Gio
08
Gen
2015
Conflitto interiore.
Buonasera.
Per me è difficile spiegare ciò che provo da quasi 8 anni a questa parte ma ci proverò lo stesso. Mi sono imbattuto in questo sito quasi casualmente e fin dall'inizio avrei voluto dire la mia ma ho incontrato molte resistenze perché per natura sono una persona molto riservata. Oltretutto non frequento più da 10 anni il mondo delle chat o dei blog... Beh, il mio problema è il seguente: faccio un lavoro che odio, con gente che odio e disprezzo e in una città mooolto distante dalla mia città di origine nella quale non sono riuscito a trovare un amico o un'amica decente in tutti questi anni.
Il motivo per cui faccio questo lavoro è il buon trattamento economico che in questo periodo di crisi e disocupazione dilagante, potrebbe sembrare quasi una grazia divina ma a partire da settembre dell'anno scorso, c'è stato in me un punto di rottura: è come se dopo 7 anni e mezzo mi fossi svegliato e mi fossi reso conto dove mi trovassi davvero così tutta la solitudine patita in questi anni, tutte le persone false che mi circondano e le situazioni stressanti che ho dovuto subire, sono state illuminate da un riflettore: un riflettore chiamato coscienza. Spesso, quando sono lì, cerco di staccare col cervello, mi assento quasi del tutto non provando alcuna emozione, tanti comportamenti di miei colleghi, tante situazioni... Beh, semplicemente le ignoro. Perché a me di loro non me ne frega niente come a loro non gliene frega di me. Quando sono li, perdo la mia umanità per poi ritrovarla quando ho le ferie e ritorno al paese mio. Purtroppo è un lavoro che non posso lasciare perché statale ma a volte mi chiedo: vale la pena soffrire per un buono stipendio? Beh, signori: la risposta è semplice. Non ho alternative. O questo che ho o la disoccupazione che mi renderebbe depresso. A volte vivo nella speranza di essere trasferito di nuovo al mio paese e spesso evado con la mente pensando a come sarebbe bella la mia vita se diventassi milionario.
A volte si sa: sognare fa bene all'anima!
7 commenti
se in tanti anni non sei riuscito a creare nemmeno mazza amicizia la colpa è solo tua. probabilmente non hai interessi, non frequenti luoghi dove poter conoscere persone con la tua stessa visione delle cose e sei rimasto fermo alla mentalità del tuo paese e questo non è detto che sia una cosa positiva, visto non riesci a vedere nulla d buono in un posto che ti garamtisce un buono stipendio e dove probabilmente ci sono,tante offerte di intrattenimento. la chiusura a priori è tua. dici che ti disumanizzi e che riprendi l'umanità solo quando torni al tuo paese, dove non c'è nulla. sei tu ad avere un problema.
Beh, di gente ne ho conosciuta e ne conosco e degli interessi ce li ho; oltretutto frequento un circolo "esterno" dove qualche conoscenza l'ho fatta. Solo che sono tutte conoscenze superficiali e quelle persone non possono essere definite propriamente amici. Sul fatto "che ho qualche problema" ti posso dar ragione solo sul piano sociale: ammetto di essere un tipo che difficilmente lega profondamente con gli altri ed ho le mie ragioni. Ma dal punto di vista lavorativo, ti assicuro di non essere io il problema ma l'ambiente stesso e sai perché? Perché non sono l'unico a lamentarmi.
Al lavoro.piu' mi guardo attorno,piu' mi sento solo.ma piu' mi sento solo,piu' mi sento unico.yyyyesssssss
il lavoro è fatto così: vai, fornisci una prestazione e vieni pagato. basta. non ci si va per instaurare rapporti o amicizia. se poi capita è tanto di guadagnato, ma non è questo il fine. pensa a chi svolge lavori nell'a,bito delle pulizie o lavori duri e complessi. che rapporti umani deve instaurare? sarebbe la,stessa cosa nel tuo paesello. le amicizie te le devi creare fuori. se non ne sei capace, la colpa è tua e non del posto in cui vivi. se speri che nel tuo paesello le cose cambierebbero, sbagli di grosso. al massimo recupereresti qualche amico storico (posto che dopo tanti anni lui non sia cambiato, non abbia messo su famiglia ed abbia interesse a frequentare una persona con problemi di integrazione sociale come te), ma questo vorrebbe dire che sei rimasto fermo a determinate amicizie di un determinato periodo e che non sei cresciuto. a donne come va?
carissimo, sappi che...
...ti capisco! io al contrario tuo sono riuscito a tornare nella mia città, dopo diversi anni passati all'università e a lavorare fuori, anche all'estero. Attualmente, sono ormai 7 anni, mi ritrovo a lavorare in un contesto dove i rapporti con i colleghi sono inesistenti, ognuno pensa agli affari suoi, nessuna cena tra colleghi o aziendale, nessun aperitivo dopo il lavoro, niente sport insieme, zero...ho ottimi rapporti con tutti i colleghi ma sono puramente lavorativi; al di fuori del lavoro invece ho molti amici. Nelle esperienze lavorative pregresse invece, ho stretto delle amicizie molto profonde con cui mi tengo in contatto e mi riesco ogni tanto anche a vedere, ancora adesso!
Pertanto credo che il problema non sia tu, perlomeno non del tutto...probabilmente, con l'avanzare dell'età si diventa un po' più esigenti in ciò che ci si aspetta nei rapporti, perlomeno per me è così....ma secondo me il punto è che molto dipende da quanto sei fortunato nell'incontrare le persone giuste nel posto giusto, sia al lavoro che fuori; ad ogni modo non abbatterti, cerca piuttosto di cambiare abitudini (dato che quelle di adesso probabilmente non ti portano nulla di positivo), creati nuovi interessi e segui nuove strade...prima o poi qualcuno più in sintonia con te salterà fuori...;-)
Alex
-Oltretutto non frequento più da 10 anni il mondo delle chat o dei blog
Non serve avere dei precedenti.
-faccio un lavoro che odio, con gente che odio
La butto lì, per quanto pensi di poter tirare avanti?
Per cosa vivi?
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Scusa, ma in tutti questi anni di lavoro in questa città non sei riuscito a conoscere persone al di fuori del contesto lavorativo?
o proprio nemmeno al di fuori del lavoro riesci a staccare la coscienza?