Tag: depressione

Gio

08

Ago

2019

Sentirsi inadeguati a 25 anni.

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Accidia

Nella mia famiglia sento di avere una brutta reputazione, sin da bambino.
Hanno sempre messo sul piedistallo mio fratello maggiore, migliore di me a scuola e laureato con 110 e lode.
Hanno sempre avuto aspettative grandi e prestigiose su di lui.
Io invece con la terza media, non andavo mai bene a scuola, perché nessuno mi ha mai insegnato ad amare lo studio, ho lasciato perché venivo bullizzato.
Tutt'ora che sto studiando ai corsi serali, quando chiedo aiuto a mio fratello per cose difficili, ad esempio di fisica, lui mi risponde che è inutile perché tanto sono cose che non capirò mai.
La fidanzata se n'è accorta e non le è piaciuto questo comportamento.
Mi sono sempre sentito quello inferiore, meno intelligente, capace, quello che è ignorante, meno maturo.
In particolare i miei zii hanno fatto paragoni dicendo che non so fare niente e che sono stupido.

Mi sto rendendo conto che la mia famiglia forse è davvero tossica, magari mi sbaglio e c'è di peggio.
Da quando mia madre ha lasciato mio padre, il nostro rapporto è cambiato in negativo.
Ricordo però che pure da bambino mi ha detto cose cattive, tipo "come vorrei che tu muoia".
Gli ultimi anni mi ha detto che sono handicappato, che mettermi al mondo è stato un errore, che non capisco nulla e che non mi funziona bene il cervello magari perché ad esempio un giorno mi sono dimenticato di tagliare dell'insalata, di mettere a posto delle pinze o di apparecchiare la tavola.
Per queste piccole cose mi accusa e mi insulta.
Appena vede qualcosa fuori posto in casa, subito è pronta a dare la colpa a me.

Tante volte mi fa pressione di andarmene di casa e dice esplicitamente che non mi sopporta.
Mentre questa pressione a mio fratello, all'età di 25 anni non gliela faceva.

Poco fa il suo compagno mi ha dato della persona che pensa come uno di 3 anni solo perché ho proposto di fare un giorno il gelato in casa con la macchinetta e che mi sarebbe piaciuto imparare a farlo io.
Io gli ho detto che lui invece pensa come uno di 80 anni sputasentenze.
Lui ha risposto che tanto la valutazione di me se la è già fatta.

Mia madre pure mi dà del bambino tante volte, facendo i paragoni con la sua vita che lei a 25 anni, (la mia età attuale) aveva avuto mio fratello, lavorava già.
Io voglio lavorare ma che posso trovare con la terza media?
In più ho anche problemi di ansia a stare con le persone.
A me piacerebbe fare un lavoro con le arti grafiche, qualcosa che mi piaccia e mi renda felice.

Mi danno dell'egoista invece perché magari a tavola secondo loro mi prendo il pezzo di frutta migliore.
Per queste piccole cose loro devono sempre notare il difetto ed evidenziare quanto io sia una brutta persona.
E poi quando io rispondo ad una sua provocazione lei mi risponde ironicamente che sono permaloso e che la permalosità è segno di poca intelligenza mettendo in evidenza l'intelligenza di mio fratello perché ironico, sempre con sarcasmo.
Il rapporto con mio padre invece, se non sono io a cercarlo lui non mi cerca.
Viviamo in due case separate e devo sempre io telefonarlo per primo. Addirittura non ha voluto darmi un numero che usa di più.
Quando parlo con lui ho sempre quella sensazione di essere inferiore come intelletto come con mio fratello maggiore e mia zia, che trovo persone che mi sembra si sentono superiori agli altri.
Tipo addirittura mio padre mi fa domande stupide di cultura a cui chiunque saprebbe rispondere: "Sai chi sono Giulietta e romeo?
Conosci Michael Jackson?
Sai chi è Anna Frank?"

È sempre stato un mio sogno imparare a suonare il piano, prendere lezioni di canto e magari esibirmi in locali.
Mia madre che è insegnante di musica, le ho sempre detto da quando avevo 15 anni che volevo fare questo.
Ma lei non mi ha mai supportato perché dice che non ho talento, non sono portato.
Tutt'oggi mi sento di stare male di Depressione perché ho sprecato tanti anni in cui potevo diventare bravo in ciò che mi sarebbe piaciuto fare nella vita.

Vorrei fare questo nella vita ma a parte le difficoltà di essere notati, da una parte mi mette ansia visto che sono socialmente ansioso.
E poi magari il timore di essere sbeffeggiato da ex bulli che magari hanno ancora una brutta reputazione per me.
La mia vita si è bloccata, ho avuto paura a muovere un passo e ad evolvermi per il marchio che sento di aver addosso da ex compagni di classe.
Per paura di rivivere il rifiuto e l'umiliazione che ho provato.


A 25 anni mi sembra di aver sprecato la mia vita e che sia ormai troppo tardi per cambiare.
Cambiare aria, avere amici (ho zero vita sociale), iniziare a lavorare e con qualcosa che mi piacerebbe fare.

Scusate il lungo sfogo, vorrei un vostro consiglio e una vostra opinione... Grazie

Mer

07

Ago

2019

Vivi e lascia morire

Sfogo di Avatar di Peccato OriginalePeccato Originale | Categoria: Altro

Avevo un certo bisogno di buttare giù alcune righe sulla mia condizione attuale. È una cosa piuttosto ambigua, siccome io stesso forse non so più se pendo più da una parte o più dall’altra.

Mi spiego: negli ultimi mesi la mia vita è lentamente cambiata. In passato soffrivo di depressione ed ero molto solo, mestre adesso, pur essendo altrettanto solo, mi sentoavvolto da una ventata di menefreghismo. È possibile, e non lo so per certo, che io sia stato cosí male per la mia passata condizione, che adesso l’unico dato di fatto è che non ho nulla da perdere.

A cosa mi ha portato questa presa di coscienza? In primo luogo non sento più lo stesso impellente bisogno di socializzare come una volta. In passato mi struggevo al pensiero di stare perdendo la mia adolescenza senza aver assaporato la felicità; invece adesso che sto per compiere la maggiore età, mi sento molto più indifferente.

In secondo luogo, precedentemente ero fin troppo influenzato dai pensieri e dalle dicerie altrui, e mi vedevo schiavo di quell’ostracismo che quei pochi conoscenti che avevo mi stavano infliggendo. Oggi, al contrario, ho l’impressione di poter essere loro contrario, nelle parole e nei fatti, senza la paura di perdere posizione rispetto a loro, forse perchè non ne ho mai avuta una.

Potrei anche finire nel torto dicendolo, ma in questo caso io “vivo e lascio morire”: nessuna persona al mondo potrebbe mai turbare il mio stato di autosoddisfacimento, e per quanto qualche crudele persona si sforzi a compromettermi, io percepisco che non mi interesserebbe comunque, e vado per la mia strada.

Certo, una fonte inesauribile di tristezza e nessun supporto per contrastarla sono una combinazione ben più che dolorosa. È una condizione debilitante, patologica ed autosostenuta. Ma nonostante questo, sento che l’ansia sociale non mi perseguita più come prima. Forse sto diventando apatico, o forse il mondo è stato fin troppo apatico verso di me, ed ora sto solo inconsciamente reagendo. 

Sab

03

Ago

2019

Un immensamente grande "boh"

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Sarebbe meraviglioso sparire nel nulla, la verità è che non so quanta gente con la crisi esistenziale o semplicemente fusa come me c'è in giro, sono particolarmente instabile da tempo, ci sono dei momenti in cui voglio raggiungere tutti i punti della mia lista dei desideri: trovare un lavoro, farmi la patente, comprarmi un rottame da guidare( e di cui essere comunque orgogliosa come se non ci fosse un domani), avere un posto tutto mio, voglio essere normale insomma! Non mi ero mai integrata da nessuna parte, almeno un assaggio di normalita me la merito, okay?! Voglio avvicinarmi a quell'obiettivo che si chiama "diventare finalmente una persona matura e indipendente"! Eeeee poi ci sono le mie giornate "no" durante le quali il disprezzo cresce a dismisura e odio tutto, in particolar modo me stessa! Mi sento come una fallita, una povera incapace senza talento e senza risorse... Non concludo mai nulla, non reggo lo stress di nessun tipo, perdo spesso la concentrazione e sono parecchio infantile e suscettibile a proposito del mio aspetto, non ho filtri quando parlo e ho un assurdo senso dell'umorismo, e oltre a tutta 'sta merda sono pure una povera insoddisfatta che non ha più interessi da una vita, nulla mi porta gioia, mi sento come un peso per tutti, c'è gente  che mi dice che ho tutta la vita davanti, che mi aspettano in futuro tante belle cose e delle vere difficoltà maaa riesco solo a pensare che un giorno all'improvviso mi svegliero e mi ritroverò a quarant'anni a vivere ancora con mia madre! Non so cosa ho combinato nella vecchia vita ma pretendo di essere un'ameba nella prossima reincarnazione.

Gio

01

Ago

2019

Punto di partenza

Sfogo di Avatar di OttavianoOttaviano | Categoria: Altro

Ciao ragazzi, sono di nuovo qui a chiedervi aiuto.
Ho diversi problemi, li elenco.
1. Da un paio di settimane ho litigato con i 2 amici con cui avevo stretto di più in questo inverno, dopo aver rotto con la mia ex. Una sera in pratica dovevamo uscire, hanno cambiato programmi in corso d'opera e mi sono sentito un po' preso in giro, la sera quando ci vediamo per uscire un po' bruscamente gli dico testuali parole "sono incazzato, avete fatto le merde oggi". Il mio "amico", sentite queste parole (ci eravamo appena seduti nella mia macchina per raggiungere una località di mare), mi chiede di accostare che vuole scendere che per lui la serata era finita là. Al che gli dico di aspettare e sentire le motivazioni del mio averle chiamate "merde", ma nulla, mi fa accostare scende sbattendo la portiera e sbraitando di "spaccarmi le ossa" di "non farmi più vedere e cancellare il suo numero". In tutto questo io mantengo la calma, eravamo in pieno centro e non avevo voglia di dare spettacolo, in più sono del parere che se scendevo finiva a pugni e schiaffi quindi ho preferito starmene seduto al mio posto e cercare di calmare il soggetto con le parole (sto per diventare avvocato, non voglio andare in questura per un coglione). In tutto ciò, la mia seconda amica, che è una ragazza e nello specifico una sua scopamica, cerca di calmare il tizio che difatti non si calma, continuando a minacciarmi e sbattermi le portiere delle auto. Io sono rimasto scioccato, a posteriori mi pento di non aver chiamato il 113. C'è un limite a tutto, limite che è stato superato per un "merde", e ciò mi pare esagerato. Passano 10 minuti di grida e minacce da parte sua e finalmente desiste e se ne va. La ragazza rimane, mi chiarisco con lei sul perché ero arrabbiato, praticamente un qui pro quo, e la riaccompagno a casa. Sabato sera alle 21 per me era già finita la giornata.
Torno a casa lo blocco ovunque e mi cancello il suo numero. Decido che non voglio avere a che fare nella mia vita con persone violente, con persone che perdono facilmente il controllo, anche a costo di restare nuovamente solo. E così è. Non li sento da quel giorno e non mi pento della scelta, io i pazzi nelle mia vita non li voglio, e chi ha questi scatti d'ira incontrollati con annesse minacce di morte e violenza fisica verso un mio bene (in questo caso la mia macchina) per me è un pazzo. 
Questo giusto per mettervi al corrente.
Punto due. Mi sento solo, come volevasi dimostrare. Non tanto per i 2 pseudo amici, anzi, non per loro, ma ancora, mi duole dirlo, per la mia ex. Mi manca. Tantissimo. Nonostante i 7 mesi passati.
Mi manca la sua versione migliore, quando mi amava e quando stavamo bene. Un anno fa eravamo a Taormina di questi tempi, non riesco a non pensarci e mi scendono le lacrime. Sì, le lacrime, ad un ragazzo di 1.80 per 70kg ma con un carattere ed una mente troppo fragili.
Punto tre. La mia ipocondria non è passata. Per niente. Il che mi rende anche triste, infelice, non trovo un senso alla vita, a 28 anni non ho voglia di vivere.
A settembre vorrei iniziare delle sedute con uno psicologo in ospedale, vediamo cosa ne esce fuori, non ho grandi aspettative, ma almeno parlo con qualcuno, visto che sono nuovamente solo, ancora una volta al punto di partenza. Dal 2015, da quando è morto mio nonno, la mia vita è cambiata in peggio, sotto tutti i punti di vista. E non riesco a prenderne il controllo, né della mia vita, né (e questo temo sia più grave) della mia mente. Aiuto. 

Dom

28

Lug

2019

Laurea magistrale e crisi esistenziale

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Ho 25 anni e una storia travagliatissima con lo studio. Fin da piccola mi è sempre andato stretto l'ambiente scolastico e non ho mai particolarmente gradito studiare per interrogazioni e compiti, ma mi forzavo a dare un'apparenza da "brava bimba" solo per compiacere mia madre e i miei nonni, per avere i loro complimenti e sentirmi buona e amata. Sicché si è creata di me un'immagine quanto più lontana possibile dalla realtà: quella di "secchiona" amante dello studio, a cui non pesa affatto passare intere giornate sui libri e che punta solo ai voti più alti. Voti che ho preso: dalle elementari fino alla sudatissima laurea triennale in lettere classiche sono sempre riuscita a prendere il massimo, nonostante non avessi un vero metodo e la mia voglia fosse sempre pari a zero. Era la mia parlantina, era la fortuna o il riuscire ad assorbire tutto dalle spiegazioni in classe, non so. Semplicemente mi mettevo davanti ai libri per ore e ore - trascurando la mia vita sociale e qualunque attività alternativa - e tra un pensiero deconcentrante e l'altro qualcosa mi rimaneva. Era molto più facile quando qualcosa suscitava un minimo interesse in me, altrimenti era dieci volte più complicato riuscire ad assimilare anche solo un misero concetto. Fatto sta che la materia che mi riusciva meglio era italiano: non per un particolare impegno ma perché i miei temi (sproloqui di pagine e pagine; rigorosamente tema libero) piacevano agli insegnanti e amavo leggere di tutto. Così si è aggiunta un'altra sfumatura alla mia maschera: quella di appassionata di letteratura, quella che deve assolutamente frequentare il liceo classico e poi una facoltà umanistica, altrimenti avrebbe perso il suo enorme "potenziale". Per ribellarmi, piuttosto inconsciamente, a questo diktat, inizialmente mi sono iscritta a mediazione culturale, studiando francese (non so per quale ragione, dato che la mia preparazione risaliva alle basi delle medie) e tedesco. Tempo un semestre e mezzo e, anche a causa di una mia compagna del liceo che mi stalkerava letteralmente all'università, pur avendo preso 30 a tutti gli esami dati decido di smettere perché mi faccio prendere dalla trappola de "Ma la tua passione non erano le lettere? Che ci fai lì?!". Ennesima scelta di merda. Mi sarebbe bastato rendermi conto del fatto che invidiavo da morire quelli che studiavano giapponese, che ero così interessata (per la prima volta davvero) che mi feci fare venti euro di fotocopie dei loro appunti, per fare una scelta decisamente più sensata: cambiare francese con il dannato giapponese e non abbandonare la facoltà di lingue. Niente di tutto questo. Mi iscrivo a lettere classiche ormai completamente in balia degli eventi e ci resto, perché dopo aver voluto la bicicletta dovevo necessariamente pedalarla. Nonostante esami tostissimi, professori severi e la solita mancanza di forte interesse e motivazione riesco a terminare la triennale a pieni voti. Non mi laureo neppure che già sto frequentando la magistrale, senza pensarci, senza darmi tempo di capire cosa diavolo sto facendo e cosa voglio fare davvero - perché tanto devo fare per forza l'insegnante dopo questo percorso di studi, no? La magistrale la scelgo in filologia moderna (in pratica, la magistrale di lettere moderne) perché quella classica mi ha svenato. Inizio a bomba col solito 30, il primo corso mi piace e mi impegno sul serio. Da lì, una discesa nel baratro. Iniziano corsi assurdi senza capo né coda. Comincio a chiedermi cosa ci faccio lì, come se fossi in terra straniera. Tutti mi tartassano dicendo che il voto della triennale non conta, conta solo quello della magistrale, e che quindi avrei dovuto prendere una sfilza di 30 per assicurarmi un altro 110 e lode. Per la pressione, per l'essere completamente sola in un ambito totalmente diverso, per la mancanza di senso di questa magistrale, inizio pian piano a scivolare nella depressione. Evito le mie (già poche) amiche, sparisco, non rispondo più a nessuno, mi chiudo in casa, piango ogni giorno; soprattutto, non riesco più a studiare. Apro il libro, qualunque libro, e nonostante non sia nulla di così difficile rispetto a quello che mi costrinsi ad imparare alla magistrale non riesco ad andare oltre le due righe. Fisso le pagine, con occhi da morta. La mattina devo mettere una decina di allarmi sul cellulare per convincermi ad alzarmi, la sera non voglio andare a letto per il terrore che verrà domani e sarà un altro giorno in cui cercherò di studiare senza successo e dovrò vedere quei libri di cui non mi importa nulla. Disturbi psicosomatici iniziano a minare la mia salute, fino ad allora abbastanza buona. Gastrite cronica, cisti, tiroidite, disturbi intestinali, infiammazione alla colecisti, emicrania: a 24 anni la mia vita si consuma tutta tra ospedali e decine e decine di dottori. Vado in crisi col mio ragazzo. Per completare il quadro, pensieri suicidi spuntano come se fosse la cosa più naturale del mondo. Mi costringo comunque a fare altri due esami e dopo l'ennesima crisi esistenziale vado da uno psicologo. Per lui devo finire subito questa magistrale, dato che ormai sono in ballo, e smetterla di piangere perché "non c'è tempo". WOW. Davvero, non l'avrei mai detto. Ma se sono da te evidentemente è perché questa cavolo di magistrale non riesco a finirla in fretta, saltellando sulla mia crisi come una lepre marzolina! Ora, un anno dopo, sono esattamente allo stesso punto di prima, anzi, la situazione (fisica e mentale) sembra peggiorare di giorno in giorno. Non credo ormai che abbandonerei, anche se non mi interessa nulla di quello che studio, se non altro per orgoglio. Vorrei solo...prendermi una pausa. Fermarmi un attimo a riflettere e dirmi "Si può sapere dove sto andando?". Vorrei darmi da fare lavorando di più di quanto faccio, acquisire esperienza del mondo - che non ho -, sviluppare delle competenze CONCRETE. Sono vent'anni che sto studiando ininterrottamente e controvoglia, senza nessuno svago, senza nessuna valvola di sfogo, in un ambiente familiare disastrato da violenze fisiche e psicologiche, droga e malattie mentali. Non incolpo i miei familiari di nulla, però. La colpa è mia che non ho saputo prendere in mano le redini della mia vita, non ho avuto la forza di distaccarmi da quelle dinamiche e pensare a me, alla persona con cui devo passare l'intera esistenza. Come ho detto, l'unico studio stimolante probabilmente sarebbe stato il giapponese alla facoltà di lingue. Quel treno è passato e ora è troppo tardi. Alla luce quindi di quello in cui ormai mi ritrovo, come potrei dire a mia madre che è tempo per il mio bene di prendermi anche una piccola pausa dall'università? 

Attenzione. Non sto dicendo che non voglio far nulla, come se fossi una viziata a cui è sempre stato dato tutto perché NON È COSÌ. Vorrei solo CAPIRE. E fare qualcosa che per me abbia significato e mi faccia sentire realizzata nonostante le difficoltà.

Questo è il mio sfogo. Grazie.

Gio

25

Lug

2019

Basta

Sfogo di Avatar di Madama ButterflyMadama Butterfly | Categoria: Ira

Ragazzi, credo sia giunto il momento di dire basta. Ho sempre sostenuto che dobbiamo liberamente decidere della nostra vita e in questo momento voglio finalmente prendere in mano la mia.

Ho incontrato recentemente l'amore della mia vita, l'uomo che amo da 12 anni. Stiamo benissimo insieme, ma lui vuole stare da solo. E io devo subire la sua ennesima decisione, condannandomi alla sofferenza continua. Ho 31 anni e non ho mai avuto un lavoro decente. Sono riuscita a farmi licenziare dall'ultimo per aver preso posizione, ma si sa, l'etica lavorativa, l'onestà e la qualità sono peccati gravi nel mondo del lavoro italiano. Quindi se dici in faccia al tuo capo che ha torto e che la sua disorganizzazione sta rovinando il progetto, allora quello da licenziare sei tu, non il responsabile. Ho 31 anni e non ho soldi in tasca, dovrei chiedere un prestito a mia madre per poter cercare un altro lavoro, stavolta nel fantomatico estero perché in Italia sono ormai da buttare.

Già senza lavoro si sta male, immaginatevi completamente rovinati dal punto di vista finanziario e con il cuore spezzato. Che fareste al mio posto? Io sto seriamente considerando di farla finita. 

Sab

20

Lug

2019

Famiglia di Minchierda.

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Ira

Allora,la mia famiglia è una merda.Non si salva quasi nessuno.Iniziamo da mio padre.È uno stronzo egoista. La cosa più importante per lui è la sua pensioneche non ha mai condiviso con mia madre. Se si sente un pochino male corre subito in pronto soccorso, ha sempre trattato male la nonna di mia madre e la zia di mia madre. Una volta quest'ultima cadde a terra e obbligò mia sorella a non aiutarla e a lasciarla a terra.Non voleva che la nonna di mia madre entrasse in casa nostra perché secondo lui era una chiacchierona.È un uomo narcisista, ignorante e cattivo. Vigliacco se la prende sempre con i più deboli. Picchiava mio fratello quando era piccolino e una volta ha picchiato anche me quando avevo 12 anni. 
Mia madre aveva un lavoro una volta.Faceva la ragioniera.Ma il capo l'ha dovuta mandare via ( non è mai stata assunta) perché si assentava troppo spesso a causa di mio padre che la metteva in ansia. Quindi lei adesso non ha una pensione. Non ha niente. Lei usa la pensione d'invalidità di mio fratello, circa 750 euro. È diventata una gattara è ha circa 40 gatti da sfamare. Solo in casa noi ne abbiamo 19. 
Mio fratello frequenta ora un'associazione per disabili. Lui ha un leggero ritardo. Parla meglio di me e cammina benissimo, ma ha il 100 per cento di invalidità più l'accompagnamento. Sta tutto il giorno al cellulare a rispondere ai messaggi su FB o a parlare con i suoi amici. Si lamenta molto spesso con i miei perché vorrebbe avere una vita normale, lavorare o uscire da solo, ma non sa neanche allacciarsi le scarpe. Si trova brutto ed inferiore agli altri ragazzi della sua età.
Mia sorella mi trattava male quando ero piccola. Non l'ho mai dimenticato.Ho paura a dirle la verità in faccia. Che è una stronza egoista. Quando non aveva un figlio ha fatto il caz.zo del comodo suo. Si sarà scopata mezza città e non ci voleva tra i piedi.Anche se ogni tanto uscivamo insieme.Ora che ha un figlio, avuto da un ex tossico dipendente, vuole che io stia sempre con lei, visto che il marito lavora tutto il santo giorno tranne sabato e domenica grazie a Dio, non capisce che io vorrei stare tanto per i cavoli miei perché stare appresso a lei e a mio nipote che tra l'altro è autistico, è un'impresa della madonna.Starci tutta la giornata dalla mattina alla sera 5 giorni a settimana e veramente stressante. Poi lasciamo perdere i suoi suoceri..
Mia nonna da parte di mia madre è una persona assai particolare. Non abbiamo mai potuto chiamarla nonna perché non le piace e le da fastidio. È come se la mamma ti proibisse di chiamarla così perché le da fastidio. Cioè, che problema hai?Mia nonna a 14 anni ebbe mia madre da un ragazzo di 18 nell'anno 1954. Uno scandalo per l'epoca. Mia nonna non ha mai sentito figlia mia madre e mio nonno dovette andarsene via dalla città perché non era accettato in famiglia.Quando mia madre chiamava "mamma" sua madre,lei non si voltava mai. Mia madre ha sofferto un abbandono tremendo.Molto tempo dopo, nel 1982 mia nonna ebbe un'altra figlia da un altro uomo che non sopportava mia madre in quanto figlia non nata da un matrimonio. A questa figlia è stato dato tutto.Ha frequentato l'università, suona il pianoforte e adesso insegna musica a liceo, oltre ad insegnare privatamente a casa e a fare concerti in giro per l'Italia.A lei tutto e a mia madre niente.A lei è stato intestato tutto ciò che c'è,case,soldi.terreni. E a mia madre niente.Mia nonna ha una sorella, che sarebbe la zia di mia madre.Quest'ultima ha due nipoti che adora. Farebbe qualunque cosa per loro. Ha messo dei soldi da parte per loro da quando sono nate 18 anni e 13 anni fa. Loro due sono trattate come principesse, mentre noi come l'ultimo degli zerbini.Mia madre è più giovane di sua madre di soli 14 anni,ma sembra più vecchia di lei, pesa solo 47 chili e non riesce ad ingrassare. Ho paura che muoia. Non voglio perderla. Io chiamo solo lei "mamma".Non pronuncio più la parola "papà" da tantissimi anni. Non ho mai pronunciato "nonna" o "zia/o".
Io ho un problema con le persone. Ho difficoltà ad uscire di casa. Prendo antidepressivi da 3 anni. Non ho ancora la patente e non ce la faccio più a vivere così ho pensato più volte che vorrei morire. Mia madre rifiuta di essere aiutata. Le ho detto di parlare con qualcuno di come viene trattata da suo marito (perché viene trattata malissimo da lui) ma lei non vuole perché ha paura che se poi lo fa lui potrebbe arrabbiarsi e portarci via i gatti. Io non ce la faccio mi sembra di vivere in un incubo. Anch'io voglio bene ai miei gatti, lo so che sono troppi, ma li abbiamo salvati e nessuno li ha voluti quando abbiamo messo annunci, e nel gattile non ce li mandiamo neanche morte, abbandonarli non se ne parla neppure.Ecco qua, io mi sento una pezza da piedi e non so proprio che fare. 

Ven

19

Lug

2019

Dentro una gabbia

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Ormai sono quasi 3 mesi che non esco più di casa o se lo faccio è per comprami le sigarete o per ubriacarmi, non riesco più a socializare con le persone mi sento sempre uno schifo e penso di dire o fare solo cose sbagliate,gli amici non li sento quasi più con i miei parenti ornai non ci parlo da troppo tempo loro mi scrivono mi chiamano ma a me non va di sentire nessuno cioè non ci riesco proprio 

Mer

17

Lug

2019

Ansia di non avere amici?

Sfogo di Avatar di Goingbackto505Goingbackto505 | Categoria: Altro

Il fatto è  che alle medie stavo bene,ma da quando è iniziato il liceo non faccio che sentirmi sbagliata. Alle medie avevo questo gruppo di amiche, e due migliori amiche  dalle elementari,ma iniziando le superiori ho perso i contatti con tre di queste amiche, e da sei siamo passate ad essere tre. Iniziano le superiori,e mi trovo a convivere con una versione di me stessa che non conoscevo, che è timida e ha paura del giudizio delle persone che la  circondano. Io e queste due mie amiche facciamo amicizia da subito con altre tre ragazze, e ora siamo un gruppo;io vedo che tutti i miei nuovi compagni,a differenza do quello con cui andavo alle medie e con cui trobabo molto bene,sono un po' "vip",tutti con 300 like su Instagram e una trentina di amici con cui uscire; io ho provato a diventare amica con una di queste ragazze abbastanza popolari,ma non ci sono riuscita e a quanto pare lei mi odia perché probabilmente pensa che io sia strana,perché sono appunto timida.  Il fatto è che io non sono mai stata timida,e ho sempre fatto amicizia con tutti, e per questo la cosa ha demoralizzata. Ora ho finito il secondo anno di superiori,e la situazione non è migliorata,in classe. E per di più ora le cose non vanno bene neanche con le tre ragazze che io e le mie amiche abbiamo conosciuto l'anno scorso: prima eravamo molto unite,ma adesso loro stanno iniziando a fare le stronze e a ignorarci senza un motivo,che è la stessa cosa che era successa alla fine delle medie con le mie vecchie amiche. Per di più queste ragazze hanno fatto amicizia con un po' di gente al campo scuola( rimpiango di aver smesso catechismo in seconda media)e ora stanno iniziando  a diventare "vip" anche loro. Il fatto è che vedo le persone intorno a me fare nuovi amici e andare avanti con la loro vita, fidanzarsi ecc... e mi sembra di essere bloccata con le stesse quattro persone( che adoro,per carità) e ho paura che le cose rimangano cosi. In più la mia autostima è scesa molto dal periodo d'oro delle medie. E niente,questo è il mio sfogo, la mia paura di rimanere sola. Spero di essere stata interessante,e di  avervi fatto sentire meglio riguardo alle vostre vite.

Ven

12

Lug

2019

Vuoto e caos

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

E' un periodo di merda. Trascorro le giornate chiusa in casa, con la voglia di non alzarmi dal letto e girovagare su internet e vedere video perchè è il massimo che abbia voglia di fare, oltre che mangiare.
Dicevano di me che ho degli occhi pazzeschi, che sono profonda, molto intelligente, che è possibile parlare di tutto con me, che sono un pò misteriosa, forte, ribelle, casinista, che è difficile tenermi testa, perchè la testa qui è dura, e tanto, ma la cosa bella è questa!

Dicevano.

Ora non c'è più nessuno che parla di me perchè sono stata capace di allontare tutte le mie amicizie ed evitare delle nuove. Mi nascondo dal mondo esterno come un ratto. Alterno crisi di pianto improvvise, mentre sto preparando da mangiare, mentre cerco di lavarmi il viso, mentre guardo qualche video, mentre evacuo.. fortuna che mi è rimasto un briciolo di cinismo che ogni tanto riesco a tirar fuori.
Nel frattempo ho messo un paio di kg che per me, ex-quasianorressica significa "sono ingrassata quanto un bue e mi vergogno ancor di piu' ad uscire di casa e mettere qualsiasi vestito che non sia almeno di 5 taglie piu' grandi della mia". E quindi anche se porto una normalissima S o XS, io mi sento un paziente del Dottor NowZaradan. E' così. Lo so, ma è così.

Sono vuota, ma sono anche un caos di emozioni. Stanno succedendo tante cose non piacevoli, e qualcosa mi dice che non è finita qui. Non sono per niente forte, non riesco a controllare la situazione, non riesco a far nulla se non chiudermi in una stanza e piangere di nascosto. Mi sento inerme, non c'è nulla che possa realmente fare per evitare che accadano certe cose, posso solo provare ad andare avanti con la mia vita.. ma quale? Ho perso il lavoro, ho perso i miei amici, ho 4 soldi nel portafoglio, ho perso desideri  e sogni, ho perso interesse in qualsiasi hobby e persino nel sesso.

Ho i piatti sporchi nel lavello, il letto sfatto, i capelli appiccicosi per quanto luridi, i denti sporchi e l'alito che da di fogna. Ho persino le cacchine a gli occhi non avendo lavato il viso.

Mezz'ora prima di vedere qualcuno, sistemerò tutto, mi laverò, metterò persino un pò di trucco per fingere che sia tutto normale, e ci cascheranno, come sempre.
Al massimo mi crederanno pigra.. e io glielo lascerò credere.


Se avete qualcosa di intelligente da consigliarmi che non sia uno psicologo, uno psichiatra o droghe, vi sarei grata leggervi nei commenti.