Tag: amore

Mar

15

Mar

2016

NON SO PIU' CHI LUI SIA .........

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Buongiorno a tutti..... Oggi sto troppo male e mi sento così fragile ....... Non voglio tediarvi con le mie storie ma ho bisogno di un consiglio urgente ... Vi prego di aiutarmi a capire....... E' da circa 7 mesi che sto con un uomo di 8 anni piu' piccolo di me... Io ho 44 anni. Dopo aver passato diverso tempo al telefono e via facebook ci siamo visti e siamo molto innamorati...... anche se ora ho i miei dubbi che lui mi ami..... Io sono separata ed ho tre figli, di cui uno vive col padre e non lo vedo da un anno......... Domani saremo davanti ad un giudice con mio marito perche' lui ha chiesto l' affidamento dei figli..... 

Vorrei premettere che quest' uomo con cui sto è sempre, diciamo, perfetto con me..... Siamo fidanzati, adora i miei figli, mi aiuta anche economicamente e mi fa tanti regali... Una settimana fa ha comprato anche le fedine di fidanzamento e pare che non gli importi nulla della differenza di eta' .....ma ieri sera è successa una lite fra me e lui che mi ha confuso le idee.... Ieri sera non dovevamo vederci e lui mi chiamo' per sentirmi. Io stavo con la voce rotta di pianto perchè uno dei miei figli mi aveva detto che il figlio che sta con mio marito da tutta la colpa a me di questa separazione cho lo ha fatto tanto soffrire, perchè io comunque avevo sposato mio marito senza amarlo e solo per andare via da casa ...... Quando ha sentito la mia voce di pianto e non appena gli ho detto che stavo male e volevo stare sola mi ha chiuso il cell in faccia, dicendomi che ci sentivamo quando mi passava .... Io dopo pochi minuti l' ho chiamato dicendogli che mi aveva deluso perchè mi sentivo abbandonata nel momento in cui piu' avevo bisogno di lui... mi aspettavo comprensione e appoggio da lui, sapendo che sto in un momento critico e che domani saro' davanti al giudice ...... e sapete lui come si è comportato? era freddo, distaccato, non aveva la sua dolcezza di sempre, voleva solo chiudere e diceva "quando mi vedi così, è meglio che chiudiamo ...".. poi siccome gli ho detto che stavo male perchè mio figlio da la colpa ha me .... ha detto che me lo sono voluto io, che è tutta colpa mia che non amavo mio marito, che mio marito non ha fatto niente di male e che io dovevo sforzarmi per i miei figli di rimanere con lui .... In quel momento, mi ha fatto un male che non immaginate.... lui non sa nulla del male che mio marito mi ha fatto e mi sta facendo .... mi ha giudicata colpevole senza sapere bene i fatti...e oltretutto in un momento in cui io avevo bisogno di lui e di tutto il suo amore .... nel prosieguo della chiamata continuava a darmi contro mentre piangevo e diceva che i miei piagnistei gli davano fastidio....... poi ha detto che non riusciva ad essere dolce in quel momento e che avrei dovuto chiudere subito la chiamata vedendolo cos', che l' ho fatto diventare nervoso io e che quando si innervosisce non e' piu' padrone di cio' che dice ... infine ha detto "ti amo" e di fare finta che non aveva detto nulla ... dunque abbiamo chiuso la chiamata ..... io ho pensato che se mi amava davvero non avrebbe detto quelle cose ..... e che se le ha dette le pensava ..... mi sono sentita giudicata e ferita profondamente ... se avessi chiuso subito non mi avrebbe detto nulla, ma poi mi sarei sentita lasciata sola quando avevo piu' bisogno di lui ..... vi prego di dirmi cosa ne pensate .... sicuramente lui nel pomeriggio mi chiamera' ma io ora non so piu' che fare ed anche se lo amo non lo rispondero' ..... mi ha troppo deluso :'( 

Lun

14

Mar

2016

Non so cosa fare

Sfogo di Avatar di Kiuby22Kiuby22 | Categoria: Ira

Ieri sono stato tutto il giorno abbracciato su una distesa d'erba con la ragazza che amo ad un certo punto le è arrivato un messaggio ed io cercando di spiare chi fosse leggo Teo che è il ragazzo che la fa soffrire ogni giorno di più e la fa piangere sempre il messaggio diceva "metterti a 90" quando l'ho letto mi si è distrutto il mondo ho pianto tutta la notte ascoltando can't help falling love dei twenty one pilots se solo sapessi cosa ha risposto quando sono arrivato a casa ho avuto un attacco d'ira ho perso il controllo e ho cominciato a prendere pugni tutti i muri che vedevo adesso ho tutta la mano distrutta e non so cosa fare 

Lun

14

Mar

2016

Ho quasi 27 anni e ho gli ormoni a mille dopo 3 anni da single.. e non solo!

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Lussuria

Voglio essere breve... perchè avevo già confessato una storia molto dettagliata riguardante il rapporto stretto e morboso instaurato fin da piccolo da mia madre nei miei confronti, con una confidenza che probabilmente e inaspettatamente nel tempo mi ha portato sicuramente più difficoltà in generale.
In poche parole dopo aver rotto 3 anni fa, con la mia ex (era la prima vera storia per me) dal quale ho scoperto l'amore vero oltre che la parte intima, adesso ogni giorno si fa sempre più sentire questa mancanza della figura femminile al mio fianco. Vivo in una città in cui le donne, purtroppo sono difficili.. in poche parole se la tirano e sono più attratte da quelli più banali dentro, e belli fuori.. Io non mi considero un modello di bellezza, sono normalissimo fuori, ma bello dentro...anche per come sono stato educato, e questo forse incide per queste "donne" con la d minuscola.... credetemi.. ho quasi litigato al cellulare con un amica di 35 anni che si vantava di divertirsi molto sessualmente in questo periodo, con diversi bei ragazzi... ma con me vedeva solo un amicizia, nessuna attrazione.. proprio perché secondo lei il sesso è fatto di attrazione (del resto ha ragione) ma vantarsi e mancare di rispetto a chi ora non ha.. mi sembrava eccessivo....
A parte questo, io ho sempre creduto nell'amore vero... non sono mai andato con una ragazza solo per sesso (solo adesso ho cominciato ad avere questo pensiero) ma come dicevo prima, le donne qui sono difficili sia per un possibile vero amore, che per una semplice scappatella....
Ma non solo.... come dicevo inizialmente fin da piccolo ho un rapporto molto in simbiosi con mia mamma... e lei, sa che sono anche in questa situazione e spesso mi chiede come faccia a resistere, e che dovrei in modo naturale sfogarmi in qualche modo... ma non capisce che le donne non sono più quelle di un tempo, della sua era.. 
Il problema è che lei non si è resa neanche conto durante gli anni (sicuramente involontariamente) che la confidenza che si è creata tra noi due, ha creato un rapporto cosi stretto e vicino ( es. dal dormire addirittura insieme,oppure lo sfiorarmi o toccando leggermente sotto quando sbuffo con il suddetto termine esplicito "che p...e") che nel tempo mi ha purtroppo portato (segretamente, perché lei non lo sa ancora, non gli è l'ho mai detto) a provare per lei un grande affetto (che non esterno come lei vorrebbe per timidezza) ma sopratutto per l'attrazione fisiica, avvolte imbrazzante che ho cominciato a notare nel tempo per lei.. D'altronde, nonostante il tempo sia passato, lei è rimasta sempre una donna molto affascinante dentro, oltre che fuori.
Per esempio, negli anni ci sono state delle piccole situazioni in quella "vicinanza" che purtroppo hanno fatto accorgere a lei, fenomeni del tipo..erezioni (che spesso mi ricorda tutt'ora scherzando) o quando ad esempio a 18 anni una volta mentre mi toglieva dei brufoli dalla schiena, mi disse esplicitamente che sono causati anche dagli ormoni e che dovrei sfogarmi, magari con la masturbazione!
Ecco li, ricordo (ma non ne sono sicuro) che mentre successe questa cosa, lei si allontanò un attimo dalla stanza per prendere un oggetto, e nel mentre disse cosi aggiunse da lontano (io penso di aver capito bene) che altrimenti ci avrebbe pensato lei a farmi una... (con un termine esplicito) ! ripeto.. io ho percepito quella frase... e non credo di aver capito male.. (credo!) ... è sempre rimasto un altro dubbio durante gli anni.. della serie... perché mi disse cosi ? voleva semplicemente aiutarmi in modo più speciale e fuori dal normale ?? ho capito male io ?!?
Fatto sta, che nel tempo il rapporto è rimasto tale e quale, e a parte situazioni di confidenza che citavo poco sopra, non nascondo che quella "fantasia" della masturbazione forse mai realizzabile, è scattata in me.. 
Il resto pure, ma ovviamente capisco benissimo che è tutto sbagliato e strano.. non dovrei pensarci! Ma mettetevi nei miei panni..
Da una parte il voler trovare una partner (per togliermi da una doppia situazione disagiosa, trovando molti ostacoli), dall'altra non riuscendoci, mi porta a questo contatto ravvicinato con questo rapporto che avvolte sembra al quanto un po strano per essere ciò che siamo, ovvero madre/figlio. Non ho mai trovato (pur avendole voglia) il modo e il coraggio di aprire un discorso con lei.. e forse ho sbagliato.. perché quello che ci sta male, ora sono io.. e sento di essere agli estremi per due motivi.  
Cosa mi consigliate di fare ? Avete mai avuto esperienze simili sia sulla singletudine forzata, sia sul un rapporto del genere ?

 

  1.  

 

Dom

13

Mar

2016

Nascondo la mia strana voglia .......

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Non capisco  potrei essere lesbica ... , ho avuto sempre questo pensiero in mente....no lo so quando e sucesso , imaginare il corpo di una donna nuda,mi eccita....come se vorrei farlo..forse e una falsa allarme.Sono una ragaza normale, non ho fatto mai niente di vulgare...E vorrei sapere se  e posibile che sino cosi stuppida...  ni piace guardare diverse film erotici, e mi eccita tanto, solo che in realtà se poteva scoprire qualcuno che ho un lato scuro di diavoi , morirrei di vergognia....ma eccita tante cose che non li farò in realta, non li ho fato perche aparte storie di amore non voglio diventare porca ...  ma sto e penso....  .... questo lato lo devo nascondere e dinenticarlo , altrimenti .....morrirei di vergogna.........

Dom

13

Mar

2016

La famiglia del mio ragazzo...

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Ira

La famiglia del mio ragazzo è assurda. Mi piacerebbe prendere a schiaffi ognugno dei componenti fino a quando non si rendono conto delle merde umane che sono. Lo esludono, lo prendono in giro, lo ignorano, lo aggrediscono e lo umiliano davanti a tutti. Se cucinano a volte non cucinano nemmeno per lui e se comprano qualcosa di speciale da mangiare si "dimenticano" puntualmente la sua parte o gli lasciano solo le briciole. Naturalmente ogni sua spesa è a carico suo e nessuno chiede mai come procedono le sue cose. Voglio un figlio e un fratello zerbino in pratica. Non vedo l'ora che trovi un lavoro stabile e possa andarsene via di casa.

Ven

11

Mar

2016

Amiche acide

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Invidia

Una delle mie amiche più intime è sempre negativa con me quando si parla della mia storia. Sto assieme al mio ragazzo da diversi anni e ci amiamo ancora come il primo giorno. Lei, però, sembra non essere contenta della cosa. Ogni volta che si parla del mio lui o della relazione non risparmia mai un commento acidino. E lui non è un vero uomo, e io sto sprecando la mia gioventù per lui e noi non facciamo esperienze...Ma chi ti credi di essere? Solo perché ti piace fare la bella vita e perché cambi un uomo come cambi le mutande non vuol dire che lo debbano fare tutti. Come ti permetti di criticare la mia storia quando non ne hai nemmeno mai avuta una stabile e seria? Scendi un po' dal piedistallo, carina, che secondo me sei soltanto invidiosa.

Ven

11

Mar

2016

non credo di sentirmi grasso

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Gola

La verità? Molti la reputano una malattia ma per me è solo un idea di vita....una scelta di vita. Si vorrei essere magro ma dopo continui tentativi è stato tutto inutile...in preda a disperazione e angoscia cercavo di dimagrire... Ma poi un giorno mi sono ricreduto di quello che credevo la rovina della mia vita.... Ho cominciato a stressarmi di meno e essere semplicemente me stesso... Vabbè con molti kg in più e che ne arriveranno degli altri ancora....pazienza. Io mangio regolarmente e non amo esagerare sulle schifezze anche se a volte la tentazione arriva però poi passa subito. Ho cominciato a sentirmi meno a disagio e dico la verità questo cambiamento lo trovo una liberazione della mia persona da quella vita fatta di etichette e stereotipi... Nella quale mi emarginavo.... Sono grasso?mi vedi grasso? Vabbè. Fa niente amo il mio grasso e amo mangiare e ovviamente anche ingrassare mi piace, la mia compagna mi trova bello così e spesso durante la giornata si prende anche ei la libertà di sgarrare nel mangiare...anche se veramente non vorrei che lo facesse per il bene di se stessa....ma lei è convinta di volerlo fare...dicendomi che non gli importa di diventare brutta per la società e ne di diventare grassa....a lei ha affascinato sta cosa e vuole veramente sentirsi libera anche lei dalle etichette della donna perfetta dalle misure stabilite dalla società.....per me non è malattia questo ma un modo di vivere.... Anche lei ora sta ingrassando di un po' di kg ma in verità dico che adoro questa cosa...facciamo meglio l'amore la sera trovandoci bene l'uno abbracciato all'altra vediamo i nostri corpi allargarsi ulteriormente...amo la mia ragazza che é convinta di continuare ad ingrassare e insieme stiamo avendo una storia perfetta....piena di amore e di cibo....e potete giudicarci anche male...ma ci sarà qualcuno che capirà

Ven

11

Mar

2016

A volte vorrei mi saltasse addosso

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Lussuria

A volte mi sento quasi come messo in disparte... In realtà so che questo non è vero, so che la mia lei mi ha sempre nel suo cuore, c'è un ottimo rapporto tra noi due, però mi sento così e mi sembra manchi ancora qualcosa. Ho sempre cercato di essere per lei il suo principe azzurro, ho sempre creduto nel vero amore e credo anche che questo sia nato assieme al nostro rapporto, mi sono reso conto però che se vuoi vivere in una favola poi devi affrontarne le conseguenze: nelle favole il principe non ha un lato malizioso. Per carità, non sono di certo un pervertito o un ninfomane... Però mi piace, lei e il suo corpo e spesso e volentieri basta il più piccolo gesto per eccitarmi... Tutte le volte che vado un po oltre al bacio o all'abbraccio lei si tira in dietro, per pudicizia. Nonostante questo pian piano riesco a scioglierla un po, però ce n'è sempre una (tralasciando il fatto che in quest'ultimo periodo non è stata benissimo, poveretta, se sta male non può farci niente e non è colpa sua). A volte vorrei che fosse lei a saltarmi addosso... Vorrei sentirmi desiderato e non solo platonicamente... Ho provato a parlargliene, dicendole che è una cosa bella, una cosa di cui non vergognarsi e in effetti da quando le ho parlato la situazione è migliorata... Però ancora si fa fatica... 

Gio

10

Mar

2016

Amo ancora profondamente il mio ex ragazzo

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Altro

Ciao, mi chiamo Debora.

Ho bisogno di sfogare ciò che sento, e anche se forse nessuno mi darà il supporto che cerco, è già abbastanza poterlo esprimre esplicitamente. Scrivere di qualcosa che ti fa male, in un modo o nell'altro, ti impone di accettare quel dolore. Quando io e il mio ex ragazzo ci siamo conosciuti io avevo 16 anni e lui 14. Eravamo immaturi ovviamente, ma ci siamo sempre sentiti diversi dalle altre persone per il vizio di "pensare troppo". Comunque ci siamo conosciuti ad un comicon, e abbiamo stretto amicizia sin da subito. In realtà, anime e manga a parte, non avevamo molti interessi in comune. Lui era un patito di videogiochi, di pc e informatica, frequentava un istituto industriale ad indirrizo informatico appunto, e desiderava diventare un programmatore. Io amavo leggere, la scrittura è sempre stato il mio interesse principale (scrivo storie da quando avevo 7 anni), mi piacevano le serie Tv e frequentavo un liceo classico. Tuttavia ciò non ci ha impedito di intessere un bel rapporto; pur non avendo interessi particolari in comune, avevamo una forte affinità caratteriale e questo non ha fatto altro che facilitare la rispettiva conoscenza. Ridevamo, scherzavamo insieme, ci introducevamo l'uno negli interessi dell'altro, e lo stesso umorismo e ironia ci hanno permesso di diventare amici. In realtà, migliori amici. Parlavamo di tutto, dalle cose più stupide agli argomenti più seri. Ci raccontavamo del nostro passato e ci supportavamo vicendevolmente. Sviluppavamo nostre opinioni personali sugli argomenti esistenziali, e non vedevamo l'ora di trascorrere del tempo insieme. Ed è così che mi sono innamorata di lui.

Dopo un po' di tempo di questa amicizia, non ce l'ho fatta più e gliel'ho detto. Sapevo di essere ricambiata perché un nostro amico me lo aveva confidato, certo che io provassi lo stesso per lui. Ah, sì, ho omesso questa cosa: lui mi aveva presentata ai suoi amici e io ai miei, e andavamo d'accordo con tutti. Così ci siamo messi insieme. Ero la persona più felice del mondo perché avevo trovato a 17 anni ciò che la gente cerca per tutta la vita. Era il mio ragazzo e il mio migliore amico e le cose non potevano andare meglio di così. Tuttavia la nostra non è mai stata molto semplice. Per un annetto di relazione i suoi genitori si sono costantemente ostacolati al nostro rapporto perché non condividevano il nostro "appiccicume" e poco prima di diventare maggiorenne interrompemmo i contatti perché i suoi minacciavano di denunciarmi essendo loro figlio ancora minorenne. Inutile dire che lui provava un'ostilità profonda verso questi atteggiamenti, e ovviamente anche io. Tuttavia ho sopportato qualsiasi invettiva e offesa (anche pesante) mi rivolgessero perché lo amavo. Quel mese di lontananza è stato straziante. Non sapevo dove fosse, cosa facesse, ed ero terrorizzata all'idea che smettesse di amarmi, o che, in qualche modo, non riuscendo a reggere quella situazione cedesse sotto le pressioni dei suoi genitori. Fortunatamente i suoi capirono cosa era successo e che avevamo smesso di sentirci, e di vederci. In quel periodo eravamo entrambi distrutti. Così i suoi lentamente allentarono la presa, e cominciarono a dimostrarsi più bendisposti nei miei confronti. Io e lui tornammo a sentirci e vederci cercando in tutti i modi di non indispettire i suoi genitori, e in realtà, ben presto iniziarono a comportarsi gentilmente con me, invitandomi a cena, salutandomi quando ero al telefono con lui, interessandosi a me e ai miei gusti. Così mettemmo tutti una pietra sopra a ciò che era successo.

Il problema è che in realtà io e lui non eravamo più gli stessi. Tendenzialmente siamo sempre stati un po' troppo predisposti al sacrificio, ma credo che dopo quel momento la situazione ci sia completamente sfuggita di mano. Definivamo l'amore come anteposizione del bene dell'altro al proprio e forse è così, ma per dei ragazzini di 16 e 18 anni era un concetto troppo difficile da comprendere. Così abbiamo esagerato, e gli eccessi non sono mai una cosa positiva. Io ero terrorizzata dall'idea che a lui non importasse di me; non so perché questa ossessione si era insinuata così prepotentemente in me dato l'amore che mi aveva dimostrato e la fiducia che aveva riposto nella nostra relazione, ma accadde. Ero convinta che preferisse i suoi interessi a me, che preferisse gli amici, la famiglia, tutto quanto, e che io fossi in fondo alla lista dei suoi pensieri. Desideravo essere una priorità, ma sentivo di non esserlo e questo mi distruggeva. Pretendevo che lui trascorresse molto più tempo con me, e che dedicasse meno attenzione alle altre cose, che reputavo una distrazione da me. Lui inizialmente non sapeva come gestire il mio temperamento, e desiderava solo placare quel turbinio che mi aveva sovrastata, così acconsentiva alle mie richieste. A tutte le mie richieste, anche quelle più difficili, che non voleva, sottomettendo la sua volontà alla mia serenità. In realtà so perché accadde: perché lui è sempre stato realmente ossessionato dai suoi interessi. Preferiva di gran lunga trascorrere il suo tempo giocando al pc che in mia compagnia, e questo è un parere abbastanza oggettivo. Dopo il periodo di distanza cui eravamo stati costretti io non desideravo altro che la sua presenza. Sentivo però, che il desiderio non era ricambiato, non perché non mi amasse più, ma perché i suoi interessi risucchiavano la maggior parte del suo tempo e delle sue energie. Così con il tempo, quando si rese conto di non riuscire a stare dietro a tutte le mie richieste, iniziò a mentire.

So che avrei dovuto percepire il suo amore senza bisogno di "prove concrete", tuttavia ero convinta che il concetto di amore fosse legato a "ciò che sei disposto a fare per me". Lui mi mentiva, giorno dopo giorno, su ogni minima cavolata, e quando iniziai a rendermene conto e a rimproverarlo per questo, lui esasperatamente diceva che non voleva farmi del male. Così io sono diventata tutto ciò che non avrei mai voluto diventare, e lui anche. Io ero una stalker disgustosa, e il solo ricordo di ciò che ero mi crea ribrezzo. Appena finivo di studiare gli imponevo di trascorrere tutto il pomeriggio con me, senza vie di eccezione. Gli controllavo il cellulare, la cronologia google, gli ultimi accessi sui social e se qualcosa non mi quadrava diventavo una furia. Mi fa schifo anche solo parlarne. Lui mentiva sempre di più; fondamentalmente le sue bugie alimentavano le mie insicurezze, le mie insicurezze alimentavano il mio bisogno ossessivo di controllo, e il mio stalkeraggio alimentava le sue bugie. Era un circolo vizioso da cui non riuscivamo più a uscire. Dopo circa sei-sette mesi di questa situazione, ho iniziato a capire di averlo ridotto a uno straccio. Certa del suo amore, e ripugnata da ciò che ero diventata, cessai tutti i miei atteggiamenti negativi. Cercai di farmi andare bene anche le cose che mi facevano male e iniziai ad anteporlo a tutto e tutti, anche a me stessa. Ed è questo il secondo grave errore che ha portato al misero fallimento del nostro rapporto.

Fondamentalmente compresi che non dovevo diventare un ostacolo ai suoi interessi, ma integrarmici, esattamente come quando eravamo solo amici. Così cercai di rassicurarlo condividendo tutti i suoi interessi e questo lo rese felicissimo. Giocavamo ai videogiochi insieme, mi insegnava le basi di programmazione e mi parlava di tutti i suoi progressi e di ciò che imparava. Non ne capivo nulla, ma mi piaceva ascoltare. Il problema in tutto questo è che mi convertii a ciò che lui desiderava che io fossi, dimenticando totalmente chi ero. Non leggevo più, non scrivevo più, non compravo più manga, nè guardavo anime. Risparmiavo i soldi per fargli dei regali e per il nostro futuro insieme, rinunciando a qualsiasi forma di interesse mi aveva contraddistinta prima di conoscere lui. Nonostante i miei sacrifici in lui si era innescato un processo troppo profondo per essere bloccato. Continuava a mentirmi su tante cose, non riusciva ad essere sincero e quando gli chiedevo perché continuasse a farmi questo lui piangendo diceva che aveva paura di perdermi. Fondamentalmente le pressioni che avevo esercitato su di lui in quel periodo si sono trasformate in questo: nel terrore di perdermi. Credo avesse anche percepito che in realtà mi stavo forzando ai suoi interessi perché diceva che non ero felice, diceva che era un male per me. La verità è che io pensavo lo stesso di me.

Così, quando ripresi ad autolesionarmi (cosa che non facevo da quando avevo 14 anni ormai) ho capito che era arrivato il momento di dire basta. Un rapporto dovrebbe rendere felici, non distruggere così. Avevo cercato di recuperare il rapporto che avevamo nei primi anni di amicizia e relazione, ma era tutto inutile. Lui non era più la stessa persona, e la mia presenza non faceva altro che ferirlo. Inoltre io avevo perso di vista me stessa e i miei interessi, quelli veri, mi mancavano disperatamente tanto. A dispetto della paura di perdermi che dichiara così spudoratamente, so che in realtà voleva lasciarmi. Lo so perché più volte litigando disse che voleva chiudere, che non ce la faceva più, che stava impazzendo. Così sopperii alla sua codardia trovando io stessa quel coraggio. Ero più grande e mi sono assunta la responsabilità di diventare io "il mostro". Così l'ho lasciato, ma siamo rimasti amici. Quando ho capito che anche in un rapporto di amicizia subiva le stesse pressioni, ho costretto me stessa, andando contro tutta la mia volontà, a troncare ogni rapporto e contatto. E quando ci siamo detti addio, è quel giorno che la mia vita si è fermata. 

Per un anno non ho fatto che pensare a lui, e ho rifiutato qualsiasi ragazzo mi si sia proposto perché mancava completamente la complicità che avevo con il mio ex. Qualsiasi persona fosse, pensavo solo che non era lui. L'ho sognato in continuazione, e al risveglio era straziante avere a che fare con quei ricordi, e accettare che appartenevano ad un passato a cui non si poteva più tornare. Per un'infinità di volte ho desiderato riscrivergli, contattarlo, cercare un dialogo, ma non potevo farlo. Lo amavo troppo per imporgli di nuovo la mia presenza. Sapevo che era la cosa giusta, che stava ritrovando se stesso, e che si stava disintossicando da me. Doveva riappropriarsi della sua vita e imparare a volersi bene come prima non era mai riuscito a fare. Ed è questo che mi sono sempre ripetuta quando volevo scrivergli. Faceva malissimo, ma ho sopportato perché lo amavo. Dicono che l'amore è restare, ma non è così. A volte amare vuol dire lasciar liberi. E so che è difficile da capire, ma fa un male terribile andar via da qualcuno che ami solo perché quello è il suo bene. Eppure a volte l'amore è questo. E fa male.

È passato un anno da quando ci siamo lasciati. Ho 20 anni ora, e lui 18, e sono innamorata della stessa persona da quando ne avevo 16. Così non ce l'ho fatta più e l'ho ricontattato. Mi ha risposto, e abbiamo parlato dalle 15 di pomeriggio alle 23 disera. Riprendere a parlargli è stata una sensazione stranissima; il cuore batteva dentro il petto come le prime volte, e tremavo mentre leggevo ciò che mi raccontava e mentre condividevo con lui la mia vita. Gli ho raccontato che vivo in un'altra città, che frequento l'università di chimica, gli ho parlato dell'ambiente qui, delle persone, e delle amicizie che sto stringendo. Lui mi ha racontato della sua scuola, dei suoi nuovi interessi, della gente che ha conosciuto sui giochi online. Leggevo le sue parole e pensavo "cavolo, davvero avevo ancora un cuore?". Ma poi, in diverse occasioni durante la conversazione, lui ha ribadito di stare bene e che non gli importa più ormai, riferendosi a noi. Ed è vero, non c'era né affetto, né risentimento nella sua voce, e questo mi ha distrutto. Mi aspettavo che mi respingesse, mi aspettavo odio, rabbia, o dolore, ma non l'indifferenza. Forse in effetti era il sentimento più prevedibile. Quando gli ho chiesto di evitare di rinfacciare quanto stesse bene e il suo disinteresse si è riaperto un capitolo della nostra vita, e le ferite hanno ripreso a bruciare più vividamente che mai. Ha contraddetto se stesso più di una volta ripetendo prima di stare bene e che non gli importa più ormai, che è andato avanti e suggerendomi di fare lo stesso in caso non lo abbia fatto, ma poi sostituendo quelle parole con diversi "fa male", alludendo sia all'esperienza passata che al risentirci. Ma le parole più terribile sono state "sono stato deluso perché credevo davvero in noi, perché credevo che le cose sarebbero andate bene, perché mi fidavo di una relazione che ha ceduto". Ha detto che non mi accusa di nulla, anzi, mi ringrazia perché sa quanto dolore mi sia costata la mia scelta e sa che ho agito anche nel suo interesse. Ha detto di non avermi mai contattato perché gli faceva male, e quando l'ho accusato di esserci passato su in fretta, ha risposto che un anno non è in fretta. Ha anche detto di non volere relazioni per un bel po', ma che comunque è andato avanti. E che l'amore non è anteposizione dell'altro come entrambi credevamo, ma trovare qualcuno con cui si è in perfetta sintonia. Non ripeterà gli stessi errori, ha detto, e anche se sono stata molto importante per lui e non dimenticherà ciò che abbiamo condiviso, ormai sono solo un ricordo.

Ci siamo "abbracciati virtualmente" alla fine della conversazione e quando ho ammesso di star piangendo ha confessato di essere commosso anche lui. Tuttavia so che le lacrime avevano emozioni diverse. Lui era commosso per aver chiarito un'ultima volta la nostra separazione, mentre io piangevo distrutta dall'idea che non potremo mai tornare insieme. È da una settimana che piango in continuazione, che non dormo, e che lo stomaco chiuso mi impedisce di mangiare davvero un pasto decente. Spesso mi assale un senso di nausea e devo reprimere la voglia di istigarmi il vomito pur di placare quei conati. Vorrei autolesionarmi, ma non me lo permetto perché nonostante tutto non ce l'ho con me. Ci siamo ripromessi di scriverci, ma non so se accadrà. So che lui non mi contatterà mai, e se non lo faccio io tutto scemerà via, scivolando definitivamente nel dimenticatoio.

Ogni fottuto giorno mi alzo con la speranza di essere privilegiata da Dio, e che sto rivivendo un giorno di due anni fa, quando tutto questo era ancora salvabile. E ogni giorno accetto che non è così. So di aver agito per il suo bene, so anche che lui ha recuperato la sua identità come io ho recuperato la mia. Ma come soffrivo quando avevo lui ma non avevo me, soffro ora che ho me ma non ho lui. Lui è andato avanti. Lui non mi ama più. E so che è normale, so che la vita sarebbe continuata comunque; e sentir dire dalla stessa persona che diceva di farsi schifo, di odiarsi, e di di aspirare al suicidio, che si ama e che prima di qualsiasi altra persona verrà sempre se stesso mi rende orgogliosa perché è esattamente ciò che desideravo comprendesse quando gli ho restituito la libertà. Ma proprio per questo so che non ripeteremmo gli stessi errori. So che se mi desse una seconda possibilità saremmo felici insieme. Avrei solo voluto si fidasse di me quando, di fronte alle sue bugie, gli disegnavo il futuro che si sarebbe prospettato se non avesse smesso. E quel futuro lì è questo qui.

Vorrei solo svegliarmi e sapere che è stato tutto un brutto sogno, e poter agire con la consapevolezza di poi per dirgli quanto lo amo. O piuttosto, vorrei non svegliarmi affatto.

Mar

08

Mar

2016

Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed รจ subito sera.

Sfogo di Avatar di Anonimo | Categoria: Superbia

Sono un ragazzo di 18 anni e sto affrontando un periodo di crisi incredibilmente difficile.

Sono figlio unico e sono sempre stato solo. Da un lato sono molto timido, d'altra parte, lo sport, il calcio e i maggiori interessi (a mio avviso stupidi) non mi sono mai piaciuti. Ho sempre preferito passare il mio tempo davanti al computer, lontano da tutti e da tutto, sebbene abbia sempre sofferto di solitudine.

Il mio primo tentativo di uscire dal guscio che mi ero costruito risale alla terza media, con la mia prima cotta. Premetto che ho una concezione dell'amore molto particolare: ripugno ogni forma di relazione amorosa superficiale, dato che non mi sembra autentica. Inoltre ho sempre pensato che l'amore sia un sentimento talmente forte da non poter scegliere di chi innamorarmi, perché altrimenti sarebbe forzato. Durante la gita di terza media mi sono reso conto di provare attrazione per una mia compagna di classe, figlia di amici di famiglia. Devo ammettere che probabilmente i miei, vedendomi timido, fecero molta pressione facendomi ogni volta il terzo grado su cosa pensassi delle ragazze che mi circondavano, in particolare lei, e temo di essere stato influenzato da ciò. Non sono mai stato attraente né ho mai avuto un fisico piacevole e penso che ciò abbia contribuito, con la mia timidezza e la mia introversione, sul rifiuto che ricevetti dopo poco tempo (un mese circa) quando le confessai ciò che provavo. Nonostante la risposta, continuai a insistere arrivando a una brusca rottura dei rapporti con lei. Non avendo amici che potessero sostenermi all'epoca, e trovandomi a scegliere una scuola superiore dove non conoscevo nessuno, decisi nonostante le mie difficoltà di impegnarmi per sconfiggere la timidezza.

In primo infatti conobbi i miei primi veri amici: tra i miei compagni di classe, legai con due ragazzi (che chiamerò F e V) e una mia compagna di classe (che chiamerò G). È grazie a lui (sì, lui - non si riconosce nel suo corpo e vuole operarsi) che ho conosciuto la sua migliore amica di allora, una ragazza un anno più piccola di noi (C) che abita a circa 100km da qui: lei viene a trovarci durante le vacanze e una volta sono andato anch'io da lei per un giorno. Lo stesso anno, durante l'estate, ho conosciuto un altro ragazzo (D), un anno più piccolo di me, con cui ho legato molto poiché condividiamo lo stesso interesse per la lettura e per l'animazione orientale.

Stranamente, solo alcuni anni dopo essermi trasferito, conobbi alcuni ragazzi che abitano nel mio complesso: in particolare P, una ragazza della quale mi ero invaghito e che mi ha respinto, facendomi attraversare un periodo di grande sofferenza a causa delle prese in giro ricevute dal ragazzo che aveva iniziato a frequentare poco dopo la mia dichiarazione. Superata questa fase, mi sono ritrovato in un periodo di totale buio, in cui sentivo tutte le emozioni come false. Fortunatamente superai questa fase anche grazie all'ingresso di un altro ragazzo nel gruppo, H. In quel periodo inoltre iniziai a parlare con un ragazzo più piccolo, che abita nella mia stessa regione, conosciuto online per interessi comuni. Iniziai a considerarlo il mio migliore amico, poiché ero convinto di aver trovato qualcuno che mi capisse, nonostante il suo modo di fare vittimista ed egocentrico. Ma i rapporti si ruppero qualche mese dopo, in seguito a una lite: sono ancora convinto del fatto che lui provasse qualcosa per me, sebbene lo abbia sempre negato. Fu grazie a H che non ricominciai a sentirmi solo, e trovai in lui un vero amico, tanto che divenne il mio confidente. La situazione cambiò drasticamente quando H conobbe C grazie alla chat di gruppo con cui eravamo soliti comunicare: dopo una situazione piuttosto complicata risolta grazie all'intervento di G e di un'altra amica del nostro gruppo, H e G intrapresero una relazione a distanza, e io fui l'unico a non saperne niente. Ciò mi fece star male all'inizio, ma cominciai a non dare peso a ciò. Quello stesso anno realizzai di essere innamorato di una amica (ma più conoscente, data la mia timidezza). Questa relazione era però impossibile, perché lei era già impegnata con un altro ragazzo da diversi mesi. Attesi quasi sei mesi nei quali la incontravo ogni settimana (e la vedevo sempre felice con il suo ragazzo) prima di parlarle.

Ero stanco di essere sempre io quello a dover rinunciare ai propri sentimenti - e credo che la mia sensibilità non sia semplice da comprendere - quindi continuai a passare del tempo con lei, ma in silenzio o scherzando come farebbe un amico, dato che non sono mai stato in grado di relazionarmi con le ragazze. In quel tempo continuavo a chiedermi cosa ci fosse di sbagliato in me, poiché mi sentivo rifiutato da tutti e indegno dell'attenzione delle persone, soprattutto di lei; a coronare il tutto, c'era quella sensazione di consapevolezza di stare sbagliando, poiché ero conscio del fatto che fosse già fidanzata e nonostante tutto io cercassi ancora di conquistarla. Dopo due anni e mezzo mi trovai ad assistere alla rottura dei suoi rapporti con l'ormai ex: fino a due mesi dopo ero quasi arrivato alla conclusione di aver superato, quando sentendola parlare di un'altra persona in un modo diverso dal solito, data la sua palese attrazione verso di lui, presi coscienza del fatto di amarla ancora. Con un'ulteriore delusione, sono entrato in un'altra fase di buio assoluto. Ad aggravare il tutto c'è il fatto che ho raggiunto un'età in cui la maggior parte delle persone hanno già avuto esperienze amorose, mentre io sono totalmente inesperto; se mi fidanzassi adesso, starei comunque con una persona che ha già attraversato la fase di insicurezza nei rapporti e finirei per stancarla.

Recentemente ho notato anche che ormai nessuno mi contatta più, ma sono sempre io a prendere l'iniziativa. G ha trovato una ragazza che abita lontano, mentre H sta ancora con C e a mio avviso si sta allontanando molto da me. Se all'inizio ero io quello che durante le uscite passava tutto il tempo al telefono, ora sono quello che guarda tutti assorti nelle loro costanti conversazioni con i partner mentre spero che qualcuno mi rivolga la parola anche solo per chiedermi come sto. Non avendo molto tempo per spostarsi, H va a trovare la ragazza durante le feste - spesso seguito da G - e quindi non passa il suo tempo con il resto del gruppo. Non trovo questo sbagliato, ma mi rendo conto che questa situazione porterà il mio migliore amico (o almeno "migliore" per me) a scegliere tra la sua ragazza e i suoi amici. E sembra che stia scegliendo la sua ragazza.

E ora che mancano pochi mesi alla nostra separazione - dato che la sede dell'università che sceglierò sarà lontana da quella loro, che è la stessa - mi sento davvero male perché non solo rischierò di non rivedere mai più gli unici amici che io abbia mai trovato (con molta difficoltà), ma anche perché non lo sto facendo nel migliore dei modi (o forse nel modo che spero?). Non mi va di rinfacciare nulla, perché voglio loro troppo bene, ad H soprattutto, che è l'unico che mi abbia mai davvero ascoltato e consigliato. Ma questo distacco, legato anche a un maggiore legame che noto tra H e G nell'ultimo periodo, pesa tutto sulla mia autostima, già per nulla elevata. Forse sono solo egocentrico e voglio le attenzioni concentrate su di me, ma credo di avere solo bisogno di qualcuno che mi ritenga speciale, qualcuno con cui avere un legame molto stretto. Il fratello che non ho mai avuto.