Lun
28
Feb
2011
Mi sento sola...
Ciao a tutti ho bisogno di sfogarmi e magari qualche consiglio... sono sposata e lui è militare ora è in missione... 6 mesi più... sono 2 mesi che è via e mi sento davvero a pezzi..poi i notiziari a gennaio mi hanno davvero fatta andare in panico...comunque il problema è che oggi lui mi ha detto che in futuro farà altre missioni..ne ha già fatte parecchie in passato..abbiamo litigato perché io penso che ad un certo punto della vita, specialmente ora che vorremmo farci una famiglia magari sarebbe il caso di non farle più..io davvero non ce la faccio più, mi sento a pezzi, dormo male e sapere che lui è li mi butta giù davvero molto, cerco di essere forte e quando lo sento faccio finta di essere felice perché non voglio metterlo in paranoia e innervosirlo proprio adesso che è lì e ha bisogno della mente lucida, ma oggi sono crollata e abbiamo litigato.. io capisco perfettamente le sue ragioni e poi lui vuole garantire il nostro futuro ma fargli capire che i soldi saranno importanti ma io preferisco averlo quì e non riuscire a pagare le bollette che averlo lì .. ho bisogno che mi diciate cosa pensate perché non sono molto lucida sinceramente...lui è fantastico, ha un carattere favoloso e ancora non ci credo di essere così fortunata ma spesso mi fa arrabbiare, non mi sento una coppia e dire NOI è davvero strano per me.. mi sento di dire Lui e il lavoro e poi ci sono io e i miei pensieri che poi non sono importanti per nessuno e quello che dico scivola via nell'aria...gridare, piangere non serve a nulla perché tanto nessuno ascolta quello che ho da dire e quello che dico è ridicolo e stupido...bello sfogarsi quì anche se preferirei vedervi tutti in faccia e parlarvi, meno virtuale e più vero.. mi ha detto che sono egoista ...ditemi voi...commenti belli o brutti ma ne ho bisogno davvero...stiamo bene insieme ma lui non c'è mai e spesso ho l'impressione di idealizzare troppo questo rapporto...ma voi come vi comportereste? perché io quando vedo che non mi ascolta comincio a piangere e sparo stupidate che poi pensandoci me ne pento davvero...tipo stasera gli ho detto che una vita così non la voglio e fare un bambino con lui che non c'è mai non me la sento e spiegare a mio figlio che papà è in missione in una zona pericolosa dove può succedergli di tutto non me lo sento proprio...e lui si arrabbia...ma si arrabbia così tanto che poi tiro fuori ste cose e poi me ne pento...io vorrei solo un marito che torna a casa la sera, abbracciarlo e sapere che cìè anche se non ha voglia di parlare..e un bimbo tutto nostro che corre per casa...aiuto sono così confusa che ho una gran voglia di rompere telefono, pc e non farmi più trovare da nessuno...voi cosa fareste per fargli capire quello che intendo? lui proprio non ascolta..
8 commenti
(...) insomma dicevo, vi siete sposati, probabilmente con un'idea della vita simile e un progetto di vita comune. ma, dicevo, lui è un soldato, ha il suo lavoro che da quello che ho capito ama molto. probabilmente ama andare in missione, probabilmente gli piace. lo fa sentire realizzato, magari desidererebbe anche fare carriera nell'esercito, perchè no. il punto è che lui vuole la sua realizzazione (legittima), ma è naturale che poi, se si vuole fare una famiglia, si può e si deve mettere una piccola parte di se da parte per fare posto al nuovo arrivato. questo lo trovo giusto. tu lo vuoi. ma tu cosa metti da parte? cioè, se tuo marito decide di mettere da parte una parte di se per aprire il discorso famiglia, ok, è corretto. dopotutto la famiglia non può mica stare solo sulle tue spalle mentre lui è in missione. certo, non è che si stia divertendo, ma un figlio ha bisogno di vedere il padre con una certa frequenza e di percepirlo in una dimensione di sicurezza. quindi, è logico che lui potrebbe decidere di metter da parte una parte di se (che non vuol dire rinunciare a se completamente) per il discorso famiglia/figli. ma tu cosa metti da parte? perchè non so bene perchè, ma mi sembra che tu abbia già messo da parte tutto di te, sin dal principio, per l'indirizzo che vorresti prendesse la tua situazione di coppia, e cioè "... ...io vorrei solo un marito che torna a casa la sera, abbracciarlo e sapere che ci è anche se non ha voglia di parlare..e un bimbo tutto nostro che corre per casa...". allora, in questa frase tu menzioni marito (che torna a casa quotidianamente e probabilmente ha anche dei sentimenti e dei voleri dato che può non aver voglia di parlare) e figlio (un pupo vitale e ipercinetico come in astratto si immaginano siano i bambini, anche quelli potenzialmente amorfi). in questa situazione manca del tutto la tua persona, è una scenetta idilliaca basata su un'idea più che su qualcosa di reale... ma non sei menzionata. la tua felicità sta tutta in quelle due persone che non sai se ci saranno perchè una (figlio) ancora non esiste, e l'altra (marito) si sta realizzando nel lavoro, e quando ti sei messa con lui sapevi con esattezza (almeno credo, spero) quello che faceva e che aveva intenzione di fare. e tu dove sei, che fai? come ti realizzi coe persona? mi spiego, la tua realizzazione potrebbe anche essere nel matrimonio, non dico di no, ma in questo caso mi sarei per lo meno aspettata che dicessi qualcosa come "io vorrei solo gestire la casa e l'educazione dei figli, cucinare per più persone ogni giorno, tenere in ordine i conti" e allora ok, lo capisco, ognuno ha i suoi gusti. ma nella tua frase tu non sei proprio contemplata. non ci sei, ci sono due persone che forse intendi come la tua unica fonte di felicità, ma partendo da questo presupposto è una fonte che ti anticipo da subito assai precaria almeno in potenziale.
ok, vado al dunque. ho letto altri tuoi sfoghi in passato, e una volta ho avuto l'impressione di capire qualcosa di strano, come se ti sentissi in colpa nei confronti di tuo marito, del rischio che corre in missione, e sembra quasi che questo senso di colpa (che mi pare il mondo militare tenda un poco ad alimentare, come se le mogli dovessero avere rimorso e vergogna perchè al sicuro nelle loro casette, mentre i mariti rischiano la vita) ti porti a una dimensione un pò sacrificata nei suoi confronti
insomma, è come se tu sentissi di dovere un poco abiurare a te stessa di fronte a lui, perchè lui è soldato, quindi rischia la vita ecc ecc, e questo ti provochi frustrazione (com'è logico che faccia ogni abiura a se stessi), in quanto desidereresti una situazione diversa - forse anche perchè un uomo che torna a casa tutte le sere non sarebbe un peso morale tanto vasto da sostenere. insomma, con un uomo "quotidiano", a parte l'ovvio sollievo di vederlo tornare vivo, vivresti anche più un rapporto faccia a faccia, perchè lui non sarebbe più l'eroe in sprezzo del pericolo da guardare dal basso e di fronte al quale abbassare la voce e magari sentirsi stupida (o col quale avere una voce "sorda", che non viene ascoltata, perchè da lui si parla la lingua ben più importante - è opinionabile - della vita e della morte, e da te quella prosaica - opinionabile anche questo - della quotidianità), ma sarebbe un uomo normale, quotidiano, da idealizzare meno e col quale avere un rapporto di reale parità (senza sensi di colpa, martiri e frustrazioni).
il problema è che tuo marito ama da morire (a quanto pare) fare l'eroe in viaggio. è un suo diritto dopotutto. qui l'egoista (nel senso comune del termine) non è nessuno, forse lo è un pò lui o qualche suo collega quando definiscono egoiste le donne che stanno a casa mentre i mariti non si vanno certo a divertire, ma vanno comunque a fare una cosa della quale NESSUNO li ha obbligati, tanto meno le mogli. è una sua scelta fare il soldato, tanto che carriera militare o nelle forze dell'ordine si può fare anche in ufficio. il problema mi pare più capire cosa ami fare tu, cosa c'è al di là di quel marito che vorresti a casa alla pari, al di là del figlio ipercinetico che sogni. tu che vuoi, come intendi realizzarti? lo stai già facendo, hai una passione, un lavoro, una tua direzione? o vivi solo nell'idea che prima o poi inizierai a vivere perchè tuo marito tornerà e non farà più missioni e finalmente farete un figlio e quella sarà la vita?
concludo con un accenno personale: io faccio un'attività artistica da quando avevo 14 anni. è la passione della mia vita, ho studiato per la tecnica e studio ancora tutti i giorni. sono arrivata a livelli di professionismo e so che non mi fermerò qui. molto spesso il mio lavoro mi porta a spostarmi, a venire a contatto con molte persone diverse... ma è l'unica cosa che mi rende davvero felice. una mia precedente storia, molto lunga (quasi 10 anni) è finita perchè lui non tollerava più che io stessi via ogni fine settimana. in effetti ho passato tipo 4 anni a starci mezza settimana sì e mezza no, e molti uomini non reggono. in passato ci soffrivo, avevo anche pensato di sacrificare questa passione per l'amore, poi ho capito che nessun amore avrebbe mai potuto surrogare la mia passione, che è per me è amore puro, è la cosa che mi tiene in vita, che quando mi sveglio la mattina ho voglia di essere solo di quella cosa e basta, non me ne frega nulla del resto. non so se per tuo marito è la stessa cosa col suo lavoro, forse si tratta di una cosa diversa, ma io credo che ogni persona abbia in fondo una cosa così. solo che tanti non la sanno, o non la vogliono sapere, e allora mettono al posto di quella cosa tante cose, anche persone, affetti, idealizzazioni... ma alla fine quella cosa forse è l'unica cosa nostra. per me la mia attività è così, ora ho un ragazzo che l'accetta, ma se non l'accettasse non avrei dubbi su chi tra i due scegliere, perchè se scelgo lei ho l'impressione di contenere tutta me stessa. forse dentro di te c'è una cosa così, magari un sogno che hai sepolto per stare dietro a chi si aspettava lo facessi. ti consiglierei di riscoprirlo se puoi e se vuoi, vedrai che ne trarrai molto giovamento.
Sono "quasi" d'accordo
Con Aladyah. Nel senso che lei é stata molto diplomatica e comprensiva anche con tuo marito, e forse ha fatto bene. Io peró penso che un soldato che si sposa é per principio uno stronzo perché si sposa con la consapevolezza che non potrá MAI stare vicino alla moglie. È un atto die egoismo senza limiti, pronunciare quel si e poi dire "ciao bella, io vado a servire la patria da un'altra parte, e se mi succede qualcosa, buon divertimento al funerale". Perché questa é la situazione, Angel...
E qui arriva il mio "quasi d'accordo". Anche io come Aladyah trovo che tu debba riscoprire te stessa, le tue passione, la tua vita e quello che vuoi TU...ma DOPO aver firmato le carte di divorzio. Non puoi vivere tutta la vita trascinandoti il peso di un marito che non c'é, per giunta per ideali che non hai scelto tu.
Ho letto alcuni dei tuoi commenti e fin'ora sono rimasta zitta, ma ora ho ritenuto giusto darti questo consiglio, e spero di non ferirti. è ovvio che questa situazione non ti fa felice, il matrimonio era solo un pagliativo, ma lo vedi anche tu che non ti da quella sicurezza e serenitá che volevi. Il probelema non é né in te né nello stato giuridico della vostra relazione...é nel soldato. E quello non puoi cambiarlo, puoi solo liberartene.
Grazie..
Ciao..intanto ti ringrazio tantissimo perché sei proprio andata a fondo nel problema e mi ha fatta riflettere su cose che nemmeno sapevo di nascondere dentro di me, poi non mi ero accorta di quanto vivo intorno a lui...sinceramente delle passioni ce le ho ma non sò nemmeno come chiamarle, adoro conoscere le persone che vivono per strada, non lo sò perché ma anni fa passavo le notti per strada con queste persone e mi sentivo davvero felice nonostante non avessero niente mi hanno dato tutto...ci sono tante cose che vorrei fare e quando hai scritto che c'è la possibilità che io aspetto lui per poter vivere quì mi sono illuminata, stò sprecando un sacco di tempo...ma è anche vero che stranamente anche se non avrei mai pensato ma mi piacerebbe davvero cucinare per la mia famiglia e occuparmi di loro..da piccola marinavo la scuola e mi nascondevo tra i cespugli a spiare le donne che facevano i mestieri di casa e poi vedevo i mariti aprire i cancelli ed entrare a casa e nell'aria quel profumo di sugo...ero felice..forse perché la mia famiglia non era così...e io continuavo a marinare la scuola e cambiare case da guardare e osservare e me ne stavo lì incantata a immaginare di essere io la donna fortunata...forse è questo che voglio ma vorrei anche interagire con le persone, ascoltare quello che hanno dentro, è troppo difficile da spiegare magari non sono tanto normale io..anche per esempio andare su un posto magnifico io mi inginocchio e devo toccare con le mani l'erba o la pietra, chiudere gli occhi e sentirne l'odore e ascoltare l'aria.. mi sento diversa e magari spiegare alle persone queste cose (già in passato ci ho provato) mi sento come se fossi una matta in mezzo a tante persone equilibrate .. ho la convinzione che la vita va vissuta profondamente ma mi sà che sono troppo apatica per tutto e vorrei cambiare per non soffrire più... spero tu abbia capito quello che ho scritto (molto confuso) non saprei come descriverlo...comunque sia il giorno seguente mi ha chiesto scusa, non lo sò se si è confidato con qualcuno oppure ha capito quello che intendevo ma quancosa è cambiato..o almeno spero...ora devo riflettere..ho letto 2 volte quello che mi hai scritto e lo rileggerò perché vedere le cose da tuo punto di vista è come avere un foglio e poter scrivere la soluzione ...o altre possibilità..non devo per forza stare sempre a casa su queste 4 mura ad spettare di vivere..grazie mille sei una persona molto profonda ..
eccovi...
entrambe...Angel ho preso in considerazione la tua richiesta di leggere il tuo sfogo ed eccomi qua, trovo anche aladyah con la sua profonda razionalità, molto analitica e chiara. Angel però è molto più...sognatrice....poetica, dunque in qualche modo vi compensate e i vostri commenti nei miei sfoghi sono stati entrambi molto preziosi. Dopo questa breve parentesi intervengo con il mio commento: Cara Angel credo che il concetto di aladya riguardo il fatto che per amare bisogna innanzitutto amare se stessi sia di una semplicità ma contemporaneamente di una verità assoluta. Come si fa ad amare una persona quando per amarla bisogna sacrificare l'amore per se stessi? E' quello che sta accadendo a me ma che accade a molti, compresa te forse. Ad idealizzare la famiglia secondo me nn c'è niente di male e credo che tu in quel quadretto ci stai proprio bene e ti ci vedi, ma qui il problema è molto pratico. Tornando agli esempi di Aladya riguardanti la natura umana e anche animale, posso dire che avere l'uomo della propria vita lontano da casa è come avere lontano i maschi del lupo dal branco, non sono bravo come la nostra amica a fare questi esempi ma il concetto credo che tu lo abbia capito. In ogni modo nella vita di coppia si fanno sempre dei sacrifici, è inevitabile, si scende a compromessi per stare insieme e di solito si va avanti soltanto quando le cose vanno a "pari" nel tuo caso secondo me calzano a pennello anche 2 proverbi, il primo è "moglie e buoi dei paesi tuoi.." nel senso che alla fine per stare insieme voi due dovreste avere almeno un' obiettivo comune, l'altro proverbio e "lontano dagli occhi, lontano dal cuore", non so quanto duirera' questo stile di vita di tuo marito, ma stai certa che se fosse cosi' per sempre voi insieme cosa ci state a fare? Pensaci bene Angel, cerca di capire cosa vuole da te e dalla vostra vita insieme, perche' come ho già detto in un mio sfogo quello che oggi ti sembra un ostacolo che si puo' superare...un domani diventerà un muro senza fine...è quello che è accaduto a me, ho trascurato delle cose che poi col tempo sono diventati degli ostacoli insuperabili per la vita di coppia, intaccando alla fine anche quello che chiamavo Amore.
per anonimo del 11:07 09/03/2011 e Erlamentela
Ciao intanto vi ringrazio mi ha fatta piacere ricevere dei consigli da tutti voi.. io sono piuttosto confusa su quello che vorrei fare nella mia vita...diciamo che sono divisa in due: una parte di me detesta la disciplina e trova assurdo dover servire lo stato..che diciamolo apertamente se ne strafotte di noi cittadini... che lui debba andare in missione in un paese dove insegnano ai bambini a sparare e uccidere lo trovo assurdo e anche un pò masochistico.. in passato ero anarchica per queste cose e davvero è molto strano che una come me si sia innamorata proprio di un servitore dello stato..vorrei scappare e dirgli: bello o con me o sei fuori!!! e girare il mondo...magari sarò sola ma caspita quante cose farei!!! dall'altra parte nonostante questo mio lato bastardo e ribelle quando guardo mio marito sento quella sensazione indescrivibile che solo nei film si vede, Dio se lo amo! e davvero non credevo una come me si potesse realmente innamorare in questa maniera e a questo livello...lui ha un carattere moto dolce e riesce a farti sentire importante e sento dentro di me di voler stare con lui...è da molto che ci penso e sono arrivata alla conclusione che preferisco godermi i momenti con lui magari stringendo i denti, è triste lo sò e non è da me...poi abbiamo parlato e si è scusato con me, si è reso conto della situazione e del dolore che ci procura, quando tornerà gli parlerò molto bene perché ora così su skype non mi va di fare questi discorsi, poi voglio che sia lucido perché non è in un bel posto...quando tornerà per un paio di giorni me lo godo appieno ma poi gli dirò che la vita è una sola ed è davvero stupido viverla a metà quindi se vorrà che il nostro rapporto sia solido dovrà smettere di andare in missione..sono abbastanza sconcertata perchè sappiamo tutti bene che è questo il suo lavoro però mi sono accorta che altri colleghi non hanno fatto tutte queste missioni quindi confido lui si renda conto che ad un certo punto nella vita bisogna essere egoisti e cominciare a non pensare agli altri ma alla propria vita..quindi cacchio vorrei capisse che un giorno si volterà e vedrà che nella sua vita ha solo lavorato e le altre cose non se le ha godute..devo farglielo capire e ci proverò con tutta me stessa...credo proprio di aver scritto un papiro e spero si capisca qualcosa io di solito parlo verbalmente.. io mi sono solo accorta di quanto sia preziosa la vita e di quante cose possiamo fare e lo vorrei condividere con lui...ce la posso fare le basi ci sono e l'amore pure..preferisco essere positiva altrimenti già parto col piede sbagliato..grazie un'abbraccio
anch'io come lui...come voi
ciao Angel. cercavo qualcuno che fosse (più o meno) nella mia stessa condizione e l'ho trovato, anche se risale a qualche mese fa. sono anche io un militare, e adesso, mentre scrivo, sono in missione, proprio uno di quei posti dove può succedere di tutto, anzi, penso proprio che sia lo stesso in cui è stato tuo marito (chissà,magari ci siamo anche conosciuti). non è la prima volta che vengo qui, e non l'ho mai scelto io. amo il mio lavoro (anche se sarebbe meglio dire la mia vita) e so farlo davvero bene. ma a casa ho una famiglia; una moglie ed un bimbo di 2 anni e mezzo. la prima volta che li ho lasciati per tanto tempo è stato un anno e mezzo fa, sono stato ad Haiti dopo quel cataclisma, mi chiamarono la domenica per partire il lunedì e star via tre mesi. il bimbo era ancora piccolo piccolo, ma richiedeva tante attenzioni e cure, e mia moglie era stanca, stanca, stanca.... nessuno ad aiutarla, poichè abitiamo a più di 1000 km dalla nostra città di origine (a proposito...un caloroso GRAZIE a genitori e suoceri che non si sono schiodati neanche per una settimana!!!!). io provavo a consolarmi ripetendomi che stavo facendo qualcosa di giusto e di utile (quando qualcuno organizza raccolte fondi lei dice sempre che ad haiti ha già dato un marito); una volta ho dovuto prendere in braccio un bimbo che a 5 anni pesava si e no 10 chili, non riusciva neanche a portare davanti al viso il pupazzetto che gli avevamo regalato. questa è solo una parte della mia vita, l'altra purtroppo rimane a casa ad aspettarmi. da sola. solo con la compagnia degli amici e delle mamme dell'asilo, che non finirò mai di ringraziare (stavolta veramente). e con le notizie che arrivano per telefono o su internet in videochiamata; per esempio il bambino che si sveglia, e con gli occhi ancora impastati dal sonno chiede: "papino è tornato?". oppure le parole nuove che impara, e che mi perdo. o i lividi e le sbucciature che si procurra giocando, che non posso curare mentre gli dico che non è successo niente, che sono cose che succedono. e lei, che lavora a scuola (precaria, ovviamente) e che non mi fa pesare niente della fatica che fa, ma anche un idiota capirebbe che sbattersi da sola tra lezioni, consigli di classe serali e vita quotidiana, è davvero pesante.
sembra una tragedia, quando raccontiamo queste (ed altre) cose la gente ci guarda sgranando gli occhi... eppure siamo ancora qua!! con tanti screzi e litigate, ma non ci è mai passato per il cervello di buttare via tutto. anche con tanti rimpianti (facciamo questa vita da quando ci siamo messi insieme), ma pensando al futuro come se fossi un impiegato che torna a casa ogni giorno alle 2 del pomeriggio!
non so spiegarti com'è che succede questo miracolo in mezzo a tutta questa immondizia, ma so di certo che il merito ce l'ha solo Lei. che quasi odia il mio mestiere, che non sopporta le mie partenze, che a volte sembra crollare...ma è la persona straordinaria che sta dietro ad un piccolo uomo, straordinaria come qualunque altra persona che crede nella propria vita.
l'ho sempre detto, e lo ripeto qui: NESSUNO HA PIU' CORAGGIO DI VOI DONNE!!!!!
allora, non voglio dirti che di storie così ne è pieno, anche se è effettivamente così. comunque, ne ho viste molte. vado al sodo. non è che tu stia idealizzando il rapporto ora... tutti i rapporti partono con un margine di idealizzazione una frangia poetica senza la quale il rapporto probabilmente non esisterebbe nemmeno. mi spiego meglio. l'amore come lo intendiamo in generale (il cuore che batte quando vediamo la persona amata, il crampo allo stomaco, la voglia di toccarlo/a ecc...), insomma, il concetto amore in tutte le sue sfumature, in natura non esiste: è appunto un CONCETTO ideato dall'uomo - perciò manipolabile (per questo oggetto di speculazione da millenni) - per "vestire" di un abito moralmente più accettabile l'unica cosa capace di garantire la continuazione della specie: l'atto riproduttivo. insomma, parlando volgare volgare... due si mettono insieme perchè nell'altro vedono una struttura genetica forte capace di offrire una prole sana e garantirle nutrimento e protezione. detto questo, non ti sto a spiegare perchè per natura siamo poligami e non monogami, e perchè la nostra monogamia "di forma" deriva dall'inculco di certi tabù culturali che non percepiamo razionalmente (e infatti sono inculchi irrazionali, di fronte ai quali ogni contromisura razionale è praticamente nulla). non te lo spiega perchè sarebbe lunga davvero, l'importante è che tu lo sappia ai fini del discorso. ora, trasferendo questo concetto astratto e generico alla tua esperienza personale, posso dirti che tu stai con tuo marito perchè in lui hai visto il maschio forte, dai geni potenti, che può garantire a te e ai tuoi figli nutrimento e protezione (nell'età preistorica cibo e difesa da attacchi, ora cibo, pagamento di bollette, un tetto sopra la testa ecc...). lui sa con te perchè in te ha visto la donna fertile che gli può garantire un'adeguata continuità genetica (figli sani). entrambi (com'è giusto e anche divertente che sia) avete rivestito questo istinto di un abito poetico chiamato amore (per renderlo più digeribile). e qui entra in scena un fattore: l'amore per se stessi. un essere umano adulto e formato dovrebbe averne prima di pensare di fare una famiglia, perchè l'amore per se stessi è fondamentale per crescere un figlio, proprio per insegnare anche a lui ad averne. se non lo sia ha, non lo si può insegnare, e crescere senza amore per se stessi è la cosa più dura del mondo. avere amore per se stessi vuol dire mettere in primo piano una propria realizzazione personale, che è FONDAMENTALE per vivere bene. senza di quello, guarda, scordati di fare una vita decente. conosco un sacco di persone che non si sono almeno un minimo realizzate, non hai idea di come si diventa. c'è una donna che conosco bene, non si è mai realizzata nel lavoro, o intellettualmente, insomma non ha seguito la sua inclinazione pensando che l'unica cosa che l'avrebbe resa felice per sempre era il matrimonio. insomma, non aveva nemmeno quarantanni che il marito si è ammalato, è morto, e lei che aveva concentrato tutte le sue energie lì e basta non hai idea di come si è trovata... il bello è che ora si è ripresa, ma gira gira fa gli stessi ragionamenti di prima, cerca un altro amore-sacrificio assoluto che le dia un'illusione di realizzazione senza muovere un muscolo per migliorarsi e concentrarsi solo su se stessa. questo l'ha resa ulteriormente chiusa, insicura e invidiosa di chi invece va e prende quello che vuole (che infatti considera "stronzi", come fosse vietato cercare una propria soddisfazione). è necessario diventare sanamente egoisti. perchè la cosa che fa la persona che si ama, è proprio questo: ESSERE EGOISTA. cioè VOLERE QUELLO CHE LE SPETTA DI DIRITTO. amarsi certe volte vuol dire anche non venire incontro alle aspettative degli altri, anche col rischio di sentirsi dire "ma quanto sei stronzo". allora tu dirai, ma di chi cacchio stai parlando? di me? di mio marito? sto parlando di entrambi. voi volete cose diverse, o meglio qualcuna in comune, ma molte diverse. tuo marito è un soldato. ora, sorvolo sull'opinione che ho dei belligeranti, non è cattiva, anzi con onestà penso che se molte volte non ci fossero le forze dell'ordine saremmo nel caos. io personalmente non sposerei mai un soldato - ma anche questo è un altro discorso - e non lo farei per diversi motivi, primo fra tutti che spesso vengono addestrati in un ambiente troppo machista per i miei gusti. comunque non è il mio caso, tu per sposarlo avrai avuto le tue motivazioni