Allora affrontate l'argomento! E anche loro interesse che tu impari a lavorare, un giorno parte della ditta sarà tua e fidati sarà anche un fardello lavorare a stretto contatto con i parenti ma ti garantisco che è sempre meglio della disoccupazione.

Hai anche un altra opzione. Io non so in che settore sei, però fatti il mazzo, non è vero che non sai lavorare, nessuno nasce imparato, impegnati e quando avrai un bel bagaglio allora inizia a guardarti attorno.

 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 18:54 del 24-09-2015

Adesso dico anche il mio punto di vista seriamente, l'altro giorno ero di pessimo umore.

Purtroppo la realtà aziendale familiare è sempre pesante da sopportare.

All'inizio anch'io pensavo di essere un'incapace. Poi col tempo ho visto che le competenze le ho acquisite bene. Ma le dinamiche (io ho problemi con mia zia, all'interno dell'azienda) non sono cambiate. Alla fine, novanta su cento, non è colpa tua che sei incapace. Anzi, probabilmente non lo sei affatto. è normale che, finché ti fai prendere dall'ansia perché in azienda ti conoscono anche al di fuori di quell'ambito, tu ti faccia prendere dall'ansia e combini poco. Cerca di stare calma e concentrati su quello che devi fare. Poco alla volta, vedrai che andrà meglio. Esperienza personale.

E per favore, chiunque le dica che è meglio un lavoro in azienda di famiglia che la disoccupazione: per quanto abbiate ragione (e ne avete da vendere) non dite mai così, perché non è simpatico sentirselo dire. è ovvio che un lavoro in azienda è meglio della disoccupazione, ma, soprattutto all'inizio, lo stress da gestire è enorme, in una situazione simile, ci vuole sempre un po' per ingranare!

Avatar di CriseideCriseide alle 12:10 del 25-09-2015

@criseide.

hai perfettamente ragione a dire che è brutto sentirsi dire "meglio il lavoro in famiglia che la disoccupazione" ma sai cosa c'è di più brutto?

essere disoccupati, mandare curriculum, proporsi per fare i lavori più disparati (perchè non bisogna essere schizzinosi o choosie, tanto verrai comquneu giudicata a prescindere) e vedersi richiamare solo per lavori truffa, come i vari porta e porta di strani marchigegni, per call centre a 10€ al giorno (mi è capitato), di essere chiamate per un ruolo di segretaria e sentirsi dire che ti vedno meglio come rappresentate (500€ al mese ma solo se fai 60 appuntamenti, quindi se ne fai 50 ti attacchi al cazzo) e nel momento in cui uno si sfoga, ci si sente dire di stare zitti e di muovere il culo o di trasferirsi, perchè pigliare armi e bagagli e andare all'estero non per tutti è possibile, perchè magari uno in questo paese ci crede ma è proprio una situazione talmente assurda che chi ci governa difficilmente riuscirà a risolvere.

Noi il culo lo muoviamo, inviado cv, cercando di fare dei corsi, cercando di reinventarsi etc etc 

Quindi, la comprensione deve stare da entrami i lati. 

Perchè se per voi che lavorate in azienda avere a che fare con i vostri parenti non è facile, figuriamoci per chi il lavoro lo ha perso e fatica a ritrovarlo.

 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 12:35 del 25-09-2015

Abbiate pazienza, ma lo sfogo verte su altro... non dei vostri problemi a trovare lavoro... Mi dispiace che non riusciate, ma non è sede per discuterne.

Avatar di EvelynEvelyn alle 13:37 del 25-09-2015

@evelyn.

Sono l'autrice dle post che ti ha infastidita.

Dico due cose:

1) i discorsi sono come l'acqua, liquidi, ad un certo punto vanno un po' dovunque

2) su questo sito ho notato che spesso si finisce per parlare d'altro, quindi non capisco perchè ci tinei tanto. Infondo cosa ho detto? che ci vuole comprensione da entrambe le parti?

Detto questo, ho concluso il mio intervento, anche perchè non credo ci siamo molto da dire e per la cronaca, il commento anonimo delle:18:54 del 24 è il mio e mi sembra di essere stata esaustiva. Poi non so... 

 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 13:55 del 25-09-2015

Voi, il culo lo muovete? Ma pensi che io sia sempre stata in azienda dai miei? Ho passato anch'io il calvario dei colloqui mancati, dei lavori truffa, dei lavori che assumono, ti promettono mari e monti e poi ti mollano a casa. L'azienda di famiglia è stata l'ultima spiaggia! Prima di ragionare per categorie, magari indaga. è da anni che giro per il mercato del lavoro, so come funziona, non è che ho avuto pappa pronta subito, anzi! Né io né mio padre volevamo che io andassi in azienda, ma guarda caso quando ha avuto bisogno lui, ho avuto bisogno anch'io di lavorare e ci siamo venuti incontro!

Come ho già detto, avete ragione a dire che il lavoro in famiglia è meglio della disoccupazione, io stessa preferisco mangiarmi il fegato in famiglia, piuttosto che sfanculare il mondo intero perché non riesco a trovare un cavolo di impiego, ma dire a una depressa che c'è chi sta peggio non è la soluzione, non lo è mai! Sono più accetti consigli su come vivere meglio la situazione in azienda!

Avatar di CriseideCriseide alle 15:15 del 25-09-2015

@Anon delle 13:55, voglio solo dire che non è la sede per cui far diventare lo sfogo di un'altra persona uno sfogo tuo. Anzi, i discorsi saranno come l'acqua, ma te da ghiaccio lo hai fatto diventare acqua. A buon intenditore... E' come dire "Odio le mele" e te "a me invece fanno schifo le pere". Per la serie... e sticazzi!

Avatar di EvelynEvelyn alle 15:30 del 25-09-2015

@Criseide: esattamente come me. Io mi sono anche trasferita a oltre 500 km da casa a lavorare, per evitare di essere in azienda con la mia famiglia. Credo di essermi fatta anche abbastanza il culo e di essermi mossa... cosa che gli Anon non capiscono.

Avatar di EvelynEvelyn alle 15:31 del 25-09-2015

@criseide.

sei troppo di parte, si nota dall'acredine nelle tue parole.

Dove avrei scritto che tu o l'anonima sfogante non abbiate passato il calvario che passiamo noi, dove ho scritto che avete trovato la pappa pronta o ragionato per categorie? Forse sei tu che dai per scontate molte cose. 

 Anche dire ad un disoccupato che deve muovere il culo, dando per scontato che si gratti la pancia tutto il giorno non è bello. Ci hai riflettuto su questo? 

Comuqnue è normale che ognuno sia più propenso a comprendere chi si trova nella sua stessa situazione e credo che questo non sia un argomento con cui si possa discutere oltre. Lavore in azienda si vede che ti consuma a livello fisico e morale e non ti rende affatto obbiettiva.

I miei consigli su come vivere meglio la situazione glieli ho dati. 

 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 15:40 del 25-09-2015

@evelyn.

Non volevo appropriami di uno sfogo, ho solo solo preso ad esempio uno sfogo che mi aveva colpito, soprattutto per i commeti relativi, per avere più punti di vista di una medesima situazione. 

Credo che questo sia anche un luogo per confrontarsi, sottolineo il "credo". 

Anche tu con la storia che gli "anonimi" non capiscono, a questo punto credo che ci siano dei fraintendimenti di fondo o forse vi piace pensare che nessuno vi capisca.

Io, ora, vorrei un cenno dall'autrice.

 

 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 15:46 del 25-09-2015

Non è questione di essere di parte. Da come hai scritto, ti sei posta su un piano diverso da chi ha il lavoro in famiglia, parlando di "voi" e "noi", come se fossimo su pianeti diversi. Ma non è propriamente così.

Ho capito la comprensione che hai, ma sottolineare che comunque sta meglio di chi non ha lavoro è sfondare una porta aperta. 

Avatar di CriseideCriseide alle 15:50 del 25-09-2015

Eccomi, sono l'autrice dello sfogo.

Io credo che abbiano detto tutto Criseide ed Evelyn, da come posso leggere sta vivendo i miei stessi passi e le mie stesse sensazioni.

Va bene confrontarsi, ma ancora non ho visto un consiglio su come affrontare meglio la situazione. Io esplodo prima o poi, vi giuro! Mi logora aver perso un rapporto "normale" con i miei famigliari. Solo ed esclusivamente liti ogni santo giorno. Bene, lavoro, ho i soldi. Ma dentro cosa ho? 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 15:59 del 25-09-2015

*stanno

Avatar di AnonimoAnonimo alle 15:59 del 25-09-2015

Io non mi pongo su nessun piano, ma ammettiamolo non ci troviamo nella stessa barca, siamo sullo stesso pianeta ma non sulla stessa barca, inutile starci a discutere sopra e comunque non era quello il mio intento. 

E un pò di parte lo sei, ed è giusto ed umano che sia così perchè vivi lo stesso livello di stress dell'autrice.

Inoltre quella cosa del :" stai meglio di chi non ha lavoro" la si dice, anche perchè, spesso, se uno fa un lavoro di m***a, con gente di m***a (gente con cui dividi pure il rotolo di carta igienica) spesso è un concetto che, seppure banale, si tende a perdere. 

 

 

 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 16:21 del 25-09-2015

Chiudiamo qui, alla fine sosteniamo più o meno lo stesso concetto con termini diversi. Non siamo d'accordo sul far notare che almeno ha un lavoro, ma qui non si può dire molto.

Autrice, l'unica cosa che puoi fare è concentrarti su quello che devi fare. Non pensare che sei in famiglia. Spesso e volentieri è quello che blocca.

Probabilmente di tuo eri già molto insicura. E ti sei ritrovata in un ambiente dove ti conoscono bene anche al di fuori. L'idea di dover farti vedere anche in un ambito che dovrebbe essere estraneo ti ha creato molta più angoscia del necessario.

Lo stress dell'essere in famiglia non se ne andrà mai del tutto, anzi. Si ripresenterà sotto altre forme (al primo cenno di crisi dell'azienda anche i rapporti in famiglia torneranno a tendersi). Ma una volta tolta l'angoscia che in famiglia "ti giudicano", il lavoro diventa tutto un altro andare, credimi. Sarai consapevole degli errori che fai, e di che entità saranno. E sarai più serena con te stessa, soprattutto vedendo che, in realtà, col tempo ne farai sempre meno.

Comunque parla prima con tuo padre, con calma, gli spieghi come ti senti. 

Se proprio vedi che non concludi niente e da sola non ce la fai a farti passare questa angoscia, vai da qualcuno che possa aiutarti a mettere in ordine le idee (psicologo). Io ci sto andando, e mi sta aiutando tanto. 

Avatar di CriseideCriseide alle 16:44 del 25-09-2015

@Autrice.

ovvio che ti rapporti di più con evelyn e criseide.

Io di consigli te ne ho dati

Forse non li hai notati o forse non li hai reputati come tali.

commento del 15:40 del 24-09 

Ti ho consigliato (ultime righe) di fare corsi relativi alle tue funzioni, e aggiungo, legalmente i tuoi familiari non posso impedirti di studiare (esiste il diritto allos tudio che si traduce in un tot di ore che tu puoi assentarti dal lavoro per studiare e formarti)

commento 18:54 24-09

Ti ho detto di affrontare tua madre o chi per lei (padre, zio, etc etc)

Sempre in questo commento ti ho detto di sfruttare questo lavoro per imparare e poi proporti sempre per il medesimo incarico (se scopri che ti piace).

di più non posso fare, le altre opzioni sono illegali oppure prevedono un licenziamento e se mai dovessi arrivare a farlo, sarei l'ultima a giudicarti,

Anzi, andato a ricercare le date dei miei commenti anonimi, ho notato che mmHg e Xyz sono stati più lapidari di me -.-'

 

 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 16:47 del 25-09-2015

@criseide. Si chiudiamo qui, l'argomento è esaurito. E comunque non capisco perchè deve essere tabù farle notare che ha un lavoro, io non le ho detto (come hanno fatto altri) che non si può lamentare, anzi è giusto lamentarsi, soprattutto è ora è giusto farlo in un periodo dove con la scusa della crisi ti sfruttano.

Inoltre lo stesso consiglio tuo glielo ha dato mmHg, ma in maniera più stringata ma credo che non lo abbia notato. 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 16:53 del 25-09-2015

Sono l'autrice. 

Anon: i corsi per le mie funzioni non esistono, in un lavoro dove il mio ruolo viene ricoperto da me e basta è impossibile assentarsi. Credimi.

Per quanto riguarda il "piacere", dopo 10 anni di lavoro presumo che avrei dovuto già verificare se mi piaccia. 

Purtroppo non è una questione che va avanti da poco, ma sono diversi anni... 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 16:57 del 25-09-2015

@autrice.

se lavori da 10 anni, non ci credo che non sei capace a lavorare. Magari non ti piace ma lì è un problema diffuso. Da come hai scritto sembravi una vent'enne al primo impiego presa e messa in un posto "x" senza nessuna formazione o altro. Sono contenta di scoprire che ho ragione io: ovvero bassa autostima.

Secondo me dovresti farti uscire un pò più di palle, ed essere più sicura di ciò che fai. 10 anni sono tanto tempo, l'esperienza non ti manca, solo la fiducia ma per quella non fanno corsi.

 

 

 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 17:47 del 25-09-2015

Dopo dieci anni hai ancora questo problema? A questo punto quoto l'anonimo qui sopra.

Comunque, rispondendo alla domanda, non è questione di tabù, è semplicemente il fatto che, se io ho un problema che mi angoscia, non me ne frega un emerito cesto del fatto che altri ne abbiano di peggiori. è egocentrico, ed è molto triste, in certi casi, ma è la verità. Alla fine, possiamo dire quello che vogliamo, ma ognuno pensa al suo, e il più delle volte è giusto che sia così, non possiamo pretendere di concentrarci su altre cose prima di aver risolto le nostre. Quindi, far notare i problemi degli altri è perfettamente inutile, anzi, per certe persone è anche deleterio, visto che, se sono particolarmente sensibili, oltre all'angoscia di base, si sentiranno anche in colpa, cosa che aumenterà la loro angoscia e peggiorerà le cose.

Avatar di CriseideCriseide alle 12:29 del 28-09-2015

@criseide.

L'anonimo sono io, quello che ha fatto sbarellare Evelyn.

Tutto quello che dici è verissimo mai detto il contrario, però, in merito alla secondo parte del tuo ultimo intervento, fai questo ragionamento (giusto, per carità) soltanto perchè ti rivedi in quei problemi, ti rispecchi negli stati d'animo dell'autrice, in caso contrario le avresti risposto come ho fatto io e ritengo di essere stata molto tranquilla,  non l'ho offesa, nè aggredita, addirittura le hanno dato dell'usurpatrice, cosa che trovo assurda e pure offensiva da dire. Il fatto è che quando un problema non ci tocca da vicino siamo meno inclini ad essere comprensivi e "morbidi".

 

Avatar di AnonimoAnonimo alle 14:32 del 28-09-2015

-io che non son capace a lavorare? 
ma che significa?

Avatar di farnightfarnight alle 23:34 del 11-10-2015

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