Gio
23
Lug
2015
L'Uomo Senza Nome
Stava sorgendo l’alba su El Chaltén.
Un fascio di raggi di sole baciava timidamente il brullo panorama intorno all’altopiano di Sandér, appassionato ed insicuro come un giovane amante alla scoperta dei suoi primi baci. Era uno spettacolo meraviglioso, e l’Uomo Senza Nome si domandò per quante volte ancora avrebbe potuto assistervi.
“Probabilmente troppe”, sussurrò tra sé. La Volpe, evidentemente, gli aveva lasciato in dono una sorprendente longevità.
Già, la Volpe.
Quanti lustri erano trascorsi da quando le loro strade si erano separate? Almeno cinque, avrebbe giurato, ma faticava a ricordarlo con esattezza. Si chiese dove fosse e quasi si spinse a domandarsi se stesse bene: in fondo, era stata il suo unico affetto per un pugno di gloriose decadi.
Il sole aveva ormai preso coraggio e troneggiava imperioso sopra l’intera Regione di Santa Cruz, affrescandola di luce.
L’USN abbassò lo sguardo: anche la città si stava svegliando. Cominciò a percepire nitidamente il frenetico brulicare di vite sotto di lui, assaporandone l’emozione. L’aria profumava di speranza.
Estrasse un sigaro dalla tasca del suo bianco pastrano, che ondeggiava sotto i colpi leggeri della brezza mattutina, e lo accese con muto compiacimento. “La colazione è servita”, pensò divertito dopo aver tirato la prima boccata.
Fumare lo aiutava a riflettere; riflettere lo spingeva a ricordare. In un baleno, il pensiero volò alla sua giovinezza, distante nel tempo ma vivida nella memoria. Com’era stato arido, in gioventù! Rinchiuso nel suo gretto egoismo, aveva dato troppo a chi nulla meritava e niente a chi, invece, avrebbe potuto pretendere tutto.
Lasciò che i rimpianti lo cullassero, rassicurandolo come il caldo abbraccio di una mamma ad un bambino tormentato dagli incubi. Provava un sadico piacere a nutrire i propri rimorsi; mantenere in vita il dolore era la penitenza che si era scelto, il suo personalissimo sentiero verso l’espiazione.
Aveva commesso molti errori, da giovane, perdonandosene la gran parte; eppure c’era una ferita che nemmeno gli anni avevano lenito, un macigno di cui non riusciva a liberarsi: la consapevolezza che il passato non si ripete.
In giovinezza si tende a schivare pigramente la vita, persuadendosi che, tanto, all’oggi seguirà comunque il domani. Abbagliati dalla sua potenza dirompente, ci illudiamo di avere il controllo sull’eternità e di poterne cristallizzare i momenti a nostro piacimento, preservandoli per sempre intatti ed intangibili. Così, in sella a tale folle delirio di onnipotenza, cavalchiamo spediti ed inconsapevoli verso la vecchiaia, sobillati dalla fretta degli stolti e trainati dall’inerzia degli indolenti.
L’USN sospirò.
La mattina aveva tinto il mondo di ocra. Ribelli insenature di verde impreziosivano il paesaggio, fotografando l'inarrestabile incedere di una vegetazione indomita e selvaggia. Il cielo, scrollatosi di dosso le scorie dell’imbrunire, sfoggiava orgoglioso il suo azzurro migliore, incurante dello scarno gregge di nuvole che lo pascolava svogliato.
“Non c’è artista che possa reggere il confronto con la Natura”, pensò. Eccolo, il grande rimpianto: aver compreso troppo tardi che la vita era colore.
D’un tratto, il profumo di speranza avvertito pochi istanti prima si fece acre e pungente. Starnutì, quasi a voler somatizzare il moto di malinconia che lo stava assalendo. Tirò un’ultima boccata di sigaro - ormai ridotto ad un mozzicone - lo spense e si incamminò lentamente verso la valle: aveva riflettuto a sufficienza, per oggi.
Volente o nolente, era iniziata un’altra giornata.
Volente o nolente, era iniziata anche per lui.
23 commenti
mih, che lunghezza di sfogo, non lo leggo.
Preferiscodi gran lunga l'animo prolisso dell'autore al banale e scontato nonché superfluo ermetismo dell'anonimo qui sopra.
D'altronde, se non si è interessati a qualcosa, non ci si prende la briga di esporre a tutti i costi il proprio pensiero
: PPPPPPPPPPPPPP
O.o o.O O.o o.O
ossignore, non bastavano SuSw e rosarossa a rompere le scatole?
La brezza gelida del condizionatore, accompagnava la lettura di Always.
Terminato il tutto, decise di commentare e di chiudere la "finestra" virtuale.
Il contenuto dello sfogo, non era di elevato interesse; secondo i suoi standards.
Autore lascia stare
I commenti sopra, margarita ante porcos
il racconto è carino anche se non è il mio genere (nè questo è il sito adatto a pubblicarlo)
always, da come usi la punteggiatura deduco che hai saltato le elementari a piè parii..
Non male
Grazie setanta e Anonimo delle 18:28.
Peccato per la pochezza degli altri commenti.
Era meglio non riceverne, a questo punto.
Fra le perle di rara intelligenza sciorinate dagli amici commentatori, spicca certamente la vena "pungente" di iAlwaysAskToMyself, a cui, tuttavia, suggerisco caldamente di seguire il consiglio dell'Anonimo delle 18:28 e di procedere ad un bel ripassino della punteggiatura italiana...
perché non vai da simba invece di scrivere cose senza capo né cosa? -.-
E tu, invece, perché te non vai al diavolo?
*non te ne vai
-*non te ne vai
ah ok allora non me ne vado :p
Suggestivo, descrittivo. Peccato le due cadute di stile: l'abbreviazione, che più che facilitare la lettura rimanda a qualcosa tipo "Sistema Sanitario Nazionale" e lo "Starnutì", che immette nella storia un momento involontariamente ridicolo. Meglio farlo tossire: più in linea col personaggio, col sigaro, con la decadenza. Per il resto mi è piaciuto e invoglierebbe anche alla lettura del prosieguo.
@Anon delle 18:28
Almeno fai la correzione ortografica.
Non scappare via, senza evidenziare l'errore.
Inoltre, ti consiglio di ricontrollare il tuo commento.
Ci sono un paio di errori, ma essendo tu l'esperto, sono sicuro che saprai trovarli da solo.
@IlReLeone
>suggerisco caldamente di seguire il consiglio dell'Anonimo
Io lo suggerisco ad entrambi.
Partendo da qua: http://www.linkuaggio.com/2013/11/virgola-prima-di-o-e-oppure.html
Chiedo anche a te, una correzione del mio commento.
Ah, preferisco autocorreggermi.
Va a finire che dopo non si capisce che stavo trollando, riuscendoci.
kek.
"La brezza gelida del condizionatore accompagnava la lettura di Always.
Terminato il tutto, decise di commentare e di chiudere la "finestra" virtuale.
Il contenuto dello sfogo non era di elevato interesse, secondo i suoi standards."
standard*
Maestro,
l'uso della virgola prima della congiunzione "e" è, invero, abbastanza controverso; in buona sintesi, si può correttamente affermare che la scelta è rimessa all'autore, tenuto conto della struttura del periodo e della funzione che andrebbe ad assolvere all'interno di esso.
Ad esempio.
"Era uno spettacolo meraviglioso, e l’Uomo Senza Nome si domandò per quante volte ancora avrebbe potuto assistervi."
La virgola avrebbe potuto essere omessa, ma avrei costretto il lettore a procedere spedito fino al punto, mentre io volevo che si soffermasse un istante su quello "spettacolo meraviglioso" descritto nel periodo precedente, proprio come stava facendo il protagonista del racconto.
A ben vedere, avrei potuto ottenere lo stesso effetto spezzando il periodo in due
"Era uno spettacolo meraviglioso. L’Uomo Senza Nome si domandò per quante volte ancora avrebbe potuto assistervi."
ma suonava meno fluido e ho preferito adottare una soluzione differente.
Concludo confessando di conoscere le Sue fonti ("linkuaggio?"); mi permetto, però, di suggerirle le mie:
http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/uso-virgola-prima-congiunzione
Legga con attenzione.
Buono studio,
M.
*di non conoscere
@logica
Ti ringrazio per il tuo commento.
Concordo sull'abbreviazione.
Comprendo anche la critica sullo starnuto, ma è stata una scelta voluta: si legava all'odore della speranza (prima profumato, poi acre e pungente)
>le Sue fonti
Sfortunatamente, non sono il proprietario di Internet.
In ogni caso, bravo *slow clap*
risolti i problemi col...
...gioco d'azzardo?
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