Mer
26
Dic
2012
Mi sento usata
Quanta ipocrisia intorno. Quanta gente che ama prendersi i meriti che non ha, tutti belli sorridenti, riposati, mentre tu ti sei fatta un culo quadro... miserabili, sono solo dei miserabili.
chissà se è vero che il tempo è galantuomo. io me lo auguro. dopotutto, non ho mai avuto un galantuomo vicino: tutti spiantati, senza un soldo, a chiedermi con gli occhi bassi di pagare, di fare, di risolvere, perchè loro tanto sensibili non riuscivano... non potevano... chissà se questo tempo, prima o poi, mi darà ragione.
tutto il lavoro che sto facendo, mi sembra immenso. non arrivo, ma non mi fermo. non posso farmarmi. e poi c'è quello che si prende il merito che non ha, gli fanno i complimenti, e lui tutto sorridente risponde "grazie!", ma come fa??? io mi vergognerei come un cane, io che lotto da mane a sera per far quadrare le cose, per costruirle... e lui, bello tranquillo, arriva... con le manine pulitine, che non ha mai fatto un cazzo, si prende il merito che non gli spetta e lui "grazie! grazie!!!"... ma quale grazie, brutto stronzo!
ah, dimenticavo che la merda me la prendo io, è ovvio.
mi sento usata. vorrei che lo sapeste. mi sento usata da tutti, e vorrei che qualcuno mi ascoltasse. il bello è che mi sono talmente abituata a sentirmi usata, che ora come ora sento quasi l'obbligo di rimanere in silenzio, come se i miei sfoghi non avessero diritto di esistere. a volte vorrei alzarmi una mattina, preparare la colazione, salutare il mio compagno e prendere un pulmann a caso, andare via e non tornare più. intimamente so che lo farei perchè spero che in questo modo gli altri capiscano che sono arrivata all'esasperazione. ma andando poco più avanti con la riflessione, capisco che probabilmente non gliene importerebbe nulla a nessuno.
forse non importa davvero a nessuno. nemmeno al mio compagno. che quando mi vede così, in lacrime perchè esasperata, mi chiede (riferendosì alle persone con le quali porto avanti il progetto): "vuoi che ci parli io?", che è come dire "potrei farlo, ma siccome non voglio allora te lo chiedo, così tu mi rispondi di no (è ovvio che risponderai di no), e io me ne laverò le mani". sei talmente deficiente da non capire che risponderei di no? o lo stai solo facendo apposta, per non avere alcuna responsabilità? certo che potresti fare qualcosa, ma non lo farai: se avessi voluto farlo, lo avresti fatto, senza chiedermelo. chiedere se puoi farlo o no è solo un tuo modo per dire "potrei aiutarti, ma non ne ho voglia, quindi faccio l'unica cosa che mi bloccherebbe, cioè chiederti se posso farlo o no". grazie, uomo privo di spina dorsale.
mi sento usata, e vorrei solo essere stata più tosta prima, proprio per evitare di essere usata. ma ormai le cose sono andate così.
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Inveire su se stessi non serve
Sembra banale ma è così, inveire su se stessi non serve, dicono che la ruota gira per tutti, ci voglio credere, diciamo così. In ambiti diversi ma sono passato dalla tua medesima strada e ora sto disoccupato peggio di un ameba.
Non risolverai mai nulla, vedi le cose a 360 gradi, ciò che fai fallo per te stessa non per gli altri anche se di lavoro si tratta, fottitene, sii egoista. Verrà il momento in cui tu non ci sarai e al pirla commisionano qualcosa che non saprà fare e tu lì riderai da fartela sotto.
Il tuo uomo magari ti dice cosi, forse (e non per difenderlo ma appunto per vederla da una latro punto), perchè vuole che sia tu a tirare fuori gli attributi e dirgliene quattro a coloro che lavorano con te. Ognuno ha i propri fantasmi da combattere e molte volte dobbiamo essere noi a farlo non gli altri come è comodo che sia. Anche se potrebbe, a mio avviso cercare perlomeno di parlarti e capirti.
"non è mai troppo tardi"
Ragiona su ciò che fai, nel lavoro come nella vita essere bastardi, a volte, funziona e uno sgravio può tornarci utile se ci pensiamo bene magari per avanzare di grado. Pensaci.